Altiero Spinelli: un padre fondatore dell’Europa

Altiero Spinelli

Altiero Spinelli fu una figura importante nella storia dell’Europa

Altiero Spinelli, con il Manifesto di Ventotene, diede un contributo importante alla storia dell’Europa e al federalismo.

La vita di Altiero Spinelli

Altiero Spinelli nacque a Roma nel 1907, da una famiglia di piccoli industriali. Il padre era seguace delle dottrine socialiste ed era anticlericale, come anche la madre.

Negli anni ’20, a seguito di una lite con un gruppo di fascisti, si avvicinò al socialismo.  Durante gli anni della marcia su Roma abbandonò le idee politiche paterne per avvicinarsi al comunismo. Nel 1924 entrò nelle file comuniste. Nell’ Autunno del 1925 passò al comitato della federazione laziale giovanile, cominciando ad agire in clandestinità; nel 1927 venne arrestato. Iniziò il periodo in carcere a Lucca dove rimase dal 1928 al 1931.  Qui, trovando la possibilità di studiare, cominciò a mettere in discussione le sue idee politiche. Dal 1931 al 1932 fu trasferito a Viterbo, dove cominciò a rendersi conto della mancanza di libertà nella società socialista sovietica. 

La rottura con il partito comunista avverrà a Ponza, dove rimase dal 1937 al 1939. Nel 1937 venne espulso dal partito per le sue critiche alla dottrina comunista. Spinelli scrisse che le sue critiche erano quelle di chi dal comunismo si muove verso la democrazia. Venne poi trasferito sull’isola di Ventotene, dove rimase dal 1939 al 1943, e da dove cominciò il suo percorso attraverso il federalismo. Spinelli ricorda l’isola di Ventotene come un luogo nel quale avvenne la sua “elezione”. In quegli anni cominciò, secondo Spinelli, la sua vera vita.

La colonia di Ventotene

L’isola ospitava diverse componenti politiche di confinati, ognuno dei quali aveva fondato una propria mensa. Vi erano gli albanesi, in particolare Spinelli, in un primo momento, legò con Lazar Fundo, un intellettuale. Anarchici, ormai in decadenza, erano ormai persone che ripetevano il pensiero delle generazioni precedenti. I testimoni di Geova, screditati dagli altri confinati, ma con i quali Spinelli entrò in contatto. Vi erano infine i comunisti, il gruppo più consistente, giellisti e socialisti. Fra loro c’erano due eccezioni, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi, con i quali Spinelli scrisse il Manifesto di Ventotene.

Eugenio Colorni era socialista, arrestato nel 1938, fu confinato insieme a sua moglie Ursula Hirschmann, la quale però aveva diritto di andare e venire dalla colonia; grazie a lei il Manifesto raggiunse il continente. Spinelli si avvicinò subito a Colorni, con il quale passava tempo a discutere dei loro ragionamenti. Con Ernesto Rossi inizialmente ci fu diffidenza, ben presto superata da una profonda amicizia.

Altiero Spinelli e il Manifesto di Ventotene

L’influenza federalista avvenne attraverso un volume di Luigi Einudi, edito nei primi anni ’20, nel quale erano riprodotti alcuni suoi articoli del Corriere della Sera. Einaudi sottolineava l’inconsistenza della Società delle Nazioni e proponeva una federazione che unisse i popoli usciti dalla guerra. Importante furono anche gli scritti dei federalisti inglesi, in particolare Lord Lothian e Lionel Robbins, preferiti al federalismo ideologico mazziniano e proudhoniano.

Nell’idea di Spinelli la Federazione europea non era una ideologia ma era la proposta di creare un potere democratico europeo. Era la negazione del nazionalismo e la possibilità per la democrazia di ristabilire il controllo sugli stati nazionali. Inoltre, la federazione era la risposta allo spirito di Spinelli, desideroso di azione politica, a seguito della sua conversione alla democrazia.

Nell’inverno del 1940-1941 Spinelli propose a Rossi di creare un “manifesto per un’Europa libera ed unita” per poi farlo girare in clandestinità. Spinelli scrisse i primi due capitoli: “La crisi della civiltà moderna” e “Compiti del dopoguerra, l’unità europea.” Rossi scrisse, invece, “Compiti del dopoguerra la riforma della società.”

La questione chiave del Manifesto sono i limiti dello Stato nazionale che i totalitarismi hanno reso evidenti. Le conseguenze ricadono sulle libertà dell’individuo. Si parla, inoltre, esplicitamente di Federalismo.  La conduzione della battaglia per la Federazione europea, da attuarsi nell’ora presente, viene affidata a un movimento e non a un partito. Nella terza parte si parla di riforma sociale, Rossi pensa per l’Europa un socialismo riveduto e corretto “caso per caso”. Viene data particolare attenzione alle nuove generazioni e agli operai, a loro il movimento federalista deve rivolgersi. Inoltre, si afferma l’importanza della solidarietà sociale, dell’indipendenza della magistratura, della libertà di stampa e della laicità; si parla di assoluta abolizione del Concordato. Il manifesto raggiunse il continente grazie a Ursula Hirschman ma  non ebbe grandi adesioni.

Spinelli prosegue la sua azione federalista

Spinelli scrisse, inoltre, nell’agosto del 1943 alcune tesi che vennero adottate durante la fondazione del Movimento Federalista europeo, tenutosi a casa di Mario Alberto Rollier, a Milano. Erano presenti alcuni socialisti, repubblicani e in prevalenza azionisti.  Le tesi erano diverse, per alcuni aspetti, dal Manifesto di Ventotene, a partire dall’eliminazione della parte anticlericale; Spinelli, tornato a Roma, aveva capito dell’importanza che i cattolici avrebbero avuto nel panorama democratico.

Nel luglio del 1944 venne convocato un convegno a Ginevra che raggruppasse le varie forze della resistenza europea impegnate in senso federalista. Erano presenti 9 rappresentanti delle resistenze nazionali. Spinelli tornò poi a Roma dove, in un primo momento, aderì al partito d’azione. Mesi dopo si recò nella Parigi liberata dove si provò a dare vita a un movimento federalista europeo. Ben presto però Spinelli si accorse che, passato l’entusiasmo della liberazione, lo stato francese tornò a riorganizzarsi sulla base del centralismo burocratico. Spinelli vide che anche in Italia si stava ricostruendo lo stato nazionale.

Altiero Spinelli, deluso dalle ristrutturazioni degli stati nazionali, passata l’euforia della liberazione, tornerà a essere attivo in politica seguendo il processo di integrazione europea.

Silvia Brera per Questione Civile

Bibliografia

Pulventi, L’Europa e l’isola. Genesi del manifesto di Ventotene, edizione Bonanno editore

Spinelli, Come ho tentato di diventare saggio, edizione il Mulino

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