Il Corpus Iuris Civilis, ovvero la Grande Enciclopedia del diritto romano
Il Corpus Iuris Civilis è la pietra miliare sulla quale si fonda il diritto moderno. Dietro di esso si cela la storia del diritto che, partendo dall’antica Roma, giunge fino agli odierni sistemi giuridici. Voluta dall’imperatore Giustiniano I, tale raccolta normativa ha avuto un impatto incredibile non solo sul diritto, ma anche sulla cultura e sulla società europea.
«Omnia in corpore iuris inveniuntur» (Tutto si trova nel Corpus Iuris)
Il contesto storico: l’Impero Romano d’Oriente e la crisi del diritto
Durante i secoli, l’Impero Romano si era sviluppato e ampliato, arrivando a contemplare un territorio immenso sul quale esercitare il proprio potere. Con siffatta espansione, il diritto romano era andato incontro ad un incredibile accumulo di leggi, decreti, edizioni ed interpretazioni. Tali norme, la cui elaborazione avvenne nel corso di secoli, finirono spesso col contraddirsi reciprocamente. Ne risultò, pertanto, che la loro consultazione divenne ostica per tutti gli operatori del diritto, in modo particolare per giudici, avvocati e funzionari pubblici.
Quanto incominciò ad emergere fu che il diritto romano – nonostante fosse un sistema incredibilmente avanzato – presentava segni di una frammentazione interna. Il principale problema che si poteva riscontrare era la quasi impossibilità di poter consultare le leggi. Infatti, v’era incertezza su quali norme fossero ancora in vigore, quali fossero state modificate o quali addirittura abrogate. Il risultato fu una confusione generale, soprattutto in ambito amministrativo. L’amministrazione imperiale, invero, necessitava di rapidità ed efficienza, e questa confusione rappresentava un serio ostacolo al “buon governo”.
Tuttavia, nonostante questa situazione fosse palese a tutti, fu solo l’imperatore Giustiniano I a prendere le redini della questione, per risolverla una volta per tutte. Giustiniano I, salito al trono dell’Impero Romano d’Oriente nel 527 d.C., era convinto che il diritto fosse uno degli strumenti fondamentali per rafforzare l’identità e l’unità dell’Impero. Egli, dunque, decise di intervenire sulla vastità della legislazione romana per creare un sistema unificato e coerente.
Il Corpus Iuris Civilis prende forma: idea, realizzazione e visione del diritto unificato
Stabilita l’idea di base, ossia unificare il secolare diritto romano, l’ambizioso progetto di Giustiniano necessitava adesso di un piano di realizzazione. A questo ci pensarono i grandi giuristi e i consulenti dell’epoca che, giunti da ogni parte dell’Impero, contribuirono alla realizzazione del sogno dell’imperatore. Tra questi spicca la figura di Triboniano, un esperto di diritto che si occupò della raccolta, della selezione e della riorganizzazione delle leggi. Triboniano e gli altri esperti non si limitarono ad una mera attività di compilazione normativa: essi esaminarono ogni singola legge in maniera critica, eliminando ogni forma di ripetizione e di contraddizione presente nei testi esaminati.
Iniziava così a plasmarsi il Corpus Iuris Civilis, una raccolta che sarebbe stata compresa e applicata dai giuristi dell’epoca e dai futuri amministratori dell’Impero. Giustiniano aveva immaginato un diritto chiaro, stabile, sistematico e razionale, adatto alle esigenze di un Impero in rapido cambiamento.
La struttura del Corpus Iuris Civilis
Il Corpus Iuris Civilis si compone di quattro principali parti; ognuna di essa ha un ruolo specifico nel garantire un’esaustiva copertura del diritto romano. Esse sono:
– il Codex Iustinianus (Codice);
– il Digesto o Pandectae (Digesto);
– le Institutiones (Istituzioni);
– le Novellae Constitutiones (Novelle).
Il Codex Iustinianus (Codice)
Il Codex Iustinianus (o più semplicemente Codex) rappresenta la prima grande opera di cui si compone il Corpus Iuris Civilis. Esso rappresenta una raccolta di tutte le leggi emesse dagli imperatori romani fino al periodo di Giustiniano I. Il Codex rappresenta ciò che può essere definito una raccolta ufficiale di leggi dell’Impero o, meglio ancora, una “biblioteca” normativa. Al suo interno possono essere rinvenuti decreti, editti e leggi che, prima di essere raccolti in un unico testo, erano sparsi in registri e documenti. Esso venne pubblicato per la prima volta nel 529 d.C. e aggiornato nel 534 d.C. per correggere discrepanze ed errori in precedenza non rilevati.
Il Digesto o Pandectae (Digesto)
Il Digesto rappresenta una raccolta di estratti tratti da opinioni e scritti dei più importanti giuristi romani. Esso è la parte più articolata e complessa del Corpus Iuris Civilis. Il Digesto fu pensato per l’illustrazione, l’interpretazione e il commento delle leggi, garantendo una comprensione piena e dettagliata delle norme per la loro applicazione. Il Digesto è stato per secoli la principale fonte di riferimento per la formazione del pensiero giuridico. Esso, infatti, ha influenzato non solo il diritto medievale, ma anche la formazione dell’esperienza giuridica moderna.
Le Institutiones (Istituzioni)
Le Institutiones vennero concepite come un testo didattico, destinato sia agli studenti di diritto, sia a tutti coloro i quali volevano comprendere la materia. Esso è dunque un vero e proprio manuale introduttivo al diritto. Il contenuto delle Institutiones spiega in maniera chiara e concisa le basi del diritto privato romano, offrendo anche esempi e definizioni degli istituti ivi contenuti.
Le Novellae Constitutiones (Novelle)
Le Novellae Constitutiones rappresentano la raccolta delle leggi che furono emanate da Giustiniano I successivamente alla pubblicazione del Codex. Esse testimoniano l’evoluzione del diritto romano, dato che in esse sono incluse le disposizioni normative volte all’adeguamento della legislazione alle nuove esigenze dell’Impero. È importante sottolineare come le Novellae furono redatte per la maggior parte in lingua greca: questo a testimonianza del fatto che Giustiniano volesse aggiornare l’Impero non solo sul piano giuridico, ma anche dal punto di vista culturale e linguistico.
Il Corpus Iuris Civilis durante i secoli
Il Corpus Iuris Civilis rappresenta un’eredità che va oltre il tempo. Non rappresentò solo un’opera di ordinamento del diritto romano, ma divenne anche un modello per la codificazione del diritto in epoche successive.
A partire dal 1088, con la fondazione dell’Università di Bologna, Irnerio, giurista e glossatore medievale, iniziò a insegnare quale magister il Corpus Iuris Civilis. A partire dall’XI secolo d.C., dunque, Bologna divenne il primo centro di studi giuridici in Europa. Negli anni a seguire, anche le altre università italiane intrapresero gli studi ed i commenti al diritto romano, fondando le basi dello ius commune. Il Corpus Iuris Civilis venne così studiato, commentato e applicato, finendo col creare una solida base per la formazione dei giuristi medievali.
«Irnerio ha una geniale sensibilità per ciò che di nuovo sta producendo e si avvia a produrre la società del suo tempo, ed ha l’accortezza e la sapienza di assorbire, di fare proprio, di far fruttare per sé e per i suoi contemporanei un movimento di riscoperta delle antiche leggi giustinianee»
Molti dei principi contenuti nel Corpus Iuris Civili sono ancora oggi alla base dei sistemi giuridici di molti Paesi del mondo. Sono da citarsi, ad esempio, il Code Napoléon francese (1804) e il Bürgerliches Gesetzbuch tedesco (1896). Essi, infatti, rappresentano in maniera lampante l’eredità giuridica di Giustiniano I. Questi moderni codici, pur dovendosi adattare alle necessità del loro tempo, si rifanno alla logica, ai concetti e alla struttura del Corpus Iuris Civilis.
Inoltre, si ricordi la pandettistica, o scuola delle Pandette, fondata in Germania da Georg Friedrich Putcha nel XIX secolo. Putcha, ispirandosi alla scuola storica del diritto, fondata dal suo maestro Friedrich Carl von Savigny, realizzò tale movimento scientifico di analisi sistemica del diritto romano. L’obiettivo era di costruire una teoria sistematica del diritto privato basata sulle fonti romane, in particolare sul Digesto (Pandette). Putcha fu l’autore dell’opera Pandekten, che ridiede slanciò al diritto civile romano in Europa.
Corpus Iuris civilis ed educazione giuridica
Ancora oggi, giuristi e funzionari pubblici riconoscono l’importanza del diritto romano, in quanto esse rappresenta un patrimonio di conoscenze. Le università, sia italiane che estere, continuano a studiare il Corpus Iuris Civilis per il suo valore storico, logico e analitico. Esso rappresenta un ponte tra passato e presente. La conoscenza del diritto romano consente di comprendere a pieno l’evoluzione delle norme giuridiche e della convivenza civile che da queste deriva.
L’eredità culturale e la modernità
Oltre che nella sfera giuridica, il Corpus Iuris Civilis ha avuto influenza anche sulla cultura in generale: la razionalità, la logica e la chiarezza che caratterizzano il diritto romano hanno plasmato anche altri ambiti della cultura e del pensiero occidentale. Basti pensare, a titolo esemplificativo, alla filosofia e al diritto civile, fino a giungere ai sistemi sociali contemporanei.
Il Corpus Iuris Civilis è dunque strumento di coesione. L’ambizioso progetto di Giustiniano I dimostra come il diritto possa unire un popolo e realizzare una società più giusta ed ordinata. La codificazione delle norme non è solo un’operazione da intendersi in senso puramente tecnico, ma un atto volto a garantire l’equità e la stabilità nelle relazioni sociali.
Il diritto romano: un ponte tra le diverse culture del mondo
Infine, si può senza alcuna ombra di dubbio affermare che il Corpus Iuris Civilis abbia un valore che va oltre la semplice codificazione normativa. Esso è un ponte tra culture in un’epoca in cui le società sono sempre più interconnesse. Questo in quanto le idee di giustizia, equità e ragione che lo animano sono universali e rappresentano un linguaggio condiviso tra diverse culture e tradizioni.
L’eterna luce del Corpus Iuris Civilis
Il codice giustinianeo è qualcosa che va ben oltre la mera raccolta di leggi. È l’emblema di una visione giustizia, razionalità ed ordine che è riuscita a sopravvivere nei secoli fino a giungere a noi. Attraverso le sue quattro parti, Triboniano e i gli altri giuristi hanno dato vita non solo al volere di Giustiniano: essi hanno realizzato una svolta fondamentale nella storia del diritto.
Il Corpus Iuris Civilis dimostra come un processo di sistematizzazione, per essere utile, debba essere organizzato in modo chiaro e accessibile. Inoltre, la capacità di unire tutto lo scibile del diritto romano in un unico corpus rappresenta un modello di unità e coerenza. Unità e coerenza che sono fondamentali per il funzionamento di ogni società che possa definirsi civile. Oggi, il Corpus Iuris Civilis continua a ispirare giuristi, storici e studiosi di diverse discipline. Questo ci ricorda che la ricerca della verità e della giustizia è un percorso che unisce in maniera indissolubili il passato, il presente e il futuro.
Un invito alla scoperta
Chiunque sia interessato alla storia, al diritto o alla cultura occidentale troverà nel Corpus Iuris Civili un’opera affascinante e ricca di insegnamenti. L’invito è di scoprire un sistema che, adottato da un Impero ormai lontano, è ancora capace di influenzare il modo di intendere la nostra società.
Saverio Francesco Frega per Questione Civile
Bibliografia e Sitografia
M. Bellomo, Società e diritto nell’Italia medievale e moderna, Il Cigno G.G. Edizioni, Roma, 2012
J. P. Dawson, a cura e con un saggio introduttivo di Rocco Giurato, Gli oracoli del diritto, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli, 2014
F. Del Giudice, G. Paradisi, Storia del diritto medievale e moderno, Edizioni Giuridiche Simone, Napoli, 2017
R. C. van Caenegem, I signori del diritto: giudici, legislatori e professori nella storia europea, Giuffrè, Milano, 1991