Il principio di deterrenza nel diritto internazionale e il caso nucleare tra Israele, Iran e il ruolo degli Stati Uniti
Nell’alveo delle relazioni internazionali moderne, il principio di deterrenza è uno degli elementi portanti, particolarmente per la gestione degli armamenti nucleari. Partorito dalla strategia militare, tale concetto ha gradualmente acquisito un certo peso nel sistema del diritto internazionale, divenendo parte integrante delle oramai sempre più lontane dinamiche di pace e sicurezza collettiva.
Il principio di non deterrenza si basa sull’idea che una potenziale minaccia di ritorsione devastante possa prevenire un’aggressione. Trattasi di un equilibrio la cui instabilità è perenne, ma che (almeno fino ad oggi) è riuscito ad evitare catastrofi di portata mondiale.
In tale articolo saranno analizzati il principio di deterrenza nel diritto internazionale – con un’attenzione particolare al sistema nucleare – e l’attuale contesto geopolitico in Medio Oriente.
Definizione e fondamenti giuridici del principio di deterrenza
La deterrenza è la strategia per mezzo della quale uno Stato cerca di dissuadere un altro dal compimento di una potenziale azione ostile. Questo principio fa leva sulla minaccia credibile di una risposta sproporzionatamente dannosa. Traslato sotto l’aspetto militare, esso plica il possesso da parte di uno Stato di armi nucleari o, comunque, della capacità di infliggere gravi danni. Il tutto avverrebbe in risposta ad un’aggressione.
Sebbene il diritto internazionale non contempli una codificazione del principio di deterrenza, esso è comunque riconosciuto in maniera velata attraverso strumenti come:
- Art. 51 della Carta delle Nazioni Unite: che sancisce il diritto alla legittima difesa, individuale o collettiva, in caso di aggressione armata;
- L’equilibrio del terrore, generatosi nel contesto della Guerra Fredda ed accettato implicitamente come strumento di prevenzione di una guerra nucleare totale;
- I trattati di non proliferazione nucleare (TNP) e gli accordi di controllo degli armamenti.
Pertanto, il principio di deterrenza si colloca a metà strada tra il diritto positivo e la prassi politica. Questa concezione determina una zona grigia dove legalità e realpolitik si intrecciano inesorabilmente.
Deterrenza nucleare tra logica e paradossi
Per meglio comprendere il principio di deterrenza è opportuno un focus sul c.d. “equilibrio del terrore”. Sostanzialmente, se due o più Stati possiedono armi nucleari e la capacità di rispondere a un primo attacco con una rappresaglia distruttiva, nessuno dei due è interessato a generare un conflitto.
In base alla dottrina MAD (Mutually Assured Destruction), un attacco nucleare equivarrebbe al suicidio politico e fisico del Paese attaccante. Se, però, da una prima lettura il principio pare di per sé logico, ad una più attenta visione appaiono dei paradossi:
- Paradosso della credibilità: più la minaccia diventa terribile, meno credibile è che venga effettivamente attuata;
- Paradosso della proliferazione: se la deterrenza è sinonimo di pace, allora tutti i Paesi del mondo hanno il diritto di dotarsi di armi nucleari;
- Paradosso morale: la deterrenza si basa sulla minaccia di compiere atti illegittimi che, tuttavia, servono a mantenere la pace.
La sussistenza di questi paradossi è oggetto di dibattito a livello internazionale. Dibattuta è soprattutto la legalità dell’uso (o della minaccia dell’uso) di armi nucleari. Con parere consultivo del 1996, la Corte Internazionale di Giustizia ha affermato che la minaccia o l’uso di armi nucleari sarebbe generalmente contrario al diritto internazionale umanitario. Tuttavia, la stessa Corte non ha escluso la legalità del loro uso in circostanze estreme di legittima difesa.
La deterrenza asimmetrica tra Iran e Israele
Come oramai appurato dagli ultimi avvenimenti, il Medio Oriente è oggi il teatro più sensibile in termini di deterrenza nucleare. Questo è dovuto principalmente alla latente presenza di armi nucleari in Israele ed ai tentativi dell’Iran di sviluppare capacità analoghe.
Israele, adottando una politica di ambiguità strategica (nuclear opacity) non ha mai confermato né smentito ufficialmente il possesso di armi nucleari. Tuttavia, si stima che Israele possieda tra le 80 e le 200 testate nucleari. La sua posizione consente di:
- Mantenere la superiorità strategica nella regione;
- Sfruttare la deterrenza implicita senza provocare apertamente i Paesi vicini;
- Non dover rispondere formalmente agli obblighi del TNP.
L’Iran viene considerato da Israele una minaccia esistenziale, soprattutto alla luce delle retoriche negazioniste e anti-israeliane pronunciate da alcuni leader iraniani. Inoltre, sono rilevanti anche i legami dell’Iran con attori non-statali ostili, come Hezbollah.
Iran: tra autodifesa e sospetti internazionali
Dal canto suo, l’Iran è firmatario del Trattato di Non Proliferazione (TNP), dichiarando che il suo programma nucleare ha esclusivamente fini civili. Tuttavia, già dagli anni 2000, agenzie internazionali e intelligence occidentali hanno sollevato dubbi su un possibile uso duale (civile e militare) del programma iraniano.
Il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA) del 2015 ha cercato di porre dei limiti verificabili al programma iraniano. L’Iran, in cambio, di tali controlli, ha richiesto la revoca delle sanzioni applicate nei suoi confronti. Tuttavia, l’uscita unilaterale degli USA dal JCPOA (voluta nel 2018 dall’amministrazione Trump), ha leso il meccanismo di fiducia tra le parti coinvolte.
Legittimato dall’abbandono degli USA del JCPOA, l’Iran ha aumentato l’arricchimento dell’uranio, fino a giungere a livelli prossimi a quelli necessari per usi militari.
Questo ha portato Israele ad attaccare il Paese; il 13 giugno 2025, è iniziata l’operazione militare su vasta scala denominata “Leone Ascendente”. L’operazione è giustificata come un attacco preventivo volto appunto a fermare un’imminente minaccia nucleare e militare iraniana.
Il ruolo degli Stati Uniti
Washington ha sempre garantito ad Israele un ombrello strategico, sostenendo il suo diritto all’autodifesa e fornendo ampi aiuti tecnologici e militari.
Il 21 giugno 2025, gli USA (sotto l’amministrazione Trump) hanno avviato l’Operazione “Martello di Mezzanotte”. Secondo fonti del Council on Foreign Relations, l’attacco statunitense è stato effettuato verso tre impianti nucleari iraniani (Fordow, Natanz, Isfanhan). Gli Stati Uniti hanno impiegato circa centoventicinque aerei, inclusi bombardieri B-2 che hanno sganciato per la prima volta le GBU-57 MOP. L’Iran ha definito questa operazione come imperdonabile.
La “conclusione” della vicenda
Tra il 23 e il 24 giugno è entrato in vigore un cessate il fuoco, negoziato principalmente dagli USA e con la mediazione anche del Qatar. Il Presidente Trump ha perciò parlato di “Guerra dei 12 giorni”. Il cessate il fuoco, nonostante alcune violazioni iniziali, è riuscito a perdurare fino al 26 giugno. Israele ha rimesso in piedi gli aeroporti civili e ha allentato alcune restrizioni precedentemente imposte. L’Iran, dal canto suo, ha deciso di sospendere in maniera temporanea la cooperazione con l’AIEA.
Tuttavia, nella realtà dei fatti, il conflitto non ha portato ad alcuna risoluzione che possa definirsi duratura. Considerata temporanea e fragile, la tregua vede anche l’Iran mantenere una posizione reticente nei confronti dell’inizio dei controlli internazionali sul suo programma nucleare. Ed è per questo che Stati Uniti e Israele parlano sì di una vittoria strategica, ma non di una pace che possa dirsi definitiva.
Nuovamente, il futuro della deterrenza e della pace dipendono oramai dalla capacità della comunità internazionale di integrare la logica della sicurezza con quella del diritto. È necessario superare il concetto della minaccia come strumento di equilibrio, rafforzando più che mai forme cooperative e inclusive di sicurezza collettiva. Tutto questo, ovviamente, per evitare che momenti di crisi si trasformino in una disastrosa escalation a livello mondiale.
Saverio Francesco Frega per Questione Civile
Bibliografia e sitografia
B. Conforti, M. Iovane, Diritto internazionale, XII edizione con aggiornamenti, Editoriale Scientifica, Napoli, 2023
L. Maiani, La deterrenza nucleare tra diritto internazionale e sicurezza collettiva, Giuffrè Editore, Milano 2019
www.treccani.it

