Alessandria: il faro della cultura nel mondo antico

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Alessandria: il faro dell’antichità

Alessandria d’Egitto fu uno dei più grandi centri produttivi per la cultura del mondo antico. In questo articolo, esploreremo l’origine della città e della sua grande Biblioteca.

Alessandria: la fondazione del nuovo centro culturale

Nel 333 a.C., Alessandro vinse la battaglia di Isso contro Re Dario, compiendo uno dei più grandi capolavori strategici della storia militare. Al termine della battaglia, Alessandro avanzò verso la conquista di Damasco, Tiro e Gaza.

Nel 332 a.C., Alessandro entrò in Egitto alla testa della sua armata venendo accolto come colui che avrebbe liberato l’Egitto dal giogo persiano. Per celebrare il suo trionfo, Alessandro decise di fondare una città sulla lingua di terra situata tra la Palude Mareotide ed il mare, dandole il nome di Alessandria d’Egitto.

Ventisette anni più tardi, precisamente nel 305 a.C., Tolomeo I Sotere (uno dei Diadochi di Alessandro Magno) ebbe l’idea di far edificare la Biblioteca di Alessandria. Non si pensi, però, che quella di Alessandria fosse solo una storia di cultura e sapere. Anzi, fu al centro di molti eventi storici del mondo antico.

Alessandria: terra di conquista di Gaio Giulio Cesare

Durante la campagna di conquista dell’Egitto, Gaio Giulio Cesare entrò ad Alessandria nel Settembre del 48 a.C., pochi giorni dopo la morte di Pompeo (il quale aveva cercato rifugio presso il faraone Tolomeo, che invece lo fece decapitare per accaparrarsi la lealtà di Cesare). Il signore di Roma arrivò alla testa di 3200 uomini (appartenenti alla Legio VI e alla Legio XVII) e circa 800 cavalieri galli e germani.

Poco dopo il suo arrivo, Cesare venne raggiunto da una giovane donna, tanto ambiziosa quanto ammaliante: il suo nome era Cleopatra, ultima dei Faraoni. La giovane Cleopatra ambiva al trono d’Egitto, nonostante dovesse dividersi il regno d’Egitto col fratello Tolomeo.

Cleopatra, dunque, accettò di buon grado l’alleanza che Cesare le propose (probabilmente ammaliato dal fascino della giovane regina egizia) per il bene di Roma e dell’Egitto. In seguito a questa alleanza, scoppiarono disordini ad Alessandria, che portarono al primo rogo della Biblioteca nel 48 a.C. Molte opere andarono perdute, senza più possibilità di recuperarle.

Alessandria: Aureliano contro Zenobia

Un altro importante evento storico che vide la Biblioteca di Alessandria come protagonista fu la guerra tra Aureliano (Imperatore dal 270 al 275 d.C.) e la regina Zenobia di Palmira, che si era autoproclamata Regina dei Re di Palmira usurpando il trono del marito, il Corrector Orientis (Reggente di quell’area). Non potendo tollerare un tale affronto, Aurelio mosse guerra contro la ribelle Palmira, assediando la città e catturando la Regina.

Tuttavia, nel 270 d.C., gli scontri arrivarono ad Alessandria d’Egitto, causando il rogo del Bruchion. Questo era il quartiere “ricco” di Alessandria, dove erano stati posti la reggia (prima reale, poi imperiale) e la Biblioteca. Più di due secoli dopo il primo rogo, la Biblioteca di Alessandria prese nuovamente fuoco. E altre centinaia di opere culturali andarono perse per sempre.

L’editto di Teodosio e la “saggezza pagana”

Nel 391 d.C., la Biblioteca di Alessandria conobbe il suo momento più complicato, il suo “Sacco di Roma”, un evento dal quale non si sarebbe più rialzata. L’Imperatore Teodosio (che regnava sull’Impero Romano d’Oriente dal 379 d.C.) emise un editto nel 391 d.C., facente parte degli Edicti Teodosiani. Con questo editto, Teodosio mise al bando la “saggezza pagana”, ovvero gran parte del sapere che era contenuto nella Biblioteca.

In seguito a questo editto, la Biblioteca venne distrutta. Sono molte le tesi sulla distruzione della Biblioteca, ma quelle più rilevanti sono due: la prima sostiene che la Biblioteca Maggiore sarebbe stata distrutta insieme al Serapeo (la Biblioteca Minore); la seconda tesi, invece, sostiene che sarebbe stato distrutto solo il Serapeo, ipotizzando quindi la sopravvivenza della Biblioteca Maggiore. Sta di fatto che molte opere andarono perdute, causando un immenso danno alla cultura umana.

Alessandria d’Egitto: un faro della cultura antica

L’importanza della città fondata dal condottiero macedone, dunque, si deve soprattutto al ruolo che giunse a rivestire di capitale culturale del mondo antico. Come detto, il regno di Tolomeo I Sotere prima,e poi di Tolomeo II Filadelfo, oltre a quella del Faro, videro la costruzione della celebre Biblioteca e del Museo, un edificio dedicato alle Muse, le figlie di Zeus.

Quest’ultimo, in particolare, non era adibito alle funzioni per le quali è conosciuto oggi. La struttura non esibiva, infatti, al suo interno reperti del passato. Costituiva, bensì, un luogo di studio e di incontro fra eruditi, e vi veniva praticato anche l’insegnamento. Per secoli, in effetti, il Museo di Alessandria rappresentò la massima istituzione culturale del mondo ellenistico.

Sotto la dinastia tolemaica, la biblioteca divenne, d’altro canto, il primo centro di raccolta del sapere universale della storia. Qui vennero depositate opere appartenenti a tutti i campi della conoscenza, ove potevano essere discusse e consultate. Grande importanza ebbe, in questo senso, il cosiddetto “fondo delle navi”. Si tratta di un decreto di Tolomeo II che imponeva alle navi ormeggiate nel porto di Alessandria di cedere alla biblioteca tutti i libri a bordo in cambio di copie.

Questo fertile ambiente culturale attrasse molti dei più grandi pensatori e intellettuali del tempo, che vissero, studiarono o giunsero in visita della città.

La prima organizzazione della Biblioteca di Alessandria

L’organizzazione iniziale della Biblioteca venne affidata da Tolomeo I a Demetrio Falereo, considerato il più grande oratore del tempo, nonché uno dei primi filosofi peripatetici. Demetrio, infatti, era stato discepolo di Teofrasto, direttore del Liceo di Atene fondato da Aristotele, ed era stato al governo della città per dieci anni. In seguito, era stato costretto alla fuga in Egitto, dove era diventato uno dei più importanti consiglieri del faraone.

Demetrio si ispirò alla scuola aristotelica ateniese nell’organizzazione della Biblioteca di Alessandria. Su questo modello, inoltre, fece anche dotare il Museo di un Peripato, il corridoio colonnato caratteristico del Liceo aristotelico. Purtroppo, non ci è pervenuta nessuna delle sue opere scritte e quanto sappiamo di lui ci deriva solo dalla tradizione indiretta.

Sotto la guida di Demetrio operò come primo direttore della Biblioteca Zenodoto di Efeso. Filologo e poeta, divenne celebre per aver realizzato la prima edizione critica di Omero. Fu il primo nella storia ad organizzare le opere racchiuse nella Biblioteca in ordine alfabetico, secondo il nome dell’autore.

Le grandi menti

Alessandria, quindi, divenne la vera e propria capitale della cultura del Mediterraneo, e lo rimase fino ai primi secoli dell’Impero Romano. Qui fiorirono gli studi in tutti i campi del sapere, dalla medicina alla geografia e all’astronomia, dalla matematica alla filologia e alla filosofia.

Fra i più celebri matematici che frequentarono Alessandria vi fu Euclide, vissuto nel III secolo a.C., che pose le fondamenta della geometria ancora oggi studiata. Anche lo stesso Archimede di Siracusa, uno dei più grandi inventori del mondo antico, studiò lungamente nella città.

Fra i geografi Eratostene, che fu bibliotecario ad Alessandria e collaboratore di Archimede, determinò con precisione quasi assoluta la circonferenza terrestre. Nel II secolo a.C. operò, poi, Ipparco di Nicea, il più grande astronomo osservatore dell’antichità, considerato anche il fondatore della trigonometria.

Al II secolo d.C. appartenne Claudio Tolomeo, che teorizzò il sistema geocentrico, che rimase in uso fino agli inizi dell’Età Moderna.

Le scuole filosofiche

Alessandria d’Egitto accolse, poi, anche la nascita di due scuole filosofiche neoplatoniche. Della prima, fondata nel III secolo d.C, Ammonio Sacca è considerato il fondatore. Il filosofo ebbe poi due illustri discenti: Origene il pagano e Plotino di Licopoli, che individuò in Ammonio il maestro a lungo cercato.

Plotino, insieme ad Ammonio, è considerato uno dei padri del Neoplatonismo. condusse i suoi studi ad Alessandria per undici anni sotto la sua guida, prima di unirsi ad una campagna militare in Persia. In seguito a questa esperienza, che si rivelò un fallimento, si trasferì a Roma, ove fondò una propria scuola neoplatonica.

La filosofa Ipazia è considerata la fondatrice della seconda scuola filosofica di Alessandria. Anch’essa di stampo neoplatonico, si sviluppò dal IV al VII secolo d.C. Ipazia era figlia del grande matematico Teone e visse ad Alessandria tra il IV e il V secolo d.C.

Sebbene di lei non ci pervenga alcuno scritto, è considerata la prima scienziata la cui vita sia ben documentata da fonti indirette. Fu donna di grande cultura e di vivace intelligenza. Morì assassinata nel 415 d.C., in un clima di crescenti conflitti ideologici che caratterizzò la regione.

Francesco Ummarino e Gabriele Todaro per Questione Civile

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