Anarchia militare: l’organizzazione nell’Antica Roma

Alice Walker

Anarchia militare: l’Impero romano in crisi

Quando si pensa all’Antica Roma, il primo pensiero va alla perfetta organizzazione burocratico-amministrativa che portò Roma ad essere prima Repubblica e poi Impero, un Impero grandioso come pochi altri. Tuttavia, la città caput mundi visse tanti momenti storici complicati, dalla sua fondazione alla sua caduta. Uno dei più famosi  fu senza alcun dubbio l’Anarchia Militare, che si analizzerà in questo articolo. 

Anarchia militare: breve introduzione

Per dare un inquadramento cronologico più preciso, l’Anarchia Militare fu il periodo di tempo che si pose tra la Dinastia dei Severi (iniziata nel 193 d.C. con Settimio Severo e finita nel 235 d.C. con Alessandro Severo) e la Tetrarchia di Diocleziano, iniziata nel 285 d.C. e così chiamata poiché Diocleziano divise il potere in quattro cariche).Più precisamente, riguarda il periodo compreso tra 235 e 284 d.C. che vide salire al soglio imperiale più di venti Imperatori. Si parla di “Anarchia Militare” poiché i sovrani di questo periodo furono per la maggior parte comandanti militari eletti dalle rispettive legioni e riconosciuti come Imperatori.

Roma, già prostrata da questa costante instabilità del potere centrale, dovette affrontare anche altri problemi molto gravi, tra cui l’annoso problema delle frontiere settentrionali dell’Impero. Esse, infatti, subirono la pressione delle popolazioni barbariche.

La situazione, dunque, era molto complicata e rischiava di far crollare su sé stesso l’ Impero Romano d’Occidente. Non è un caso che questo periodo sia anche conosciuto come “Crisi del III Secolo”. Purtroppo, sarebbe impossibile riassumere l’intera Anarchia Militare in un solo articolo, pertanto ci si limiterà all’analisi dell’inizio e della fine di questo periodo.

Anarchia militare: il regno di Massimino Il Trace

Gaio Giulio Vero Massimino, detto Massimino “Il Trace”, era originario di un’umile famiglia della Tracia (da qui il soprannome “Il Trace”), ed era dunque un “barbaro”. Ciononostante, Massimino Il Trace venne acclamato Imperatore dalle legioni nel 235 d.C. La sua elezione fu qualcosa di davvero clamoroso per l’epoca: Massimino fu il primo “barbaro” a diventare Imperatore e, soprattutto, fu il primo Imperatore che non si era mai recato a Roma nella sua vita.

Attorno alla sua figura vi è un’aura semi-leggendaria. Pare che Massimino fosse dotato di una forza sovraumana, e che fosse un vero e proprio gigante, altro tra i 2.39 ed i 2.48 metri. Se si considera che l’altezza media nell’Antica Roma era di 1. 67 metri, Massimino era davvero un gigante. Risulta difficile credere ad una tale altezza, ma il fascino della Storia sta anche (talvolta) in questi curiosi elementi.

Il suo regno durò solo 3 anni, fino al 238 a.C. Ai suoi successi militari sui fronti del Reno e del Danubio contro Alamanni, Daci e Sarmati ( popolazione iranica famosa per i suoi cavalieri, i Catafratti Sarmati) si contrappose il suo “pugno di ferro” nella politica interna. Il Trace, infatti, impose un pesante prelievo fiscale ai danni dei cittadini, giustificando la cosa con l’esigenza di finanziare l’esercito romano.

Questa politica economica portò Massimino ad inimicarsi l’aristocrazia senatoria e le élite che controllavano il commercio e l’economia di Roma. Venne dichiarato “Hostis Publicus”, ovvero “Nemico pubblico”. Per delegittimare il potere del Trace, il Senato prese una decisione che avrebbe cambiato il corso della Storia.

La rivolta in Africa

Massimino Il Trace, con la sua sconsiderata pressione fiscale, portò il Senato a favorire una rivolta di proprietari e coloni contro l’Imperatore nella primavera del 238 d.C. La ribellione, appoggiata anche dalle élite della società romana, venne capeggiata da Gordiano, anziano proconsole d’Africa (aveva 80 anni, all’epoca dei fatti) nominato Augusto dal Senato stesso. Il primo atto di Gordiano fu quello di nominare come suo Cesare il figlio, che si chiamava anch’egli Gordiano.

Venuto a sapere della congiura in atto, Massimino inviò parte delle sue truppe in Africa. Il Senato, tuttavia, non si fece intimorire. Dopo la morte dei due Gordiani, l’oligarchia senatoria affidò il potere a due uomini di fiducia: Pupieno e Balbino. Si creò quindi una diarchia, che andò a contrapporsi nuovamente a Massimino.

La caduta del Trace

Dopo poco, i due Gordiani furono uccisi e la rivolta venne repressa. Sempre nel 238 d.C., Massimino partì per Roma con le sue legioni con l’intento di prendere militarmente possesso della capitale. Arrivato ad Aquileia, assediò la città che si rifiutò di permettere il transito delle legioni. La situazione, da un evidente vantaggio per Massimino, precipitò nel momento in cui anche altri villaggi si unirono alla difesa di Aquileia. Per i soldati di Massimino, la situazione si fece via via sempre più insostenibile.

Alcuni generali espressero a Massimino il proprio malcontento, evidenziando la stanchezza di combattere contro l’intero mondo romano. In tutta risposta, Massimino li fece assassinare. La sua fine giunse nel momento in cui la Legio II Parthica (una legione stanziata ad Abano) si recò in armi nell’accampamento di Massimino. Arrivati al campo, i legionari assassinarono Massimino e suo figlio. Una volta ucciso Il Trace, venne operata ai suoi danni la damnatio memoriae.

La “restaurazione” e la fine dell’anarchia militare

La fase finale dell’ Anarchia Militare, dopo le due fasi intermedie (Filippo l’Arabo ed Emiliano nel periodo 244-253 d.C. e la diarchia di Valeriano e Gallieno nel periodo 253-268 d.C.), vide un progressivo ritorno ad una situazione più stabile, sia a livello economico sia a livello sociale. I protagonisti indiscussi di questa “restaurazione” furono gli Imperatori appartenenti alla dinastia Illirica. Il primo della dinastia fu Claudio Il Gotico, Imperatore dal 268 al 270.

 Il successore fu Aureliano, eroe della riconquista del Regno di Palmira nella guerra contro la Regina Zenobia (271-273 a.C.). Aureliano è molto conosciuto a livello storiografico per aver fondato il culto del Sol Invictus nel 274 d.C.; egli, infatti, consacrò il tempio omonimo al Dio Sole, che diventò la principale divinità. Per completare la sua ascesa, Aureliano si rese protagonista della riconquista della Gallia. Grazie a questa importante vittoria, Aureliano ottenne il titolo onorifico di Restitutor Orbis. Alla sua morte, si succedettero sul trono imperiale Marco Claudio Tacito, Marco Annio Floriano e Marco Aurelio Probo (quest’ultimo restò sul trono per 6 anni, distinguendosi per alcuni importanti successi militari lungo la frontiera settentrionale dell’Impero).

Con la “triade” di Marco Aurelio Caro ed i due figli Numeriano e Carino, nel 284 d.C. l’ Anarchia Militare ebbe fine. Nel 284 d.C., infatti, salì al trono Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, che avrebbe dato il via alla Riforma Tetrarchica dell’Impero Romano.

Conclusioni

Abbiamo dunque visto come l’Anarchia Militare fece tremare l’Impero Romano fino alle sue fondamenta, rischiando di farlo crollare su sé stesso. Da Massimino Il Trace a Carino, passando per Valeriano ed Aureliano, le legioni romane hanno detenuto per 50 anni un grande potere. Tuttavia, Roma resistette anche a questa grande crisi politica, sociale, economica e militare. Resistette perché aveva fondamenta solide e radicate nel tempo, plasmate dalle grandi personalità del suo passato. Tuttavia, questa crisi fu solo l’anticipazione di ciò a cui Roma sarebbe andata incontro. Un periodo ancor più complesso che, dopo circa duecento anni, avrebbe portato alla sua caduta in Occidente.

Francesco Ummarino per Questione Civile

Bibliografia

  • G. Geraci – A. Marcone, Storia Romana, Quarta Edizione, Le Monnier Università, Mondadori S.P.A. Milano, 2016
  • M. Ottaviani, Massimino Il Trace, Manni Editore, San Cesareo di Lecce, 2009
  • A. Pistellato, Res Publica Ciceroniana e Anarchia Militare, Ca’ Foscari Edizioni, Venezia, 2021, in Paulo Maiora Canamus – Raccolta di studi per Paolo Mastrandrea, a cura di M. Manca e M. Venuti, scaricabile in pdf al link: https://edizionicafoscari.unive.it/media/pdf/books/978-88-6969-558-2/978-88-6969-558-2-ch-18.pdf
  • Erodiano, Storia dell’Impero dopo Marco Aurelio, a cura di F. Cassola, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2017, ed. e-pub

Sitografia

  • https://www.treccani.it/enciclopedia/massimino-detto-il-trace/
  • https://bardiromaantica.it/crisi-terzo-secolo-cause-conseguenze/
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