Papa Ratzinger e il suo coraggio a servizio di una chiesa moderna

Papa Ratzinger

È morto Papa Ratzinger

Con estremo rammarico apprendiamo la notizia della dipartita di Joseph Aloisius Ratzinger, al soglio pontificio Papa Benedetto XVI. Tentare di mostrarne la statura morale e civile oltreché, va da sé, religiosa, è impresa ardua; ma anche in un’ottica «laica e liberale», come ha di recente chiosato Corrado Ocone, va sottolineata l’importanza del suo papato (il gesto di rinunzia rappresenta forse l’apice di una riflessione teologica senza precedenti in seno al Cattolicesimo) e pure della sua precedente carriera ecclesiastica, svoltasi sotto il segno del Concilio, dell’ecumenismo, del dialogo e di quello che l’insigne storico Vincenzo Ferrone ha definito uno «strano illuminismo».

Fede e ragione in Papa Ratzinger

È stata proprio la dialettica Cristianesimo-illuminismo ad aver informato gli storici passi in avanti che la Chiesa ha compiuto – o meglio: è stata incoraggiata a compiere – sotto il papato di Ratzinger.

Il Pontefice ha dimostrato un’inedita e persino insperata apertura alle esigenze di un mondo in cui lo spazio per la religione aveva assunto nuove fisionomie: rispetto al predecessore Giovanni Paolo II, «ultimo papa re» (Cardini), che, vanificando in parte il grido d’allarme raccolto dal Concilio Vaticano II, aveva tentato di riportare il Cattolicesimo sui binari di un’ortodossia quasi ancien régime (valorizzando opinabili devozioni popolari, rafforzando la gerarchia cardinalizia, entrando a gamba tesa in politica), il suo pur fidatissimo successore ha impresso una svolta epocale: basti pensare all’aperta e plateale denunzia nei confronti della pedofilia; ma anche al raffreddamento dei toni nel misurarsi con la politica; e infine al continuo tentativo di avvicinare la fede cattolica alla ragione senza ricorrere a semplicistiche quanto anacronistiche risposte scolastiche (si pensi alla celebre e, si spera, destinata a durare, conferenza su questo tema tenuta all’Università di Ratisbona nel 2006 o agli incontri, culturalmente produttivi, con personalità laiche come Habermas e Odifreddi).

Papa Ratzinger e la nuova chiesa cattolica

In questo, coraggiosissima è stata la ridefinizione del soggetto «Chiesa Cattolica» proposta dall’allora Pontefice: egli ne «aprì le porte», sperando di dar conclusione alle istanze riformatrici che nell’ambito del Concilio aveva proposto, a tutti gli «agnostici in ricerca di Dio» (così si espresse nel celebre dialogo interreligioso svoltosi ad Assisi nel 2011), condannando da una parte il relativismo morale e valoriale sfrenato che affligge la società odierna, ma dall’altra riconoscendo nel relativismo e nello scetticismo moderato il metodo privilegiato di avvicinamento a una fede nuova e che in duplice senso si definisce «privata»: «privata» in senso di (parzialmente – e fortunatamente) «protestantizzata», interiorizzata in un più maturo rapporto con la coscienza, senza però che si faccia individualistica quantomeno sul fronte etico-morale; e al contempo «privata» del surplus di devozione e superstizione popolare che tanta parte giuocava e giuoca tuttora nella scristianizzazione – e nell’ancora peggiore disinteressamento dalle questioni religiose – delle giovani generazioni.

La scristianizzazione e Ratzinger

Come impietosamente esposto nel magistrale ed in brevissimo tempo impostosi come «canonico» saggio di Ricciardi La chiesa brucia (?), la più grande sfida per la Chiesa all’alba del nuovo millennio è la scristianizzazione; del resto, dopo un secolo come il ‘900, Jonas aveva lucidamente osservato che, se di un Dio si sarebbe parlato dopo Auschwitz, Questi non avrebbe più potuto esser definito al contempo onnipotente, buono e conoscibile.

Quella di Jonas non è, per altro, una posizione originalissima (pensiamo a Lucrezio, a Leopardi, agli atleti del libero pensiero che animarono la Crisi della coscienza europea); e tuttavia s’impone come vera e irrevocabile se non dagli illusi, dopo le tragedie del «secolo breve» – definizione che, alla luce di tante vicende d’attualità, par invecchiata malissimo. Questo fenomeno di scetticismo montante grava doppiamente sulla Chiesa Cattolica, sempre più percepita, anche grazie a una mutata impostazione delle discipline storiche, come secolarmente e costitutivamente ostile al progresso e al conseguimento delle libertà individuali e collettive.

Post-cristianesimo e Papa Ratzinger

Il secondo ‘900 infatti vide la Chiesa misurarsi con un mondo da cui, saccheggiando PPP, erano definitivamente «scomparse le lucciole»: società di massa, buoni livelli d’istruzione, trionfo del capitalismo furono fattori concorrenti al «progresso dell’umanità», volendo usare un termine roboantemente illuministi; e però lasciavano sempre meno posto a una religione come la cattolica, sia che la s’intendesse come giustificatrice di quello stato di cose, sia che la s’immaginasse come baluardo resistenziale ad esso.

Un filosofo fra i massimi dei nostri giorni, Salvatore Natoli, infatti parla di quella odierna come di una società post-cristiana, il cui unico ritorno alla religiosità (non più, e si può dire per fortuna, alla religione) è costituito dall’ipotesi neo-pagana.

Claudio Bonvecchio, altrettanto convincentemente, oppone tanto alle consolazioni mal invecchiate quanto al materialismo galoppante un ritorno alle nostre radici gnostiche. Ratzinger seppe confrontarsi a testa alta con questi mutamenti, e anche in ragione della sua produzione teologica, è più che ragionevole parlare di un suo progetto di riforma radicale della Chiesa cattolica: un progetto che, iscritto nel solco del Concilio Vaticano II, avrebbe coinvolto tanto la teologia quanto il rapporto con l’Altro; tanto l’immagine della Chiesa quanto la sua organizzazione. Un progetto che, osteggiato dalle gerarchie cardinalizie e percepito forse come irrealizzabile dallo stesso pontefice, ne decretò una profonda – e altissima – crisi di coscienza che lo spinse al secondo «gran rifiuto» della storia.

Chi per coraggio fece il gran rifiuto

È forse in ragione della sua origine tedesca, e dunque di una sua esposizione – non necessariamente voluta – alla cultura protestante, che Papa Benedetto XVI, più d’ogni altro suo predecessore, si misurò, oltreché con una la stingente attualità, con quel «mostro» che la Chiesa Cattolica fino al Concilio Vaticano II aveva tenuto fuori dalla porta: la coscienza.

Proprio dall’assoluto valore riconosciuto a quest’ultima derivò la dolorosissima decisione di dimettersi dal soglio petrino riconoscendo e proclamando incapacitatem suam ad ministerium sibi commissum bene administrandum: questa sua ammissione d’«incapacità», sbalorditiva sotto ogni profilo, lungi dall’essere un atto di «viltà», si configura (sia pure in negativo) come il più grande e coraggioso atto di obbedienza a una coscienza altissima, che si rendeva conto dell’impossibilità di cambiare dall’interno un’istituzione percepita come inadatta ai tempi e recalcitrante a ogni passo in avanti: questo anche in ragione – non si può negarlo – della mancanza da parte di Ratzinger del carisma da «capopopolo» che era stato proprio del suo predecessore e che lo è del suo successore. Ciò per cui possiamo pregare – o ciò che laicamente possiamo auspicare – è che il nuovo pontificato porti a compimento in positivo il messaggio dolorosamente e con coraggio inaudito lanciato da Benedetto XVI, il quale la sensibilità non solo religiosa ma anche civile auspichiamo «canonizzi» al più presto.

A Dio

Andrea Monti per Questione Civile

Per approfondire:

C. Bonvecchio, Echi della gnosi, Milano, Mimesis, 2020

R. Dreher, L’opzione Benedetto. Una strategia per i cristiani in un mondo post-cristiano, Roma, San Paolo, 2018

V. Ferrone, Lo strano illuminismo di Joseph Ratzinger, Bari-Roma, Laterza, 2013

S. Natoli, La salvezza senza fede, Milano, Feltrinelli, 2007

C. Ocone, Io laico e liberale vi spiego il fascino di Benedetto XVI, articolo del 29 dicembre 2022 su NicolaPorro: https://www.nicolaporro.it

J. Ratzinger, J. Habermas, Ragione e fede in dialogo, Venezia, Marsilio, 2005

J. Ratzinger, L’elogio della coscienza. La verità interroga il cuore, Siena, Cantagalli, 2009

J. Ratzinger, P. Odifreddi, In cammino alla ricerca della Verità, Milano, Rizzoli, 2022

Franco Cardini (anche) su Ratzinger

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