Nazismo: dal 1933 di Hitler all’invasione della Polonia

Nazismo

Nazismo: la Germania Hitleriana dalle prime leggi liberticide all’entrata in guerra contro la Polonia 

Gli anni che preannunciano la Seconda Guerra Mondiale sono anni di profondo cambiamento per la Germania. Il regime del Nazismo, le sue leggi, l’antisemitismo dilagante mutano il volto di un paese che cade nel terrore, preludio della devastante Guerra e dei terribili crimini che porterà con sé.

La banalità del male”
– N. 2
Questo è il secondo numero della Rubrica di Area dal titolo “La banalità del male, appartenente all’Area di Storia Moderna e Contemporanea

Nazismo: basta democrazia, le prime leggi dello stato Hitleriano

Il 1933 si era aperto con la nomina di Adolf Hitler a Cancelliere del Reich, la sciagurata scelta del Presidente Hindenburg, convinto di poterlo controllare. Non passa neanche un mese, è il 27 febbraio quando il parlamento tedesco prende fuoco. Questa non è una sciagura, l’incendio è doloso e il governo appena insediato ha ben chiaro chi nominare quale colpevole.

Sono i comunisti, gli storici nemici di Hitler e di quel partito che lo segue con cieca fiducia. Lo scopo, dice chi accusa i marxisti dell’incendio, è mettere le basi per un colpo di stato. La ribellione all’ordine costituito, il male che i comunisti volevano per la Germania.

La paura, come spesso accade, diventa un’arma sufficiente a far chiudere lo Stato in se stesso. Non passano neanche ventiquattr’ore, il 28 Febbraio viene promulgato il Decreto Presidenziale per la Protezione del Popolo e dello Stato.
È la strada verso la dittatura.

Il controllo che serve a far passare la paura, è questo il senso primario. Uno Stato forte che sappia direi ai suoi cittadini di non temere, che sappia dar loro la sensazione d’essere protetti. Il “Decreto del Rogo del Parlamento”, come viene dai più conosciuti, serve a questo. Le limitazioni ai diritti civili e politici sono il prezzo da pagare per la sicurezza di tutti.

Le direzioni in cui il governo Hitleriano si muove sono due; da un lato la libertà di incarcerare ogni soggetto sospetto, togliendo le garanzie tipiche dei processi. Dall’altro una sorta di accentramento del potere, una novità per la Germani. L’Esecutivo ha ora il potere di incidere sulla produzione legislativa statale e regionale, sulle amministrazioni che governano le diverse aree del paese.

Si cerca sempre di più di convogliare ogni decisione, ogni potere nelle mani di Hitler e del suo governo.
La democrazia appare un ricordo.

Il Nazismo e la sua organizzazione: le SS e Himmler

Se c’è una sigla simbolo del periodo nazista è SS. Le due iniziali che richiamano alla mente terrore e morte stanno per “Schutz-Staffel”, la cui traduzione letterale in italiano è “schiera – squadre- di protezione”. Il pensiero può subito correre alle deportazioni e ai campi di sterminio, ma la storia delle SS comincia molto prima.

Sono una formazione paramilitare, inizialmente legata al partito Nazista degli anni ’20, al periodo dell’ascesa di Hitler nel partito. Proprio a lui, inizialmente, si riferisce il senso di protezione; è la vita del futuro Fuhrer quella che proteggono fino all’inizio del suo Governo.Il 1933 cambia, tra le altre cose, anche la storia delle SS.

Il loro ruolo si ampia, i compiti delle Schutz-Staffel vanno oltre la figura di Hitler. Le responsabilità delle SS toccano la sicurezza nazionale, quella visibile e invisibile. Polizia, controspionaggio, controllo della struttura e delle articolazioni del Reich. L’ossatura della Germania Nazista.

Bisogna tornare a quattro anni prima di Hitler cancelliere per arrivare alla nomina di Himmler quale capo delle SS. Più giovane di Hitler, nato a inizio ‘900, Himmler non riuscì a partecipare in prima persona alla Grande Guerra. Fu comunque colpito e travolto dagli ideali nazionalisti e antimarxisti del successivo dopoguerra, iscrivendosi al NSDAP nel 1923 e partecipando al Putsch di Monaco.

Si impose rapidamente ai vertici del partito e delle SS, fino a venirne nominato capo nel 1929, ma la sua carriera non si fermò lì. Nel corso degli anni ’30 fu nominato capo della polizia prima, e successivamente capo delle forze di sicurezza del Reich, carica raggiunta nel 1939.

Appena sotto il Fuhrer, tra gli uomini più potenti della Germania Nazista. Il nome di Himmler però non è legato solo al regime di polizia che guidò nel paese. Fu tra gli uomini che lavorarono alla terribile “soluzione finale”.

Nazismo: l’antisemitismo del regime

Non cominciò tutto con Auschwitz. Non iniziò con le camere a gas, coi treni diretti ai campi di sterminio, con l’orrore che ci si palesa davanti quando pensiamo all’olocausto. L’allontanamento della popolazione di religione ebraica dalla vita civile e dai diritti fu un processo serrato ma graduale, che ebbe inizio nello stesso 1933.

Siamo in Aprile, i primi ad essere colpiti sono i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Esclusi, e con loro quelli giudicati “politicamente inaffidabili”. Seguono i ragazzi; scuole e università diventano sempre di più difficile frequenza per i giovani di Fede e Cultura ebraica. E poi attori, artisti, lavoratori di ogni settore. Se non erano impediti direttamente nello svolgimento della loro professione si trovava ugualmente il modo di frenare le attività, soprattutto economiche.

Il controllo era totale, le limitazioni aumentavano di giorno in giorno. La purezza della razza ariana e del suo sviluppo in Germania era lo scopo ultimo.

Prima di essere la città del processo ai crimini nazisti, Norimberga fu la città delle omonime leggi. Il governo Hitleriano è andato avanti, si è arrivati quasi alla fine del 1935, e l’antisemitismo è sempre più forte nella politica nazista.
La storia le ricorda come “Leggi di Norimberga”, ma i nomi corretti erano altri: “Legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco”; “Legge sulla cittadinanza del Reich”.

La distinzione fra ebrei e ariani era permeata di dettagliatissime regole, i calcoli fatti per determinate chi fosse o meno puro erano millimetrici. Contavano i genitori, i nonni, il marito o la moglie. E proprio per questo erano vietati i matrimoni misti, quelli tra un ariano e chi non era considerato tale. Il Reich entrava nelle case dei suoi cittadini, sfasciava famiglie e amori, sanciva e toglieva diritti a seconda degli avi, delle genealogie. La libertà, in Germania, era questione di sangue.

Hitler e Mussolini, il Patto d’Acciaio

Il grande rilievo dato alle questioni interne da Hitler e dal suo governo non era una chiusura totale verso l’esterno.
Anzi, al contrario il mondo fuori dalla Germania era guardato con attenzione. Soprattutto era attenzionata l’Italia, che da oltre un decennio prima del suolo tedesco si trovava sotto il poter autoritario di Mussolini e del Fascismo.
Il Duce era per Hitler un modello, un’aspirazione.

Per questo già un anno dopo l’inizio del suo mandato come cancelliere, nel 1934, scese in Italia per incontrarlo. Mussolini e Hitler si incontrano così una prima volta a Venezia, ma non è la scintilla che farà scattare l’accordo tra i due.
Al contrario, come prima il presidente Hindenburg anche Mussolini comprende la violenza e la pericolosità del cancelliere Tedesco. Tuttavia, malgrado qualche tentativo, niente di concreto viene davvero messo in atto per frenare Hitler, né da Mussolini né dalle altre potenze europee. E tutto cambia.

Il 1939 è l’anno che darà la svolta alle vicende Europee, l’anno che aprirà le porte al secondo conflitto mondiale. Per Italia e Germania è l’anno del Patto d’Acciaio, che sancirà la strada del nostro paese, il destino di una nazione. Fu il sentore dei venti di guerra, la stessa guerra che inizierà poi Hitler, a portare alla stipula del Patto d’Acciaio.

È fine maggio, il Duce è ricevuto a Berlino dal Furher. L’accordo è pronto, celebrato come grande svolta da entrambi i paesi, accolto con applausi e onori. Si tratta di un patto bellico, un’alleanza in vista di qualsiasi possibile guerra. Non importa che si sia invasori o invasi, se uno dei due paesi è coinvolto in un conflitto l’altro è chiamato a intervenire in sua difesa. All’Italia appare un’eventualità possibile ma lontana, da relegare a un futuro non così immediato. Basteranno però pochi mesi per infrangere questa speranza.

Il primo Settembre 1939

Finiva l’estate sull’Europa che respirava aria di guerra. L’estate del 1939, l’ultima di pace prima di diversi anni, l’ultima del mondo del prima. Poi ci sarebbe stata la guerra, poi la ricostruzione e tutto il resto, l’arrivo al mondo che conosciamo noi oggi, figli di un secolo diverso.

La Polonia e la Germania si stendono una accanto all’altra per chilometri, dal centro al nord Europa, fino al Mar Baltico. Alla fine di agosto le temperature virano verso quelle autunnali, ma il clima politico si fa sempre più rovente. L’alba deve ancora sorgere sul Primo Settembre 1939 quando le armate tedesche si fanno strada sul suolo polacco, sancendo la differenza tra prima e dopo.

Dalla terra, dal cielo, il potente Reich guidato da Adolf Hitler si fa strada in ogni modo sul territorio confinante, senza paura né tregua. La furia Nazista travalica la Germania. È l’inizio del secondo conflitto mondiale.

Francesca Romana Moretti per Questione Civile

Sitografia

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  • https://aboutholocaust.org/ 
  • https://www.memorieincammino.it/
  • https://www.archivioluce.com/
  • https://www.fattiperlastoria.it/
  • https://www.treccani.it/
  • https://www.focus.it/
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