La crisi della democrazia liberale nell’era del populismo
Analizzando la situazione mondiale attuale in termini politologici, è presto evidente che stiamo vivendo una grave crisi della democrazia liberale. Per contro, da diversi anni a questa parte, si è riscontrata un’ascesa del populismo, che ha riportato idee nazionaliste e sovraniste in cima alle agende politiche dei principali Paesi. I principi fondamentali della democrazia sono lo stato di diritto, la tutela delle libertà individuali ed il pluralismo, valori in netto contrasto con quelli su cui si basa l’ideologia populista. Ma il populismo è da considerarsi una minaccia o uno dei sintomi della crisi democratica?
Definiamo il populismo
Il termine “populismo” nasce in Occidente per indicare un movimento politico-culturale nato in Russia ed attivo nella seconda metà dell’Ottocento. Nel corso del secolo scorso, ha poi assunto un significato più ampio, riferendosi a movimenti eterogenei e spesso poco definiti, ma accomunati da una visione idealizzata del “popolo” contrapposto a élite distanti o corrotte. Ricorrono inoltre una certa diffidenza verso la democrazia rappresentativa e la presenza di leader carismatici, aspetti su cui ci concentreremo in questa analisi.
Nel contesto contemporaneo, il termine designa meno una specifica ideologia politica ma più uno stile retorico-politico trasversale, che viene adottato sia da forze intere all’arco costituzionale, sia da movimenti extraparlamentari che oscillano da destra a sinistra. In tale senso, il populismo viene talvolta inteso in senso negativo, come sinonimo di semplificazione e demagogia, ovvero come una modalità di fare politica che alimenta conflitti sociali facendo leva su paure, emozioni e opposizioni binarie. Tuttavia, esistono anche letture più positive, che vedono nel populismo un richiamo alla partecipazione popolare, una critica legittima agli eccessi dell’establishment e un tentativo di riportare al centro del dibattito democratico le istanze di ampie fasce della popolazione spesso trascurate.
Il populismo inoltre, soprattutto nelle sue espressioni più recenti, si fa promotore di idee nazionaliste e sovraniste. Sebbene i due termini siano talvolta usati come sinonimi, esiste una distinzione fondamentale: il nazionalismo tende a porre l’enfasi sull’identità nazionale, talvolta in chiave etnocentrica o esclusiva, mentre il sovranismo insiste sulla necessità di porre un freno alla globalizzazione, restituendo maggiore sovranità alle entità nazionali, e sul rigetto delle istituzioni sovranazionali come l’Unione Europea, reclamando il controllo nazionale sulle decisioni politiche e economiche. Entrambe le posizioni possono intrecciarsi con la retorica populista, specie nei frangenti in cui il “popolo” è presentato come vittima di poteri esterni o globalisti, percepiti come minacce.
Le probabili cause della crisi della democrazia liberale
Il crollo finanziario del 2008 può essere annoverato tra le principali cause della crisi della democrazia liberale. Molti Paesi, infatti, non si sono mai propriamente ripresi da questo evento e molte economie, specialmente in Europa, sono rimaste gravemente danneggiate. Le ripercussioni di questa crisi sono facilmente ricollegabili all’ascesa del populismo e alla ricerca di una “nuova via” in ambito sia politico che economico. Tale perturbamento avrebbe infatti infranto l’equilibrio tra la liberaldemocrazia ed un sistema economico fondato su principi neoliberisti, facendo crollare la promessa di solidità che per anni aveva contribuito alla crescita economica di molti Paesi.
La percezione della crescente diseguaglianza economica, unita alla sfiducia nei confronti delle istituzioni, specie quelle sovranazionali, rappresenterebbero altri fattori che hanno portato alla crisi della democrazia e alla diffusione dell’approccio populista tra le frange delle opposizioni parlamentari, con il fine ultimo di cavalcare il malcontento popolare, nonché la disaffezione nei confronti delle istituzioni e dei partiti maggioritari, per poter ottenere un maggiore consenso sul piano elettorale.
Come menzionato in precedenza, poi, l’identità nazionale concepita come difesa contro le influenze esterne, è un tema centrale nella retorica populista, che sfrutta il senso di appartenenza e l’orgoglio nazionale. Donald Trump negli Stati Uniti, Viktor Orbán in Ungheria, Marine Le Pen in Francia e Giorgia Meloni in Italia sono i principali attori politici che rappresentano la precettistica populista in Occidente, figure che possono essere identificate come leader carismatici che caratterizzano il populismo. In egual misura, il partito tedesco AfD, con i sui metodi propagandistici e le sue tematiche ricorrenti, si avvicina molto all’approccio populista.
Come sono legati il populismo e la crisi della democrazia liberale?
Il populismo moderno è caratterizzato da un forte sentimento di anti-elitismo. Le classi politiche ed economiche sono percepite come corrotte e distanti dal popolo. La retorica populista, infatti, si basa proprio su una polarizzazione netta tra “noi” (i cittadini comuni) e “loro” (l’élite o gli stranieri). Ciò consiste in una assoluta generalizzazione da riservare a questioni ampiamente più complesse.
Inoltre, una figura chiave è quella del leader carismatico (ad esempio i sopracitati Trump, Orbán o Meloni), che si presenta come unico vero rappresentante del volere popolare. Oltre ad attaccare le istituzioni, questi politici spesso si scagliano aspramente anche contro i media, i tribunali o gli altri organismi sovranazionali come UE, ONU o NATO. La tendenza è quella di criticare chi li critica o, meglio, chi non si schiera dalla loro parte o si muove in direzione opposta alla loro.
Queste caratteristiche sollevano un dibattito sulla natura del populismo e sulla sua relazione con la crisi della liberaldemocrazia: da un lato, il populismo viene visto come una minaccia ai principi liberali, in quanto mina il principio di separazione dei poteri e delegittima le istituzioni democratiche; dall’altro, può essere interpretato come un correttivo della democrazia rappresentativa, espressione di una crescente richiesta di partecipazione politica da parte dei cittadini e sintomo di una crisi più profonda della democrazia liberale.
I partiti
I partiti tradizionali hanno cominciato a perdere fette di elettorato sempre maggiori già a partire dagli anni Novanta del secolo scorso. Mancando di tenere fede alle promesse fatte, hanno perso il radicamento e la capacità di mobilitare il popolo, così come la capacità di attrarre nuovi elettori. L’incapacità di gestire le problematiche derivanti dalla globalizzazione, poi, ha esacerbato ulteriormente il malcontento generale della popolazione. Facendo leva su queste tematiche e attraverso l’argumentum ad passiones o appeal to emotions nei loro discorsi, i populisti sono stati in grado di raccogliere il consenso di tutti quegli elettori che si sono sentiti traditi dalla retorica tradizionale dei partiti storici, riscuotendo un successo molto evidente negli ultimi anni.
Affrontare la crisi della democrazia
La democrazia non è un sistema statico, ma anzi è un meccanismo composto da diverse componenti complesse. Prendere di mira un punto debole della democrazia, come fa ad esempio il populismo, non si traduce necessariamente nello smantellamento del suo sistema. Fortunatamente, nel corso degli anni, la liberaldemocrazia è andata consolidandosi attraverso l’istituzione checks and balances sul piano costituzionale, che permettono la salvaguardia dei meccanismi vitali della democrazia nella separazione e nel bilanciamento dei poteri dello Stato.
Questo non significa che la democrazia non possa essere indebolita o che sia immune ai tentativi di rovesciamento. La chiave della resilienza del sistema democratico risiede nella cultura. Allo stesso tempo, è più probabile che una democrazia resista se gli individui partecipanti alla società sono abituati al “gioco della democrazia”. L’ascesa del populismo, dunque, può fungere da motore per rimettere in discussione i punti più deboli del sistema attuale, senza lasciare però che si sgretoli.
Il populismo è spesso considerato un riflesso della crisi della democrazia liberale, manifestando una crescente domanda di partecipazione politica da parte dei cittadini. Questo fenomeno nasce dalla diffusa insoddisfazione nei confronti della politica tradizionale, percepita come distante e incapace di rispondere efficacemente alle esigenze della società. La presenza di una crisi di legittimità delle istituzioni democratiche appare evidente, con una progressiva sfiducia nei meccanismi della rappresentanza. In questo scenario, quindi, il populismo si configura come una reazione alla fragilità delle istituzioni rappresentative, mettendone in luce i limiti e le inefficienze. Se da un lato esso solleva questioni legittime sulla necessità di maggiore inclusione politica, dall’altro può trasformarsi in una minaccia per la democrazia stessa, soprattutto quando adotta retoriche semplificate o soluzioni autoritarie che collidono con i principi democratici fondamentali dello Stato.
Conclusioni
Le istituzioni democratiche dovrebbero implementare politiche ed azioni atte a garantire un maggior rispetto delle volontà dei cittadini, fornendo loro anche maggiori strumenti per sentirsi più rappresentati e/o rendendoli più attivi nelle politiche dei loro Paesi, ascoltandone maggiormente le opinioni e le difficoltà. In questo momento i sistemi politici e le istituzioni stanno agendo su un piano troppo distaccato rispetto a quelle che sono le realtà quotidiane del popolo. Ne sono sintomo i tagli ai servizi a cui la maggioranza degli utenti fa riferimento. Gli interessi economici e politici attuali dei governi sembrano scollegati da quelli dei cittadini e questa distanza dovrebbe essere accorciata con celerità, al fine di tutelare la democrazia liberale in tutto l’Occidente.
Sofia Marchesin per Questione Civile
Sitografia e bibliografia:
William Roberts Clark, Matt Golder, Sona Nadenichek Golder. Principles of Comparative Politics (2017)
internazionale.it
fondazionefeltrinelli.it
www.greeneuropeanjournal.eu
www.treccani.it
Daniele Albertazzi. La sfida del populismo alla democrazia liberale (2012).
Franziska Otto. Cos’è il populismo: definizione, caratteristiche, esempi: www.liberties.eu