Cambiamento climatico e politiche ambientali

cambiamento climatico

Lotta al cambiamento climatico: un pendolo che oscilla tra il riscaldamento globale e le politiche ambientali

Questo termine è stato usato talmente tanto, spesso a sproposito, da aver quasi perso il suo significato. Facciamo quindi un po’ di chiarezza: che cos’è il cambiamento climatico? Con questo termine viene definito l’insieme delle variazioni di temperatura e dei modelli metereologici che interessano una zona del pianeta per un dato periodo di tempo.

Queste oscillazioni sono piuttosto normali: la Terra ha infatti da sempre attraversato fasi di alterazioni climatiche, più o meno estreme. Da quasi due secoli, però, gli sbalzi climatici si sono fatti sempre più frequenti ed imprevedibili, e le temperature hanno subito un aumento lento ma costante. La causa? Principalmente si tratta delle attività umane, specie quelle che favoriscono l’accumulo di gas serra nell’atmosfera. In particolare, tra queste, troviamo: la combustione di combustibili fossili per le forniture di energia e per i trasporti, il disboscamento, l’allevamento di bestiame e l’agricoltura intensiva.

Questo articolo analizzerà le origini e le conseguenze del cambiamento climatico, approfondendo anche le strategie adottate da governi e istituzioni mondiali per far fronte al fenomeno che, sempre più, rischia di provocare danni irreversibili al pianeta.

Il cambiamento climatico: cause e conseguenze

Come menzionato in precedenza, le cause del cambiamento climatico possono essere sia naturali che antropiche. Il ruolo e l’impatto dell’uomo, tuttavia, sono andati via via aumentando negli anni al punto da diventare gli aspetti più predominante.

L’attività umana che contribuisce particolarmente alla crisi climatica è l’emissione di gas a effetto serra, come il biossido di carbonio (CO₂) e il metano. Come già precedentemente accennato, è la combustione di fonti fossili (petrolio, carbone e gas naturale) a favorire l’accumulo di queste sostanze nell’atmosfera. Questo agglomerato di gas va poi a creare una barriera attorno al pianeta che intrappola il calore solare e contribuisce all’aumento delle temperature. I settori più impattanti da questo punto di vista, infatti, includono quello energetico, agricolo, dei trasporti, dell’edilizia e della gestione del suolo.

Sebbene l’aumento delle temperature sia la conseguenza più evidente, il cambiamento climatico ha anche altre sfaccettature e soprattutto altre ripercussioni a livello globale. Tale fenomeno può infatti alterare l’equilibrio del pianeta fino a scatenare fenomeni estremi come siccità, incendi, innalzamento del livello del mare, inondazioni e perdita di biodiversità. Questi eventi hanno conseguenze non solo ambientali, ma anche socio-economiche. Il fenomeno delle migrazioni climatiche è una di queste: sempre più persone si vedono costrette ad abbandonare le proprie terre d’origine a causa di condizioni insostenibili, alla ricerca di un ambiente più stabile e nel quale costruire un futuro solido; naturalmente questo ha numerose ripercussioni sulla sicurezza a livello nazionale e sui diritti umani a livello globale.

Politiche ambientali globali e accordi internazionali

La tutela dell’ambiente ha, ad oggi, un ruolo cruciale. Gli Stati Uniti hanno recentemente annunciato il ritiro dagli Accordi di Parigi, sancendo un grande passo indietro nella lotta al cambiamento climatico. Dall’altro lato, l’Unione Europea ha rinnovato il proprio impegno verso la causa, trasformandola in un motore di integrazione e cooperazione. Un passo significativo in questa direzione è stato compiuto nel 2019 con il lancio del Green Deal, che ha posto le questioni ambientali al centro dell’agenda politica europea.

Quali sono però i passaggi che ci hanno condotti fino a qui? Il percorso verso questi strumenti legislativi è stato lungo. Le prime basi furono poste nel 1972 con la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano, che rese le questioni ambientali una priorità globale. Il Trattato di Maastricht (1993), sancì l’ambiente come settore strategico dell’UE, mentre il Trattato di Amsterdam rese lo sviluppo sostenibile un principio trasversale. Il Trattato di Lisbona del 2007 rafforzò ulteriormente l’impegno europeo, conferendo all’Unione la capacità di negoziare accordi internazionali. Cruciale è stata l’adozione del Protocollo di Kyoto (1997), il primo trattato internazionale a imporre limiti vincolanti alle emissioni di gas serra per i paesi industrializzati.

In questo contesto normativo vanno ad aggiungersi l’Accordo di Parigi del 2015, che mira a limitare il riscaldamento globale al di sotto di 2°C e a proseguire gli sforzi per circoscriverlo a 1,5° ed il Green Deal, un pacchetto di iniziative strategiche che hanno avviato l’UE sulla strada di una transizione verde, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel luglio 2021, è stata adottata la Legge Europea sul Clima, che rende giuridicamente vincolante l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Le Conferenze delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, infine, si inseriscono perfettamente nel quadro legislativo che ha come obiettivo la lotta alla crisi climatica.

Sfide nella lotta al cambiamento climatico e prospettive future

Gli ostacoli nell’applicazione delle policy ambientali, tuttavia, non mancano. Gli interessi economici, la pressione delle lobby dei combustibili fossili e la generale resistenza politica ai cambiamenti strutturali rallentano la lotta al cambiamento climatico, nonostante l’urgenza della crisi. Molte nazioni faticano infatti a bilanciare crescita economica e sostenibilità, a scapito delle regolamentazioni menzionate nel paragrafo precedente. Per affrontare queste sfide, però, è essenziale un impegno congiunto tra governi, aziende e cittadini. Le istituzioni devono adottare normative più stringenti, le imprese investire in innovazioni sostenibili e i cittadini modificare le proprie abitudini di consumo. Le prospettive future dipendono dalla diffusione di tecnologie green, dal processo di decarbonizzazione e dall’adozione di modelli di sviluppo sostenibile. Energie rinnovabili, economia circolare e mobilità ecologica rappresentano strumenti chiave per una transizione efficace.

Le politiche ambientali, poi, svolgono un ruolo cruciale nella lotta al cambiamento climatico, ma senza un’azione concreta e coordinata a livello globale, il rischio di conseguenze irreversibili aumenta. La responsabilità di questo cambiamento non spetta solo ai governi, ma anche ai singoli individui, che possono contribuire attraverso scelte più sostenibili. È infatti solo attraverso una collaborazione collettiva che sarà possibile costruire un futuro più equo e rispettoso dell’ambiente.

Sofia Marchesin per Questione Civile

Sitografia

Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite – UNRIC: www.unric.org

Climate Seed, Che cos’è il cambiamento climatico?: www.climateseed.com

UNHCR, Cambiamenti climatici e migrazioni forzate dovute a catastrofi naturali: www.unhcr.org

European Parliament, L’UE e l’accordo di Parigi: verso la neutralità climatica: www.europarl.europa.eu

Consiglio Europeo, Green Deal europeowww.consilium.europa.eu

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