Le diverse chiavi di lettura delle Crociate, tra fervore religioso e opportunità politico-economiche
L’inizio delle cosiddette Crociate ha, tradizionalmente, una data e un luogo ben precisi: il 27 novembre 1095, a Clermont, nella Francia centro-meridionale, dove si stava tenendo un importante concilio riformatore della Chiesa Cattolica. Al termine del sinodo, durante una pubblica seduta, Papa Urbano II pronunciò il celebre appello agli “araldi di Cristo”, invitandoli a soccorrere i fratelli orientali, i bizantini, dall’imminente arrivo dei Turchi.
Tale evento diede il via a quella che successivamente è stata rinominata “Prima Crociata”, culminata nel 1099 con la conquista cristiana di Gerusalemme. Iniziate quindi con grande entusiasmo e con una vittoria quasi immediata, in realtà le crociate proseguirono per quasi due secoli, tra numerosi assedi, saccheggi, capitolazioni e sanguinose riconquiste, fino al 1291, quando San Giovanni D’Acri, l’ultimo baluardo cristiano in Terrasanta, cadde nelle mani dei Mamelucchi.
La coeva narrazione da parte di storiografi e cronisti, ha celebrato il fenomeno delle Crociate, elevandolo a rappresentazione terrena dell’eterna lotta del bene, rappresentato dall’Occidente cristiano “latino”, contro il male, quegli “infedeli” che avevano invaso i territori sacri. Da qui l’ispirazione costante per molti romanzieri, intellettuali e artisti successivi (si pensi, ad esempio, a Petrarca, alla Gerusalemme Liberata di Tasso, fino a Voltaire).
Gli studiosi contemporanei, tuttavia, sono oggi concordi nel non ridurre tali eventi ad un’ unica chiave di lettura, quella della “guerra santa”, essendo in realtà molteplici le motivazioni e le contingenze che diedero inizio alle Crociate.
Le Crociate come forma di pellegrinaggio penitenziale
La prima crociata origina in un contesto politico e sociale in fermento: l’Occidente, già dai tempi di Carlo Magno, sta vivendo una fase di grande crescita economica e demografica che sfocia in una forte mobilità della popolazione. Il mondo si espande, nascono nuove vie commerciali, insediamenti e anche i centri già esistenti ampliano i propri confini. Il X e l’XI sono secoli in cui si viaggia moltissimo, per terra e via mare, in cerca di fortuna e anche per motivi religiosi. Il pellegrinaggio verso i luoghi simbolo della Cristianità, specialmente Gerusalemme, diventa un dovere quasi paragonabile all’obbligo per il musulmano di recarsi alla Mecca una volta nella vita.
In particolare, a partire dal VI secolo, i missionari cristiani provenienti dalle isole anglosassoni esportarono nel continente il pellegrinaggio penitenziale o espiatorio. Originariamente, esso consisteva in una sanzione inflitta per gravi reati ai membri del clero, i quali venivano condannati al vagabondaggio, ad una vita quindi di stenti e pericoli. Visto il biasimo riservato dai sovrani carolingi a tale pena (per evidenti implicazioni di ordine pubblico), i vescovi locali, invece di comminare loro stessi la sanzione, presero a mandare i penitenti direttamente al cospetto del pontefice.
A volte era il reo stesso a recarsi a Roma, nella speranza di ottenere una pena meno severa. I penitenti dunque iniziarono a percorrere le stesse strade dei pellegrini laici, confondendosi con essi. Di conseguenza, prese piede in Europa l’idea che attraverso il pellegrinaggio, vera e propria catarsi, chiunque potesse redimersi dalle proprie colpe e guadagnarsi la beatitudine eterna, ancor più se lo si faceva a proprio rischio e pericolo.
La Chiesa, inizialmente diffidente, si convinse ben presto a disciplinare le diverse e crescenti forme di pellegrinaggio, costituendo un sistema di privilegi temporali e di voti e indulgenze spirituali.
La minaccia turca in arrivo a Costantinopoli
È in tale contesto di crescente mobilità, dunque, che prende vita il fenomeno delle Crociate, che infatti rappresentano una forma molto particolare di pellegrinaggio “armato”. Del resto, coloro che presero parte alla spedizione nell’ “Oltremare” chiamano se stessi “peregrini” (solo più tardi, inizieranno a cucirsi una croce di stoffa rossa sul petto, da cui il termine “crociato”).
L’esigenza di andarci armati è collegata alla discesa in Medio Oriente da parte della dinastia turca dei Selgiuchidi, originari dell’Asia centrale. Questi, incontrandosi con gli arabi, si convertirono alla religione islamica e si insediarono nei territori del califfato abbaside di Baghdad, di cui faceva parte anche Gerusalemme. I turchi, tuttavia, erano non solo più bellicosi e rozzi, ma anche meno tolleranti delle controparti arabe. La loro attitudine violenta ed intransigente provocò degli squilibri interni al califfato, che infatti si frantumò in una serie di entità territoriali autonome e spesso in lotta fra loro.
In questo clima di crescente ostilità, per i pellegrini recarsi in Terrasanta diventa sempre più pericoloso, e questo è un dato determinante per comprendere l’origine delle Crociate. Fino a quel momento, infatti, nonostante Gerusalemme fosse sotto il dominio arabo da più di quattro secoli, i cristiani e i musulmani, oltre ad intessere importanti relazioni commerciali, convivevano civilmente in Terrasanta. Ai cristiani, così come agli ebrei, era consentito di praticare liberamente la propria religione dietro il pagamento di una tassa. Lo stesso Carlo Magno, a cavallo tra il VIII e il IX secolo, aveva stipulato con il califfo Harun al Rashid delle convenzioni volte a garantire l’incolumità dei cristiani che decidevano di intraprendere il lungo viaggio verso il Santo Sepolcro.
Tutto questo cessa, come detto, con l’arrivo dei Turchi, che arriveranno a minacciare anche gli altri cristiani, quelli “greci” d’Oriente, costringendo l’imperatore di Costantinopoli a chiedere aiuto all’Occidente cattolico “latino”.
L’iniziativa di una nuova e poderosa autorità politica
Pochi decenni prima dell’inizio delle Crociate, nel 1054, la Chiesa aveva vissuto il “Grande Scisma” della Chiesa d’Oriente, e con esso il definitivo tramonto dell’unità dei cristiani sotto la guida di un’unica sede apostolica.
Il papa Urbano II, tuttavia, vide nella richiesta di aiuto da parte dei bizantini la speranza di riunificare le due Chiese, e infatti proprio la difesa di Costantinopoli dalla minaccia turca sembra essere il principale motivo sotteso all’appello del 1095. Tra l’altro, contemporaneamente l’Occidente stava già da lungo tempo combattendo gli islamici in Spagna, in quella passata alla storia come “Reconquista”, il che esercitò senz’altro una certa influenza nella scelta di mobilitarsi verso est. Al contempo, il pontefice perseguiva anche altri obiettivi, di carattere più politico e sociale.
L’Europa cristiana del tempo era terreno di numerose guerre feudali, e si trovava ancora nel vivo della Lotta per le Investiture tra impero e papato. Quest’ultimo sino a quel momento aveva rafforzato la propria posizione a scapito di quella dell’imperatore, al tempo Enrico IV di Franconia, che nel 1077 a Canossa arrivò addirittura a supplicare il perdono del pontefice Gregorio VII per ottenere la revoca della scomunica ricevuta nel 1076.
Tale scenario dava la possibilità al papa di imporsi quale guida non solo spirituale, ma anche temporale del continente. Non a caso, la Prima Crociata non vide la presenza di alcun re, né tanto meno dell’imperatore. Non avevano infatti le risorse e la stabilità necessarie per partecipare alla grande impresa che Urbano II andava organizzando. La spedizione, inoltre, si inseriva in quelle misure adottate dal pontefice al fine di ripristinare la pace nell’Europa cristiana, spingendo all’esterno le avide e riottose classi feudali. Il Papa riuscì in effetti a convogliare il fervore religioso e la violenza endemica, caratterizzanti la società del tempo, verso un unico scopo morale e spirituale.
Le Crociate: una migrazione di massa alla ricerca di fortuna e salvezza
Le Crociate costituiscono un incredibile episodio di migrazione collettiva, a cui si uniscono infatti individui provenienti dai ceti sociali più diversi: l’allocuzione di Urbano II mosse aristocratici, cavalieri, sovrani, contadini, avventurieri, chierici, predicatori itineranti, diseredati e intere famiglie in cerca di fortuna e, soprattutto, di salvezza. Il motivo religioso, infatti, fu il principale (anche se non l’unico) collante di una moltitudine così variegata. A coloro che avrebbero risposto alla chiamata alle armi, il Papa, con l’autorità conferitagli da Dio, aveva promesso la remissione dei peccati e la certezza di scongiurare la dannazione eterna nell’Aldilà. Il crociato/pellegrino, quindi, in primo luogo si impegnava in un atto di martirio e di “auto-santificazione”, come evidenziato da J. Riley-Smith, e solo secondariamente in nome di Dio e della Cristianità.
Questo fervente e autentico sentimento religioso conviveva con la consapevolezza che la spedizione potesse trasformarsi in una straordinaria opportunità di arricchimento e conquista. Chiunque poteva partire e provare a costruirsi la propria fortuna nel nuovo mondo orientale. Molti infatti, dopo la conquista di Gerusalemme del 1099, finirono per insediarsi in quei territori e convivere con le popolazioni autoctone, in quello che gli storici contemporanei hanno anche definito come il primo esperimento coloniale europeo.
Come scrisse Fulcherio di Chartres:
“Ecco che noi, che fummo occidentali, siamo diventati orientali. […] chi laggiù (in Occidente) era povero, qui per grazia di Dio ottiene l’opulenza”.
Questi fattori, insieme all’esigenza di difendere costantemente il nuovo regno dagli attacchi dei musulmani, trasformarono le Crociate in un’istituzione permanente, per la cui causa chiunque poteva decidere di contribuire personalmente o finanziariamente. Farsi crociato diventerà uno statuto giuridico, disciplinato dalla Chiesa e fonte di oneri e di privilegi. Questo, paradossalmente, decreterà anche la fine e l’insuccesso delle Crociate, viste sempre più come manovre politico-economiche e non come occasioni di meritata conquista della Gerusalemme Celeste.
Alessandro Fusco per Questione Civile
Bibliografia
BARBERO A., Benedette Guerre, Editori Laterza, Bari, 2015
CARDINI F. (a cura di), Le Crociate, Solferino, Milano, 2021
PHILLIPS J., Sacri guerrieri, Mondadori, Milano, 2021

