Disney: crisi e rinascita del regno della fantasia

Disney

The Walt Disney Company: le origini dell’animazione

The Walt Disney Company è la più nota e grande multinazionale statunitense attiva nel settore dell’intrattenimento.

La compagnia viene fondata nel 1923 da Walt Disney e suo fratello Roy Oliver. Inizialmente l’azienda viene nominata Disney Brothers Cartoon Studio, ma nel 1926 passa al nome di The Walt Disney Studios e infine nel 1986 assume la denominazione attuale.

Walt Disney

Lo studio si è sempre occupato di animazione, creando nel 1928 il primo cartone sonoro della storia, Steamboat Willie, appartenente alla serie di Mickey Mouse (Topolino).

Allo stesso tempo la compagnia si dedica alla produzione di fumetti e giocattoli, espandendo il proprio universo mediale, mentre negli anni Cinquanta inizia a occuparsi anche di film e di programmi televisivi.

Steamboat Willie (1928)

The Walt Disney Company: la crisi del dopo Walt

La morte di Walt Disney nel 1966 segna l’inizio del declino della compagnia. Sembra impossibile ma anche il colosso dell’animazione ha vissuto i suoi periodi di crisi.

C’è da aggiungere che i film prodotti nel periodo post-Walt non sono totalmente da bocciare, anzi si parla comunque di cartoni rimasti nell’immaginario comune. Lungometraggi come Gli Aristogatti (1970), Robin Hood (1973) e Red e Toby (1981) riescono infatti ad ottenere un discreto successo, ma i guadagni sono ben lontani dai classici tradizionali come Dumbo (1940) e Il libro della Giungla (1967).

Insomma, pare che con la morte del fondatore del regno della fantasia sia morta pure la creatività e la fortuna della Walt Disney Company. C’è infatti bisogno di un forte rinnovamento all’interno dell’azienda, che arriva solo agli inizi degli anni Ottanta.

La rinascita Disney: cambiamenti e innovazioni

All’inizio degli anni Ottanta la Disney si trova ad essere una mini-major sul punto di fallire. Finché nel 1984 Roy E. Disney, nipote di Walt, assume nuove figure professionali come Michael Eisner, nominato amministratore delegato, e Jeffrey Katzenberg, il quale viene messo a capo della produzione.

Questa modifica del settore manageriale è fondamentale per risollevare la compagnia da una situazione sempre più complicata. Lo studio, infatti, è costretto ad adottare una serie di strategie per ritornare in auge.

La prima tattica riguarda la ridistribuzione dei classici animati in videocassetta e nelle sale cinematografiche. Celebri cartoni animati come Biancaneve e i sette nani (1937) e Le avventure di Peter Pan (1953) tornano sul grande e piccolo schermo, con grande gioia del pubblico più nostalgico dei classici Disney.

Un’altra mossa per risollevare la compagnia dalla crisi riguarda la produzione di una serie di tragi-commedie. Si tratta di una serie di film con un budget mediamente basso rivolti ad un target più adulto come Tre scapoli e un bebè (1987).

Intanto l’amministratore delegato Eisner decide di occuparsi del potenziamento e dell’espansione delle attività dei parchi tematici della compagnia, in quanto possono essere una fondamentale fonte di guadagno.

Il film della rinascita: La Sirenetta

Nel 1989 Katzenberg produce un nuovo film di animazione: La Sirenetta. Questo lungometraggio ottiene un grandissimo successo da parte del pubblico,  che riporta la Disney ad un ruolo di preminenza, oltre che elevare la compagnia allo status di major.

Scena tratta dal cartone “La Sirenetta” (1989)

Tale lungometraggio riporta lo Studio ai passati splendori e dà il via ad una nuova golden age del cinema di animazione. Infatti, dopo il cartone del 1989 vengono prodotti una serie di successi Disney come La bella e la bestia (1991), Aladdin (1992) e Il re leone (1994).

La Sirenetta ha anche il merito di aver definito un nuovo tono e taglio narrativo dei cartoni animati della compagnia. Il film riesce ad unire lo stile fiabesco classico al genere del musical di Broadway.

Insomma, tale lungometraggio arriva a rappresentare un nuovo modello di franchise: la sua colonna sonora arriva a vendere tre milioni di copie, si piazza tra i primi quaranta film al box officeed ottiene ottimi guadagni anche nel mercato della home video.

L’apice della rinascita: Il Re Leone

C’è da sottolineare che in questa sorta di golden age i film di animazione presentano tra loro degli aspetti simili a livello di trama.

Il protagonista è spesso un giovane alla ricerca di un posto nel mondo, è senza genitori e vive un amore tormentato e impossibile. Inoltre, sempre egli si ritrova spesso affiancato da un animale, il quale rappresenta una specie di compagno di avventure.

Scena tratta dal cartone “Il Re Leone” (1994)

Ma il film che più segna questo periodo d’oro della Disney è sicuramente il 32° lungometraggio della compagnia: Il Re Leone.

Con un incasso totale di 968 milioni di dollari in tutto il mondo è il film d’animazione di maggior successo negli USA. Il film del 1994 ottiene due Oscar per la realizzazione della musica composta da Hans Zimmer e scritta da Elton John.

La fine del rinascimento: Fantasia 2000

Questo periodo di rinascita dura una decina d’anni, precisamente dal 1989 al 1999 con il film Fantasia 2000.

Infatti, dopo l’inaspettato successo del film Il Re Leone i lungometraggi successivi non riescono ad ottenere un risultato migliore, anzi, il declino riprende gradualmente fino al flop di Fantasia 2000 e Dinosauri (2000).

Gli insuccessi commerciali continueranno ancora per qualche anno fino al film Rapunzel del 2010, che risolleverà nuovamente le sorti della compagnia. 

Camilla Miolato per Questione Civile

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