Hegel: dopo duecento anni tornano alla luce alcuni manoscritti

Hegel

“La scoperta filosofica del secolo”: il ritrovamento di alcuni manoscritti contenenti le lezioni di Hegel

È notizia di oggi che in Germania è stata fatta una scoperta eccezionale: sono stati ritrovati, dopo quasi duecento anni, dei manoscritti contenenti appunti su alcune lezioni tenute da uno dei maggiori esponenti dell’idealismo tedesco ovvero Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

Cenni biografici su Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel nasce a Stoccarda nel 1770; studia al ginnasio della sua città e poi teologia presso l’Università di Tubinga. Lì conosce il poeta Friederich Hölderin e il filosofo Friederich Schelling; in quegli anni studia il pensiero kantiano ma si focalizza anche sulla Rivoluzione Francese, di cui ne celebra le suggestioni. Dopo gli studi, lavora come precettore a Berna; nel 1801 approda all’insegnamento presso l’Università di Jena.  Poi si trasferisce a Bamberg e successivamente, nel 1808, viene nominato rettore del ginnasio di Norimberga. Dieci anni dopo si trasferisce, per insegnare ancora in Università, ad Heidelberg. L’ultima parte della sua vita la passa a Berlino, dove muore nel 1831.

Le sue opere più importanti sono “Fenomenologia dello spirito” del 1807, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio” del 1807 e “Lineamenti di Filosofia del Diritto” del 1821.

La scoperta

La scoperta è avvenuta presso la Biblioteca diocesana dell’Arcivescovado di Monaco di Baviera e di Frisinga; a scoprire questi manoscritti, contenuti in ben cinque scatole d’archivio è stato un docente universitario, Klaus Vieweg, noto ricercatore di Hegel, che insegna storia della filosofia presso l’Università“Friedrich Schiller” di Jena.

L’annuncio è arrivato dall’ufficio stampa della Diocesi e, successivamente, è stata riportata dalla stampa locale ed è stata indicata come “la scoperta filosofica del secolo”. Un vero e proprio tesoro culturale, che porterà sicuramente a delle novità per quanto riguarda gli studi sul filosofo tedesco.

I documenti

Si tratta di circa quattromila pagine di manoscritto, mai analizzate, che contengono riflessioni sui temi fondamentali della filosofia hegeliana tra cui l’idea di libertà e i temi di arte e religione. Inoltre, è presente la trascrizione di una conferenza tenuta nella città di Heidelberg, di cui non esistono testimonianze.

L’autore di tali manoscritti dovrebbe essere Friedrich Wilhelm Carove, uno studente di Hegel all’Università di Heidelberg; essi, però, farebbero parte del patrimonio di un teologo e vicario proprio dell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga, Friedrich Windischmann, a sua volta figlio di un medico della città di Bonn, Karl Joseph Hieronymus Windischmann, che aveva ricevuto i manoscritti da Carove.

Il professor Vieweg commenta così la clamorosa scoperta di oggi:

“Da quasi due secoli i ricercatori non esaminavano queste carte da  vicino. Ho fatto una scoperta eccezionale: così sorprendente e fortunata capita probabilmente una sola volta nella vita ed è  paragonabile alla scoperta di una nuova partitura di Mozart”.

I manoscritti appena ritrovati saranno oggetto di un progetto di ricerca diretto sempre dal professor Vieweg, con il supporto di un altro docente, Christian Illies, dell’Università di Bamberga e del ricercatore Marko Fuchs.

Margherita Rugieri per Questione Civile

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1 commento su “Hegel: dopo duecento anni tornano alla luce alcuni manoscritti

  1. mauro la spisa Rispondi

    Ritrovamento di sicuro interesse storiografico e codicologico che occuperà a lungo esegeti ed ermeneuti. Per quel che riguarda la contemporaneità la cosa è più ardua perché la proposta filosofica di Hegel per illuminare la realtà è sotto esperimento dal 1848 ad oggi nelle tragiche figure del suprematismo etnico-statuale.
    Ciò non toglie che lo sforzo dell’Hegel di agganciare la rivelazione divina agli eventi storico-reali attrae la sfera religiosa nell’ambito della fattibilità per contrastare le forze dissolutrici della civiltà (J.Habermas) ma che nei presupposti teoretici hegeliani si scioglie negli stessi processi logici della ragione ritenuta capace di mettersi a giudicare dallo stesso punto di vista di Dio .
    Ne viene che gli eventi storico-reali con tutto il loro risvolto negativo esprimono il fatale e ingiudicabile diritto divino sul mondo anzichè frutto di scelta responsabile come nella teologia di Tommaso d’Aquino baipassata come ferro di legno dalle teosofie postluterane cui l’Hegel restò legato.

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