L’Arteterapia che cura o vuole prendersi cura?

Arteterapia

Il ruolo dell’Arteterapia non ha pretese, sostiene speranze, infonde fiducia

Grazie alle arti terapie è possibile che le emozioni, le sensazioni, i desideri e i bisogni emergano dall’interiorità per rendersi percepibili all’esteriorità.

“L’Arteterapia e le sue consistenze nel processo creativo”
– N.1
Questo è il primo numero della Rubrica di Area dal titolo “L’Arteterapia e le sue consistenze nel processo creativo, appartenente all’Area di Scienze Umane

Il setting arte terapeutico, luogo d’incontro

L’Arteterapia non è arte che fa stare bene, è una terapia che conduce al benessere. Si differenzia dalle altre terapie anche per l’impiego dei materiali artistici all’interno del setting. Il setting è lo spazio protetto e contenuto, il tempo e le circostanze in cui avviene l’incontro o il percorso terapeutico. Uno studio privato, un salone di un centro, una sala ospedaliera, sono luoghi dove applicare l’arteterapia, purché ci sia una porta a separare dal resto. Si attiva un patto in cui tutto ciò che viene elaborato nel contesto arte terapeutico rimane confidenziale e non giudicante.

In questo setting sicuro, tra arte terapeuta e soggetto partecipante o arte terapeuta e gruppo, si vive un processo creativo e giocoso. Questo è direzionato in parte dall’arte terapeuta e in parte dal partecipante o dai partecipanti.

Effetti benefici dell’arteterapia, nella ricchezza dei materiali artistici

I benefici che se ne possono trarre sono multipli e sono agevolati proprio dai materiali creativi. A conclusione di un incontro e, in modo più consolidato, dopo un percorso, si può avvertire un senso di liberazione, sollievo, leggerezza, fiducia in sé… Le barriere dell’eccessivo controllo possono ammorbidirsi, il caos interiore prendere forma, la noia essere vissuta e attivarsi in energia, magari la tristezza compiere una metamorfosi. I materiali aprono a una serie di possibilità nuove o, meglio, rinnovate, ristrutturate, ridefinite. Ciò che era non è più, ciò che è può sempre trasformarsi, grazie a un processo che segue delle fasi. Più le fasi sono fluide tra loro, più il processo ha possibilità di riuscita e l’interiorità di emergere in superficie, come elaborato artistico.

La fluidità è data da vari fattori, prima tra tutti l’alleanza tra arte terapeuta e soggetto. Le indicazioni dell’arte terapeuta assumono un ruolo fondamentale per condurre l’attenzione verso una direzione (un focus) che non è necessariamente univoca, ma una partenza. Altro fattore influente è la proposta di materiali e quindi la varietà di scelta. È come essere ospitati in un luogo dove ad accogliere attendono varie prelibatezze, queste sono i materiali creativi: cura e nutrimento.

Si entra in un ambito delicato, su cui porre l’accento: l’Arteterapia è cura o prendersi cura? In diverse lingue, tra cui l’italiano, la parola “cura” assume differenti significati, da una parte sinonimo stretto di premura, grazia, dedizione; dall’altro di terapia farmacologica. È evidente che l’arteterapia non ha la presunzione di curare nel senso medico del termine, piuttosto facilita il partecipante o paziente a prendersi cura.

“Prenditi Cura di te. Il Benessere inizia da Noi”

Sono parole chiave contenute nel concetto stesso di arteterapia. È anche il titolo del percorso svolto con nove partecipanti (25-50 anni), in un salone di un centro polifunzionale di Genova. “Prenditi Cura di te. Il Benessere inizia da Noi” ha attraversato diversi mediatori creativi, collegati alla quotidianità della vita.

La carta igienica acquisisce valore sul foglio, assorbendo colori e forme: i rifiuti, le ferite, la negatività che vogliamo lasciare andare. Al contempo si integra alla positività, i punti di forza e sorgono risorse, riscoperte. Le canzoni preferite dei partecipanti si amalgamano in un’unica colonna sonora del percorso. Lo specchio sei Tu, sono Io, siamo Noi, siamo riflesso l’uno dell’altro nei nostri movimenti.

Materassino, cuscino e copertina diventano il posto sicuro dove riposare, ascoltare una favola, a cui dare forma attraverso l’argilla: nutrimento da impastare che prende vita. Le opere degli incontri precedenti si fanno diapositive dell’intero percorso, come in un grande album fotografico di cui i corpi fanno parte. Le pareti della stanza si rendono spazio comune espressivo, pura emozione di cui liberarsi, condividere e allo stesso tempo alimentarsi, attraverso i colori.

L’essenza dell’Arteterapia

Sta nel toccare con mano, sentire il corpo come un tutt’uno con la mente e, se si vuole inoltrarsi più in là, con lo spirito. Vivere il momento presente altro non è che stare in uno stato di consapevolezza, di quello che c’è ora.

Dove sono, con chi, cosa mi porta in questo setting, in questo luogo dedicato a Me, a Te, a Noi?

L’essenza dell’Arteterapia è proprio sviluppare la presenza, questa consapevolezza e lo si fa insieme, per questa ragione richiede alleanza e fiducia. Affidarsi è sempre un atto di coraggio e non sempre si è pronti, i materiali artistici aiutano nel viaggio del processo.

Le diverse consistenze dei materiali aprono ventagli di eventualità, sta a ogni partecipante scegliere fin dove immergersi nella potenza dei materiali, come mettersi in gioco. Ogni viaggio ha il suo senso, anche quando può apparire privo di significato, lo può assumere in una fase successiva. L’arteterapeuta è presente per facilitare il percorso, senza pretendere di interpretare o risolvere una situazione. Può essere tramite, proiezione, transfert di emozioni, sensazioni, bisogni o desideri e così il partecipante può essere controtransfert dell’arteterapeuta.

La consistenza della materia influisce sul processo arte terapeutico o viceversa

Si ha come l’impressione che gli strumenti artistici vivano di vita propria, come se dialogassero con il soggetto con cui entrano in contatto. La consistenza di cui sono fatti o che è possibile estrarne è vita pura, reale, tangibile. Ogni consistenza facilita sensazioni, emozioni, ricordi. Permette alla memoria di prendere forma, in particolare attraverso il corpo, e al presente di palesarsi per uno sguardo futuro. Il processo creativo lascia giocare, non per illudere, ma per guidare alla scoperta delle proprie riserve e risorse.

Talvolta si assiste a uno schema costruzione-decostruzione-ricostruzione nel medesimo laboratorio o nel ciclo di un percorso, proprio grazie alle possibilità che riservano i mediatori artistici. Si implicano tutti i sensi a disposizione. Laddove manca o è ridotta la funzionalità di uno dei cinque sensi, di una parte del corpo o della mente, andranno a integrarsi altre parti. Ciò è possibile anche grazie alla creatività.

Esiste un’immagine di sé stessi costruita nel tempo, questa immagine non è mai definitiva. Può essere trasformata, per farlo è talvolta necessario decostruire per poi ricostruire, come avviene per una casa, un corpo abitato. In arteterapia questo processo è accompagnato dai materiali e le diverse consistenze che li contraddistinguono: ruvidezza, liscezza, morbidezza, durezza, flessibilità, rigidità, vischiosità, granulosità, liquidità, solidità…

Ognuna di queste caratteristiche può permettere diverse e-mozioni, re-azioni, evocare rimandi, ispirare scelte del processo e dell’elaborato artistico. In ambito arte terapeutico nessun elaborato richiede tecniche specifiche e sviluppate. Solo se la tecnica ha un valore nel processo l’arte terapeuta si dedica all’esplorazione di questa con i partecipanti. È il caso in cui la capacità di utilizzare la consistenza di un materiale può evolvere nell’elaborato. Lo rende accessibile a sé stessi, ancor più che agli altri.

L’esplorazione dei materiali

Una parte o l’intero processo arte terapeutico possono essere dedicati all’esplorazione dei materiali, proprio come a presentarsi ad essi, conoscerli e conoscersi, riconoscerli e riconoscersi. Il tatto è uno dei maggiori sensi coinvolti in questa fase, ha tutto a che vedere con il prendere contatto o prendere distanza. È come aprirsi alla ricerca e alla sperimentazione o porre dei confini. Contatto è anche sguardo, ascolto, odore e in taluni contesti gusto (solitamente poco utilizzato in arteterapia, se non in contesti culinari).

Quando si esplora in arteterapia si scopre e scoprendo si assorbe una novità, la si fa propria. Questa novità può essere considerata o messa da parte, ma rimane comunque nella memoria corporea che a tempo debito ritroverà in un cassetto della mente. Ecco che nulla va sprecato, tutto torna a galla dagli abissi alla superficie, quando necessario. Il momento di esplorazione è un momento dedicato a cui va dato il giusto tempo, poiché prepara a tutta la fase di contatto creativo con i materiali.

L’arteterapia non si prefigge di curare, ma di prendersi cura e lo fa con rispetto, autenticità ed empatia. Tre degli elementi che caratterizzano il setting terapeutico. Diverse terapie possono rifarsi ai mezzi artistico-creativi, eppure in arteterapia essi sono indispensabili e parte integrante del processo, mentre in altre terapie sono una suppellettile. Grazie ad essi è possibile tenere traccia del percorso in maniera percepibile, visibile, non si è più invisibili a sé e agli altri.

Nei prossimi articoli di questa rubrica approfondiremo le diverse consistenze dei materiali creativi e i loro possibili effetti sulla persona.

Elena Piano per Questione Civile

Bibliografia

  • Ferrari S., Nuovi lineamenti per una psicologia dellarte. A partire da Freud; CLUEB, BO 2012
  • Grignoli L., Il corpo e le sue gest-azioni. L’arteterapia psicodinamica al tempo delle neuroscienze; FrancoAngeli, MI 2019
  • Lévi-Strauss C., Lefficacité symbolique in Anthropologie structurale; Plon, Paris 1958, trad .it. Il Saggiatore, MI 1990
  • Luzzatto P. C., Arteterapia, una guida al lavoro simbolico per lespressione e lelaborazione del mondo interno, Psicologia/
    Strumenti, cittadella editrice, Assisi (PG) 2009
  • Rogers C., Terapia incentrata sul cliente; (1951) trad. it. La Nuova Italia,1997

Sitografia

  • www.nuoveartiterapie.net
  • www.psicoterapiadellagestalt.it
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