David a Firenze: l’evoluzione della scultura rinascimentale tra Donatello e Verrocchio
Firenze è una città ricca di storia, arte e simbolismo, e tre sculture di David ne rappresentano l’essenza del Rinascimento. Il primo, realizzato da Donatello nel 1408, segna un nuovo modo di concepire la scultura, unendo l’ideale classico con il messaggio religioso.
Il David in marmo, destinato inizialmente al Duomo di Firenze, diventa presto simbolo civico della città, rappresentando la vittoria del debole sul potente. Successivamente, Donatello realizza un David in bronzo, un capolavoro che sancisce la sua rivoluzione artistica e diventa emblema della libertà della Repubblica Fiorentina. Accanto a quello di Donatello, un’altra scultura celebre della figura biblica di David è quella di Verrocchio, creata alla fine del Quattrocento.
Questa statua esprime una bellezza dinamica, con un David che, guardando la testa di Golia, rifiuta ogni forma di violenza, simbolo di una fede e di una bellezza superiore. Queste opere riflettono non solo l’evoluzione della scultura, ma anche i valori civici, religiosi e morali di Firenze, unendo il classico e il cristiano in una straordinaria sintesi artistica.
Il primo David per il Duomo di Firenze
Nel 1408, Donatello realizza un David in marmo destinato a un contrafforte esterno del Duomo di Firenze. Il pannello aderente al corpo anticipa un cambiamento nella resa della figura umana. Pensato per essere visto da lontano, il David è stato giudicato troppo piccolo per la sua collocazione, e l’Isaia di Nanni di Banco subì lo stesso destino.
Entrambe le statue sono state rimosse: quella di Donatello viene infine collocata nel Palazzo della Signoria nel 1416, simbolo civico della città. Questa “impresa sbagliata” rappresenta una lezione preziosa per Donatello, che da allora realizzerà opere pensate per collocazioni specifiche. Il David non è solo un giovane vittorioso, ma l’eroe biblico che sconfigge il gigante con l’astuzia, incarnando il valore del debole che trionfa sul potente. Firenze, circondata da monarchie come Milano e Napoli, vedrà in David un simbolo di resistenza politica.
David come simbolo della Repubblica fiorentina
Il primo David, sebbene inizialmente realizzato per il Duomo, fu reinterpretato come manifesto della Florentina Libertas. Quando fu trasferito nel cuore del potere cittadino, il Palazzo della Signoria, il suo significato divenne inequivocabile: rappresentava la difesa dei valori repubblicani. Questo passaggio segna anche una trasformazione nel modo in cui le opere d’arte vengono lette: non solo capolavori estetici, ma anche strumenti di comunicazione politica.
Prima di creare il David in bronzo, Donatello aveva sostituito il David marmoreo del Duomo con una nuova figura: un colosso di Giosuè, oggi andato perduto. Questa scultura, destinata a stare in uno spazio aperto, fu realizzata con una tecnica riscoperta dagli antichi, probabilmente il “terracotta invetriata” o simili metodi fusori. L’intento era quello di recuperare la monumentalità dell’arte classica, ma senza cadere nell’idolatria. Donatello, precursore assoluto del Rinascimento, si muove tra innovazione tecnica e consapevolezza storica. Le sue opere – in particolare i due David di Donatello – segnano una frattura con il passato gotico e aprono la strada alla nuova arte umanista.
Una rivoluzione artistica e concettuale
Il David bronzeo di Donatello è un’opera senza precedenti nella storia dell’arte occidentale. Con questa scultura, Donatello fonde valori cristiani, ideali umanistici e messaggi civici, reinterpretando il mito biblico in chiave moderna. La scultura esalta la libertà repubblicana di Firenze e al tempo stesso riflette l’ideologia dei Medici. Donatello libera la figura scultorea dalla subordinazione all’architettura, creando una scultura autonoma nello spazio.
Questo David, con la sua posa rilassata e l’espressione assorta, ha suscitato letture contrastanti: da simbolo civico a figura androgina carica di erotismo, da eroe cristiano a reminiscenza pagana. È proprio in questa ambiguità che risiede la potenza dell’opera. Donatello fonde fede, classicismo, politica e psicologia, anticipando lo spirito del Rinascimento. Oggi, entrambe le versioni del David sono custodite al Museo Nazionale del Bargello di Firenze, dove continuano a dialogare con il pubblico contemporaneo.
David di Donatello per Cosimo de’ Medici: un simbolo di potere e mecenatismo
Nel 1440, Donatello realizza un nuovo David in bronzo, stavolta per Cosimo de’ Medici, il potente banchiere e capo della famiglia che aveva preso il controllo di Firenze. Questa versione della statua, più matura e imponente rispetto al precedente, viene commissionata da Cosimo come simbolo del potere e della protezione che la famiglia Medici esercitava sulla città. Il David di Donatello per Cosimo si distingue per la sua eleganza classica, con un corpo scolpito con una grande attenzione ai dettagli anatomici e una posa più dinamica e meno ingenua rispetto alla versione giovanile del 1408.
La scultura si allontana dal carattere eroico e religioso della figura biblica, concentrandosi piuttosto sulla raffigurazione di un giovane principe che, con astuzia e determinazione, è in grado di prevalere su forze più potenti. Il giovane David indossa una leggera corazza e posa con un piede sopra la testa di Golia, ma il suo atteggiamento rilassato e quasi compiaciuto suggerisce che la vittoria non sia solo una questione di forza, ma anche di intelligenza e abilità politica. Il David di Cosimo è un emblema del potere politico dei Medici, che grazie a questa scultura sembrano trasmettere il messaggio che, come David, anche loro possono dominare i loro avversari con astuzia e abilità, piuttosto che con la forza bruta.
In questa versione, Donatello combina il simbolismo cristiano con l’ideale classico della bellezza ideale, creando una scultura che celebra sia la grandezza divina che la saggezza umana. Il David diventa così non solo un simbolo biblico, ma anche una metafora della politica fiorentina del Quattrocento, dove la bellezza e l’intelligenza si uniscono per consolidare il potere.
Il David di Verrocchio
La statua del David di Verrocchio, creata tra il 1465 e il 1470, è una delle opere più emblematiche del Rinascimento fiorentino. Pur rimanendo fedele alla figura biblica, l’artista prende spunto dalla versione di Donatello, aggiungendo nuovi elementi che esprimono la vitalità e la complessità del periodo. Verrocchio, infatti, ha saputo infondere una straordinaria energia nella figura del giovane eroe, con un dinamismo che invita lo spettatore a muoversi intorno alla scultura, apprezzando le sfaccettature della sua forma.

Uno degli aspetti più significativi del David di Verrocchio è la postura della figura. A differenza della versione statica di Donatello, il David di Verrocchio si espone completamente all’osservatore, invitandolo a circolare attorno all’opera. La sua posizione è audace e sicura, con il corpo leggermente inclinato, mentre i suoi occhi, lontani da una visione fissa, sembrano cercare qualcosa, probabilmente Golia o un altro punto lontano. Questo sguardo cercante suggerisce un desiderio profondo, un movimento che si traduce anche in un coinvolgimento emotivo che va oltre la semplice vittoria fisica.
Il momento della vittoria su Golia è simbolicamente espresso non solo dal gesto di David, ma anche dal suo abbigliamento, in particolare dalla tunica dorata che lo avvolge. La tunica, che scende in un pezzo unico fino alla gonnella, è ricca di simbolismi. In particolare, il suo ornamento con segni floreali può essere letto come un rimando alla sapienza. Nel primo libro di Samuele, infatti, la tunica rappresenta la sapienza, mentre nel mondo romano è un indumento indossato sotto la toga o l’armatura, come simbolo di valore e preparazione.
Dinamismo e simbolismo nell’arte del Quattrocento
La cintura, decorata con venticinque petali, simbolizza ulteriormente la sapienza e la virtù, legando David alla tradizione del saggio e giusto. Questo elemento, unito alla palma, indica l’armonia tra la forza fisica e quella morale. In questo David, quindi, l’eroe non è solo un combattente, ma un esempio di virtù, bellezza e sapienza, capace di dominare senza bisogno di armi, poiché armato dalla grazia divina.
Nel confronto con Donatello, la figura di David in Verrocchio assume una dimensione più complessa e sfaccettata. Se nel David di Donatello la conglutinazione tra corpo e manto riflette una fusione di forze, nel David di Verrocchio l’unione spirituale tra David e Gionata si manifesta come un’armonia tra bellezza fisica e virtù morale. È un David che rifiuta ogni forma di violenza, pur mostrando una forza interiore derivante dalla fede e dalla sapienza.
La relazione tra David e Gionata: un’unione spirituale e simbolica
Un aspetto fondamentale della scultura di Verrocchio è l’introduzione della tunica donata da Gionata a David, un elemento che assume una carica simbolica molto profonda. La scena immortala il momento in cui David cerca Gionata con lo sguardo, come se stesse cercando l’amico, ma anche la connessione spirituale tra di loro. La tunica, quindi, non è solo un indumento fisico, ma un segno tangibile di un’unione profonda e spirituale che va oltre il legame di amicizia e guerriero. David non è più solo un giovane guerriero che trionfa con la forza: diventa un simbolo di bellezza e virtù, una figura capace di attrarre l’osservatore non solo attraverso la sua forma fisica, ma anche tramite la sua profondità interiore.
La tunica donata da Gionata diventa il mezzo attraverso cui Verrocchio esprime questa connessione, unendo le anime dei due eroi. È il simbolo di una reciprocità che trascende il combattimento fisico, suggerendo una unione che va oltre il mondo terreno. Allo stesso modo, la palma del giusto, che accompagna la figura di David, si erge come emblema di equità e rettitudine, valori che emergono dall’arte di Verrocchio e che definiscono la bellezza del protagonista. La scultura di Verrocchio, quindi, non solo rappresenta il trionfo su Golia, ma anche una vittoria spirituale, dove l’armonia tra David e Gionata incarna una sintesi ideale di bellezza, giustizia e virtù.
Elisa Diana Baldi per Questione Civile
Bibliografia
Il David del Verrocchio – Verrocchio’s David, Beatrice Paolozzi Strozzi, Maria Grazia Vaccari, Giunti Editori, 2000.
The Sculpture of Donatello, H. W. Janson, Princeton University Press, 1957
Andrea del Verrocchio: Sculptor and Painter of Renaissance Florence, Francis Ames-Lewis, Yale University Press, 1992.
Donatello, Bruce Boucher, Abbeville Press, 1998.