Guderian, il Generaloberst fautore della Blitzkrieg

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Heinz Wilhelm Guderian,  l’ufficiale della Wehrmacht che rivoluzionò la guerra meccanizzata

Nella storia della strategia militare del XX secolo, Heinz Wilhelm Guderian è senza dubbio alcuno una delle figure chiave. Ufficiale della Wehrmacht e ideatore della guerra corazzata, Guderian ha avuto un impatto cruciale sull’evoluzione della moderna dottrina militare. La sua carriera militare si sviluppò in un momento di profonda trasformazione della guerra: dalla staticità della Prima Guerra Mondiale alla dinamicità della Seconda Guerra Mondiale. Per via del suo intenso e coordinato utilizzo di carri armati, fanteria motorizzata e aviazione, è ricordato come il “padre della Blitzkrieg”. Le abilità da lui sviluppate gli affibbiarono il soprannome di “Schneller Heinz” (Heinz il veloce).

I primi anni e la formazione (1888 – 1914)

Heinz Guderian nacque il 17 giugno 1888 a Kulm, nell’allora Prussia Occidentale (oggi Chelmno, Polonia), in una famiglia dalla forte tradizione militare. Infatti, il padre Friedrich Guderian era un ufficiale dell’esercito: questo influenzò in maniera profonda la formazione del giovane Heinz.

Dopo aver frequentato l’Accademia di guerra di Berlino, Guderian entrò nel servizio attivo nel 1907 come ufficiale cadetto nell’esercito imperiale tedesco, servendo nel Jäger-Bataillon 10. Egli si distinse già nei primi anni della sua carriera per il suo interesse verso la tecnologia e le telecomunicazioni. Nel 1911 venne trasferito al corpo delle trasmissioni: questo fu un passaggio chiave per la sua carriera in quanto lo introdusse ai concetti di comando e controllo che sarebbero stati di fondamentale importanza nella sua futura visione della guerra mobile.

L’esperienza di Guderian nella Prima Guerra Mondiale (1914 – 1918)

Nel corso della Prima Guerra Mondiale, Guderian servì come ufficiale delle comunicazioni e di Stato Maggiore. Non ebbe mai modo di comandare direttamente un’unità sul campo. L’impossibilità di impartire ordini diretti si rivelò un’esperienza frustrante, ma anche con degli aspetti positivi. Infatti, Guderian poté così aver modo di osservare l’inefficienza della guerra di trincea e l’eccessiva rigidità dei comandi militari dell’epoca.

Al termine del conflitto, nel 1918, Guderian si trovò membro in un esercito sconfitto e ridotto dai termini del Trattato di Versailles. Tuttavia, fu uno dei 100.000 uomini ammessi nel nuovo Reichswehr (1919 – 1935), dove cominciò a farsi notare per le sue idee innovative.

Il lavoro dottrinale e teorico durante gli anni della Repubblica di Weimar (1919 – 1933)

Nel corso degli anni ’20, Guderian si avvicinò alla lettura e allo studio della letteratura militare, in particolare alle opere di Fuller e Hart. Tali autori teorizzavano un uso più aggressivo e coordinato dei mezzi corazzati sul campo di battaglia. In un periodo in cui la Germania non poteva possedere carri armati, Guderian collaborò con l’URSS per lo studio e la sperimentazione della guerra meccanizzata. Questa attività venne svolta in campi di addestramento segreti.

Nel 1931, Guderian divenne ispettore delle truppe motorizzate del Reichswehr, dedicandosi allo sviluppo teorico della guerra mobile. Egli concepiva l’uso dei carri armati come forza autonoma, capace di rompere il fronte e avanzare rapidamente, sostenuta da altri mezzi meccanizzati e dalla Luftwaffe.  

La nascita della dottrina Guderian: la Blitzkrieg

Guderian fu un forte sostenitore della dottrina Bewegungskrieg (guerra di movimento), che si poneva in contrasto con i metodi statici della Prima Guerra Mondiale. Per lui, i carri armati non dovevano essere un mero supporto alla fanteria, ma uno strumento a sé stante. I mezzi corazzati, secondo Guderian, dovevano sfondare le linee nemiche e penetrarvi in profondità, paralizzando così le capacità di comando e di logistica del nemico.

“I fatti contano più delle parole. Nei giorni a venire la Dea della Vittoria elargirà i suoi allori solo a coloro i quali si sono preparati ad agire con audacia”

  • Da Achtung-Panzer!

Nel 1937, Guderian diede alle stampe il suo libro “Achtung – Panzer!”, nel quale esponeva sistematicamente la sua visione. La Blitzkrieg (guerra lampo) esposta da Guderian prevedeva l’utilizzo di determinate tecniche sul campo di battaglia, in particolare:

  • La concentrazione delle forze corazzate in punti chiave del fronte di guerra, affinché si potessero sfondare le linee nemiche;
  • La stretta coordinazione tra carri armati, artiglieria e fanteria motorizzata;
  • Il massiccio utilizzo dell’aviazione in bombardamenti tattici e nel supporto ravvicinato;
  • Il movimento rapido e continuo delle forze in campo, con l’obiettivo di penetrare in profondità e accerchiare il nemico anziché logorarlo;
  • Le comunicazioni radio nei carri armati per consentire la flessibilità e la velocità delle operazioni.

Il libro non attirò la sola attenzione dei vertici militari tedeschi, ma anche degli osservatori stranieri. Tra coloro i quali rimasero colpiti dal testo di Guderian vi fu anche Hitler, che sostenne la sua tattica innovativa. 

La Campagna di Polonia (1939)

Con l’inizio dell’operazione Fall Weiß nel 1939, Guderian ebbe finalmente modo di mettere in pratica la sua dottrina. In Polonia, Guderian fu posto a capo del XIX Corpo d’Armata. La sua avanzata fu rapidissima, grazie all’utilizzo di comunicazioni radio, alla coordinazione con l’aviazione e all’audacia operativa. I risultati della campagna furono impressionanti: le forze polacche furono rapidamente sopraffatte da attacchi concentrici e veloci.

La Campagna di Francia (1940)

Tuttavia, fu con la campagna di Francia del 1940 che avvenne la vera consacrazione di Guderian. Le forze meccanizzate tedesche, durante la prima fase della campagna (Fall Gelb), decisero di attraversare le Ardenne, anziché attaccare direttamente lungo la linea Maginot. Questo colse di soprese le forze armate francesi. Guderian, alla guida della sua Panzergruppe, attraversò il fiume Mosa a Sedan, sfondando il fronte francese e avanzando rapidamente verso la Manica.

Durante tale operazione, egli decise di ignorare gli ordini di rallentare l’avanzata e di consolidare la propria posizione. Tale azzardo premiò il generale: le forze alleate furono accerchiate a Dunkerque, e la Francia fu costretta alla resa nel giugno 1940. Ancora una volta, la Blitzkrieg aveva dato i suoi frutti.

Operazione Barbarossa (1941)

Con il lancio dell’operazione Barbarossa nel giugno del 1941, si ebbe l’inizio dell’invasione dell’Unione sovietica da parte della Germania. Guderian fu posto a comando della Panzergruppe 2, con l’incarico di avanzare attraverso la Bielorussia fino a Smolensk e poi verso Mosca. Inizialmente e grazie all’ormai consolidata combinazione di coordinamento tra truppe corazzate e aree, velocità e sorpresa, l’avanzata fu rapida e devastante.

Tuttavia, un insieme di fattori, quali la crescente resistenza sovietica, le enormi distanze e la logistica precaria, portarono al rallentamento dell’offensiva. Inoltre, Guderian entrò in contrasto con Hitler. Quest’ultimo, infatti, aveva deciso di deviare le forze corazzate dal fronte centrale verso Kiev e Leningrado. Guderian considerava tale decisione nient’altro che un errore strategico fatale, in quanto non avrebbe prodotto nulla se non un ritardo all’attacco a Mosca.

“Abbiamo seriamente sottostimato i russi, la vastità del Paese e il tradimento del clima. Questa è la vendetta della realtà”

  • Da una lettera di Guderian alla moglie (9 novembre 1941)

Quando l’offensiva su Mosca (Operazione Tifone) fu lanciata nell’autunno del 1941, le condizioni climatiche e la resistenza sovietica ne impedirono il successo. Guderian fu bruscamente sollevato dal comando nel dicembre 1941, dopo aver criticato apertamente le direttive di Hitler.

Il ritorno di Guderian e la fine della guerra (1943–1945)

Nel 1943, dopo un periodo di inattività, Guderian fu richiamato come ispettore generale delle truppe corazzate. Nonostante la situazione strategica della Germania fosse oramai compromessa, egli cercò comunque di migliorare la produzione e l’addestramento dei reparti Panzer.

Nel luglio del 1944, dopo il fallimento dell’operazione Valchiria, che attentò alla vita del Fuhrer, Guderian venne nominato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito (OKH). Ricoprendo tale incarico, si ritrovò di nuovo in contrasto con Hitler, che rifiutava ogni proposta realistica di ritirata o riorganizzazione. Durante gli ultimi mesi della guerra, Guderian cercò di mantenere una linea di difesa coerente e razionale, ma fu ostacolato dall’interferenza costante di Hitler e dalla mancanza di risorse.

Guderian riuscì momentaneamente a stabilizzare la situazione tedesca del fronte est sulla Vistola, in Prussia Orientale e sul Baltico. Ma si trovò nuovamente in contrasto con il Fuhrer in merito all’offensiva delle Ardenne, sulla condotta della battaglia sulla Vistola, sull’Oder e in Prussia.

Il 28 marzo del 1945, dopo un violento alterco con Hitler,  Guderian fu infine sollevato dal suo incarico e mandato in licenza per motivi di salute. Il 10 maggio 1945, al termine della guerra, si consegnò volontariamente alle truppe americane in Tirolo, insieme alla sua famiglia. Venne internato e interrogato a lungo, ma non fu processato a Norimberga in quanto non ritenuto direttamente responsabile di crimini di guerra. Tuttavia, rimane controversa la sua conoscenza e complicità implicita con il regime nazista. Venne rilasciato il 17 giugno 1948, ritirandosi a vita privata. Nel 1951 pubblicò la sua autobiografia, “Memorie di un Soldato”, nella quale difese il proprio operato e presentò una narrazione in parte apologetica del suo ruolo nel Terzo Reich. Morì il 14 maggio a Schwangau, in Baviera, a seguito di un attacco cardiaco.

Conclusioni: Guderian un generale che cambiò il modo di fare la guerra

Il Generaloberst Heinz W. Guderian fu senza dubbio una delle figure più innovative della storia militare moderna. La sua Blitzkrieg diede un contributo fondamentale allo sviluppo della guerra motorizzata, influenzando sia le forze armate tedesche, sia le forze armate di altre Nazioni.

Figura complessa e controversa, Guderian rimane un simbolo di come l’innovazione, la visione strategica e l’audacia operativa possano cambiare profondamente l’arte della guerra.  La sua eredità vive ancora oggi nei manuali militari e nelle dottrine delle forze corazzate moderne.

Saverio Francesco Frega per Questione Civile

Bibliografia e sitografia

F. Riggi, I Grandi Condottieri della Seconda Guerra Mondiale. Da Rommel a Patton, da Guderian a Zukov, le imprese, le vittorie e le sconfitte degli uomini che hanno scritto la storia, Newton Compton Editori, Roma, 2021

www.corazzati.it

www.difesaonline.it

www.treccani.it

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