Freud e le fake news: quello che pensi di sapere

Freud

Sigmund Freud: dai libri di filosofia alla serie tv raccontando la storia della psicologia

Senza dubbio la personalità di Sigmund Freud è tra quelle più misteriose e controverse della storia della psicologia. C’è chi lo ama e c’è chi lo odia.

Non c’è da stupirsi di questa ambivalenza, visto che quasi tutti noi abbiamo incrociato questo grande studioso ad un certo punto della nostra vita. La maggior parte di noi lo ha incrociato per la prima volta nel libro di filosofia delle superiori, e perché no, lo ha reso protagonista della famosa tesina di maturità.

Altri possono essere rimasti affascinati dai suoi testi nella sezione “Psicologia” di una libreria. Altri ancora ne hanno sentito parlare in film, programmi e serie tv.

La varietà di fonti dal quale Freud entra nella nostra mente è molteplice e, di conseguenza, la sua storia e i suoi studi vengono modificati.

“Pesce d’Aprile”

-N. 11

Questo è l’undicesimo numero della Rubrica di Rivista dal titolo “Pesce d’Aprile“, che parlerà del concetto di “fake news” in vari ambiti. La Rubrica vede la collaborazione tra le Aree di Storia Antica e Medievale, Economia, Affari Esteri, Lettere, Scienze Umane, Storia Moderna e Contemporanea, Arte e Cinema

Vita di Sigmund Freud

A complicare questo diffondersi di fake news sulla figura di Sigmund Freud incombe il tempo. Infatti, Freud è vissuto a cavallo tra l ‘800 e il ‘900 e quasi un secolo ormai ci separa da lui.

Com’è facile immaginare, si trattava di un periodo storico molto delicato in cui piano piano l’antisemitismo si faceva strada. La famiglia Freud aveva origini ebraiche e per questo sin da ragazzino Sigmund si sentì discriminato ed ostacolato. Nonostante le sue origini e un intenso studio della Bibbia, Freud rimase ateo e in gran parte scettico.

Si laureò in medicina, dove si appassionò alle teorie di Charles Darwin e dove svolse le prime ricerche nel campo della neuro-istologia. Pochi sanno che la figura di Freud non nasce come psicologo ma proprio come neurologo, con una forte inclinazione per il sistema nervoso degli animali. Proprio attraverso questi studi, Freud scoprì che alcuni elementi del sistema nervoso degli invertebrati sono molto simili a quelli dei vertebrati.

I primi anni e il lavoro clinico

Lasciato il lavoro di ricerca, un giovane Sigmund Freud inizia il suo lavoro in campo clinico. All’ospedale generale di Vienna iniziò a trattare pazienti affetti da cosiddette ‘turbe neurologiche’. Tra queste, c’era il trattamento dell’isteria. Fino a quel momento, l’isteria era stata concepita in vari modi: da una banale simulazione delle pazienti, fino ad essere considerato un disturbo per cui l’utero delle donne vagava per il corpo, producendo la sintomatologia.

Di conseguenza, anche i trattamenti erano molto discutibili. Durante questo lavoro, Freud incontra Charcot e Breuer e il resto è storia: dai libri di filosofia a quelli di psicologia. Qui il giovane Freud si appassiona al metodo dell’ipnosi nel trattamento delle donne isteriche. Celebre è anche il caso di Anna O., che mise le radici di molti concetti della teoria freudiana – resistenza, transfert, catarsi – e condusse infine alla nascita della psicoanalisi.


Tuttavia, anche in questo settore Freud dovette scontrarsi con discriminazioni da parte dei colleghi, che non condividevano l’interesse per i suoi nuovi metodi di cura, primo tra tutti l’ipnosi.

La cocaina

Oltre all’interesse per la catarsi e per l’ipnosi, negli anni della formazione il giovane Sigmund si interessò anche di sostanze psicotrope come la cocaina e la morfina. All’epoca queste sostanze non erano considerate stupefacenti ma vantavano un potere analgesico. Infatti, in quel periodo la cocaina era prescritta come un comune farmaco.

Per questo, in quegli anni Freud iniziò a sperimentarli su sé stesso, annotando tutti gli effetti e pubblicando nel 1885 il testo “Osservazioni sulla dipendenza e paura da cocaina”.
Storicamente Freud viene rappresentato come dipendente dalla cocaina, a cui ricorreva per evadere dalle discriminazioni in ambito lavorativo e non.

Freud: la Serie Netflix

È proprio in questi anni che si ambienta la recente ed omonima serie tv Netflix, che racconta la storia di Freud.
Sin dalle prime puntate troviamo due mondi paralleli che si incroceranno nel corso della serie: da un lato, la storia di Sigmund Freud, deriso dalla comunità medica per i suoi trattamenti innovativi dell’isteria; dall’altro, troviamo le vicende di Fleur Salomè, donna misteriosa, affascinante dotata di poteri sovrannaturali. Le vicende dei due si incroceranno in un viaggio nella psiche dei personaggi della serie.
Ma chi era questa donna? E quanto c’è di vero nella serie televisiva Netflix?
Spoiler alert: purtroppo ben poco.

Fleur Salomè

Fleur Salomè è la seconda protagonista della serie Netflix: si tratta di una donna sola, senza famiglia che si è smarrita e vive con l’ambiziosa Contessa Sophia, che l’ha accolta in casa sua.
La donna spesso cade in uno stato ipnotico, di sonnambulismo al quale vengono associati poteri da medium. Ed è proprio per sfruttare questi poteri che la Contessa Sophia la tiene con sé.
Fleur viene a conoscenza degli studi di Freud, a cui si rivolge per porre fine alle sue turbe. Attraverso un percorso di cura, ma anche un legame di affetto con Freud, Fleur sembra riuscire a riconquistare dei ricordi rimossi riguardo le sue origini, porre fine alle sue sofferenze e ritrovare sé stessa.

Nel personaggio di Fleur emergono vari temi della psicoanalisi Freudiana: innanzitutto, sembra che Fleur rispecchi il quadro di una donna isterica, con turbe e sintomi simili a quelli descritti nei documenti medici dell’epoca. Inoltre, attraverso il rapporto con Freud emergono altri tre pilastri della teoria di Freud: la rimozione, la catarsi e il transfer, evidente nella passione che si instaura tra i due.

La vera identità di Fleur Salomè

Sebbene il personaggio di Fleur Salomè non sia totalmente inventato, non è neanche totalmente reale. Questa sarebbe in realtà la personificazione di Lou von Salomé, scrittrice russa e musa ispiratrice di Nietzsche per il suo “Così parlò Zarathustra”.
Da quanto emerge dai libri e dalle fonti storiche, Lou von Salomè e Freud non si incontrarono mai: lei non fu sua paziente, non aveva doni sovrannaturali, né tanto meno ebbero una relazione. Al contrario, era una donna affascinante sia per il suo aspetto fisico che per la sua intelligenza e i suoi studi. Infatti, aveva conquistato molti studiosi dell’epoca. Con Freud ci fu una corrispondenza privata, ma non più di un’amicizia e una stima reciproca.
Dunque, c’è di vero nel fatto che questa donna aveva un forte interesse per la psicoanalisi e una forte ammirazione verso Freud.
Nella serie emerge qualche analogia con la storia di Anna O., e sembra che il personaggio di Fleur sia stato costruito per incarnare tutti gli elementi della teoria freudiana descritti poco fa.

Le vicissitudini storiche

Il contesto storico in cui la serie si ambienta è esatto: siamo nella Vienna degli anni ’80 dell’Ottocento. In quel periodo Vienna era regnata dall’Imperatore Francesco Giuseppe e dal figlio Rodolfo, entrambi presenti nella serie.
Dunque, iniziano a delinearsi anche intrecci politici: la contessa Sophia, che aveva accolto Fleur in casa sua, è in realtà una donna manipolatrice e vendicativa che ha come solo scopo quello di eliminare la dominazione ungherese da Vienna. In questo modo, la donna sfrutta i poteri della medium per attirare l’attenzione dei sovrani, attraverso rituali e complotti. Il risultato è, ancora una volta, un viaggio nella psiche anche dei sovrani stessi.

Nei libri storici non sembra esserci traccia di questi complotti o del personaggio della Contessa. È confermata, tuttavia, la presenza di alcuni complottisti che volevano rivendicare le vittime della Rivoluzione Ungherese. L’Imperatore Francesco Giuseppe fu vittima di un attentato da parte di uno di loro, ma continuò a regnare e morì poco prima della Prima guerra mondiale.
È interessante che il principe Rodolfo fu effettivamente un personaggio storico debole e tormentato, la cui vita fu segnata da molti episodi tristi.  Questo lo condusse ad ammalarsi di depressione e a togliersi la vita.

L’eredità di Freud

Del lavoro di Freud ad oggi ci è rimasto molto, primo fra tutti la nascita della Psicoanalisi come metodo di cura. Inoltre, la rivoluzione che egli apportò fu il riconoscere il ruolo della psiche nella genesi e nel mantenimento di alcune malattie in un contesto fino ad allora meccanicista. In molti concetti freudiani hanno messo le radici alcune tra le più moderne nozioni di psicologia: ad esempio, i meccanismi di difesa sono stati di base per le cosiddette strategie di Coping.

Infine, non possiamo non menzionare come l’isteria sia ancora presente come patologia ma in una veste totalmente modificata: il disturbo istronico di personalità.
Tutto ciò ci fa comprendere come il lavoro di Freud non fu inutile o da minimizzare, al contrario gli si riconosce il titolo di padre della Psicoanalisi.

Naturalmente, la serie ha dovuto rielaborare questi elementi al fine di adattarsi al pubblico.

Il messaggio è: non fatevi ingannare e fate in modo che film e serie tv siano di ispirazione per approfondire la vita e le opere di personaggi storici, come in questo caso di Sigmund Freud.

Chiara Manna per Questione Civile

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