L’infertilità femminile e maschile: cause e rimedi

infertilità

L’infertilità e i suoi possibili trattamenti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera l’infertilità una patologia e la definisce come l’assenza di concepimento dopo 12/24 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti. Questa patologia in Italia riguarda circa il 15% delle coppie mentre, nel mondo, circa il 10-12%. Le cause che portano all’impossibilità del concepimento possono riguardare l’uomo, la donna o entrambi i partner: in quest’ultimo caso si parla di infertilità di coppia.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con il Ministero della Salute promuove attualmente numerosi studi e ricerche sulle cause ambientali, psicologiche, cliniche, dell’infertilità e promuove campagne di informazione per la sua prevenzione.

Un piccolo excursus sulla definizione di “infertilità”

La specie umana non è molto fertile: infatti si calcola che, per la donna, la possibilità di essere fecondata in un periodo fertile non superi il 25% e questa probabilità decresce con l’aumentare dell’età dei partner.

Una coppia si classifica come “infertile” o ‘subfertile’ nel momento in cui non riesce ad ottenere un concepimento dopo 12 mesi di rapporti continuativi non protetti. Questo limite si abbassa a 6 mesi per le donne di età oltre 35 anni ed in presenza di fattori di rischio, quali pregressi interventi sugli organi pelvici, gravi infezioni utero ovariche o endometriosi.

Le principali cause di infertilità femminile

In primis è necessario distinguere il termine infertilità da quello di sterilità, che definisce l’impossibilità assoluta di un concepimento per una causa non rimovibile, mentre nell’uso comune, i due termini vanno erroneamente a sovrapporsi.

L’infertilità femminile è la condizione che ostacola la possibilità per la donna di ottenere una gravidanza. Alla nascita, la donna possiede una riserva di circa 400 mila ovociti che va progressivamente impoverendosi col passare dell’età, fino ad azzerarsi completamente con l’arrivo della menopausa. Tra le principali cause di infertilità femminile possiamo rivenire delle alterazioni dell’apparato riproduttivo, malformazioni congenite o disfunzioni ormonali.

  • Si può presentare una riduzione della funzionalità o una completa chiusura delle tube di Falloppio, congenita o seguente a patologie infiammatorie o interventi chirurgici
  • Si può riscontrare una patologia nota come endometriosi, molto frequente in età fertile in cui isole di cellule presenti nella cavità uterina migrano e colonizzano l’ovaio o il peritoneo pelvico.
  • In caso di irregolarità o mancanza di ovulazione, il processo di fecondazione risulta molto più complesso e ciò è dovuto ad una riserva ovarica ridotta o assente.
  • La possibilità di un concepimento cala drasticamente anche in presenza di disfunzioni ormonali: un esempio è la PCOS (sindrome dell’ovaio policistico) in cui sono riscontrate disfunzioni ovulatorie, iperandrogenismo, cicli irregolari o amenorrea

Solo in alcuni casi infine si parla di infertilità idiopatica, nel caso in cui gli esami diagnostici non riescano ad individuare alcuna causa specifica responsabile dell’infertilità.

Le principali cause dell’infertilità maschile

L’infertilità maschile interessa il 7% degli uomini e sempre di più i giovani. Rispetto al passato, oggi si ritiene che in 1 caso su 2 la difficoltà ad ottenere una gravidanza dipenda da problemi riproduttivi a carico del partner maschile.

Le cause sono riscontrabili nell’insufficiente produzione degli spermatozoi o per una loro natura qualitativamente alterata. Questo può verificarsi per alterazioni a carico del DNA che può risultare danneggiato, per una morfologia alterata dello spermatozoo o per una sua ridotta mobilità che ostacola la fecondazione e dunque diminuisce le possibilità di concepimento.

L’infertilità va anche in questo caso distinta dalla sterilità, la quale viene diagnosticata solo in caso di una totale assenza di spermatozoi, definita azoospermia, o una presenza di spermatozoi non vivi nel liquido seminale: in questo caso si parla di necrozoospermia. L’assenza di spermatozoi nel liquido seminale o l’assenza di eiaculazione, detta aspermia, impediscono l’individuazione di spermatozoi vitali utili al concepimento.

Alcune tecniche di fecondazione assistita

La fecondazione assistita è una tecnica medica che ha come obiettivo quello di favorire la fecondazione della cellula uovo da parte dello spermatozoo. Questa tecnica appartiene agli interventi di procreazione medicalmente assistita, un insieme di procedure che consentono alle coppie con problemi di fertilità di raggiungere il desiderato concepimento.

Come spiegato anche sul sito Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, le tecniche di procreazione assistita vengono distinte in:

  • Tecniche di primo livello: sono rappresentate dall’inseminazione artificiale, in cui viene favorito l’incontro tra il gamete maschile e quello femminile, che si deve trovarsi in fase ovulatoria.

Se i due gameti appartengono alla coppia si parla di “inseminazione omologa”, altrimenti se uno dei due appartiene a un individuo esterno alla coppia si parla di “inseminazione eterologa”.

L’inseminazione artificiale assistita di tipo omologo è una pratica sicura, a cui ricorrono molte coppie ed è autorizzata dalla Legge Italiana. Per quanto riguarda invece l’inseminazione e altre tecniche di fecondazione eterologa, ci sono delle limitazioni. La donazione dei gameti da parte di una persona esterna alla coppia è consentita solo in caso di problemi di sterilità o di infertilità irreversibile di uno dei due membri della coppia.

  • Tecniche di secondo livello: gli ovuli sono prelevati dall’apparato femminile e fecondati in laboratorio: si parla dunque di fecondazione in vitro poiché l’embrione già fecondato viene trasferito direttamente nell’utero.

A queste tecniche appartengono la FIVET (fecondazione in vitro con il trasferimento dell’embrione) e l’ICSI (iniezione intra-citoplasmatica di spermatozoi). Solitamente vi ricorrono donne che hanno già effettuato le inseminazioni artificiali senza ottenere risultati, donne che soffrono di endometriosi o altre malattie dell’apparato femminile o partner maschili che hanno un funzionamento anomalo degli spermatozoi.

  • Tecniche di terzo livello: in questa sede gli ovuli sono prelevati in anestesia totale con un vero intervento chirurgico in laparoscopia.

Conclusioni

Quello che non bisogna trascurare, è l’importanza di un supporto psicologico durante il percorso di PMA (Procreazione medicalmente assistita) dal momento della diagnosi, sia durante il trattamento terapeutico dell’infertilità e dopo che il processo può dirsi completato.

È opportuno avere un confronto con un professionista esperto in infertilità per la necessità di competenze specifiche richieste per lavorare in un ambito così delicato. La coppia deve essere accompagnata nelle varie fasi del percorso di PMA e sostenuta da un punto di vista emotivo affinché si possano creare le condizioni migliori sia per affrontare il percorso, sia per cercare nuovi stimoli e progetti nel caso in cui il percorso si riveli più lungo o complesso del previsto.

Giulia Marianello per Questione Civile

Sitografia

Il ruolo psicologico legato all’infertilità e nell’affrontare il percorso di PMA

https://www.vitanova.dk/it/buono-a-sapersi/tre-metodi-per-la-fecondazione-assistita/

https://www.iss.it/infertilit%C3%A0pma#:~:text=L’Organizzazione%20Mondiale%20della%20Sanit%C3%A0,circa%20il%2010%2D12%25

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