Un regno di platino si spegne sopra il London Bridge
70 anni, 251 giorni. Il regno più lungo mai visto. Un regno d’argento, oro e, infine, di platino oggi si
è concluso. London Bridge is down, la Regina Elisabetta non c’è più.
L’inizio del regno
È il 2 giugno 1953 quando la giovanissima Elizabeth Alexandra Mary viene incoronata regina di Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Ceylon e Pakistan con l’ambiziosissimo nome della regina più grande di tutte: Elisabetta II. Fu un’incoronazione spettacolare, preparata per oltre 16 mesi e che costò alla novella corona e al suo paese un totale di 4 milioni di dollari. La cerimonia nell’abbazia di Westminster divenne – com’era ovvio – un evento mediatico senza precedenti con centinaia di giornalisti presenti che trasmettevano le notizie in decine di lingue diverse che annunciavano per radio ciò che avveniva. La nuova, giovane regina mosse i primi passi sotto gli occhi e attraverso le orecchie di migliaia di persone.
Da allora sono passati esattamente 70 anni e qualche centinaio di giorni, Elisabetta ha visto nascere la televisione, ha celebrato l’uomo che colonizzava sulla luna, ha guardato la sua famiglia andare in pezzi e poi ricostruirsi da zero, ha vissuto la guerra e una pandemia, si è messa a disposizione di quindici diversi primi ministri, trasmettendo centinaia di discorsi attraverso la radio, la tv e infine con i social media. Tutto questo in un unico regno. Tuttavia, la regina più austera e longeva della storia inglese oggi ha ceduto al tempo: Elisabetta ha passato il testimone.
Lunga vita alla regina, finché il London Bridge regge
La longevità si sa è un dono, ma già da tempo si vociferava sullo stato di salute della regina. I 96 anni di sua maestà cominciavano a farsi sentire e con essi la preoccupazione del popolo e dei giornalisti. La sovrana soffriva ormai da mesi di problemi di mobilità, ma solo nella mattina di oggi, 8 settembre, la preoccupazione che aleggiava sopra Buckingham Palace si è fatta tangibile: i medici hanno consigliato alla famiglia reale di rimanere al fianco di Elisabetta che per nessun motivo ha potuto spostarsi dal palazzo di Balmoral dove si trovava. Allertate, allora, anche le autorità religiose, il primo ministro e i giornalisti con il consiglio di tenersi pronti e in abiti scuri. Così a pochissimi giorni dall’elezione di Liz Truss, nuovo premier britannico leader dei conservatori, Londra dovrà assestarsi ad un’altra – forse peggiore – novità.
Il programma London Bridge
E proprio la pesante assenza della Regina ad una conferenza ha annunciato i primi timori: Liz Truss avrebbe dovuto prestare giuramento e con lei alcuni dei suoi ministri. Eppure la sovrana non si è presentata e si è cominciato a temere l’inizio del piano London Bridge.
È questo il nome del famigerato piano e la frase che, annunciando la morte della regina, annuncia la sua caduta: London Bridge is down. Il piano è stato messo a punto a partire dagli anni Sessanta e prevedeva tappe serrate a cominciare dall’Operazione “Unicorno”, la sospensione delle attività del Parlamento scozzese per procedere con la preparazione dei funerali di Stato, dal momento che la Regina è deceduta a Balmoral. In seguito, dal Foreign Office è partito il comunicato ufficiale della morte di Elisabetta per il primo ministro, gli Stati del Commonwealth, gli ambasciatori stranieri ed infine per il resto del mondo, attraverso la BBC e le maggiori testate internazionali. Un annuncio tra poco verrà affisso sul cancello di Buckingham Palace, la casa di Elisabetta per oltre sette decenni. Il lutto cittadino è stato già emanato, il sito del Palazzo Reale si è oscurato, i giornalisti e i ministri sono già vestiti a lutto, alle undici di domani l’Inghilterra avrà un Re. Tutto è pronto per l’ultimo saluto alla sovrana di platino. Adesso sta a Carlo.
Noemi Ronci per Questione Civile
Fonti
https://www.corriere.it/esteri/22_settembre_08/regina-elisabetta-salute-13382ce0-2f6b-11ed-b176-e2e17efc1021.shtml
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2022-09/allarme-salute-regina-elisabetta-windsor-balmoral.html
https://www.corriere.it/esteri/22_settembre_08/piano-london-bridge-che-cosa-succede-morte-regina-elisabetta-43915bce-2f79-11ed-b176-e2e17efc1021.shtml
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