Ippocrate, il medico che elevò la medicina antica

Ippocrate

Il simbolo della saggezza antica: Ippocrate e la medicina nell’antica Grecia

L’antica medicina greca, di cui Ippocrate è il massimo esponente, è stata influenzata fortemente dalla cultura egizia, inclusa la fede nel soprannaturale che caratterizzava il processo di guarigione nella cultura orientale. Nella cultura egizia infatti le malattie erano considerate dei “doni” da parte degli dei che mandavano in terra le malattie a seconda dei misfatti compiuti dall’uomo. Le cure e la guarigione erano mansioni proprie dei sacerdoti, i quali erano gli unici ritenuti degni a livello sociale di spezzare le divine maledizioni mediante riti religiosi e preghiere.

Nella cultura greca, invece, il dio della guarigione e della medicina era Asclepio, simboleggiato da un serpente avvolto intorno ad una verga. A questa divinità sono dedicati molti templi e il più noto di questi si trova ad Epidauro, città nativa di Asclepio secondo la tradizione: il tempio risale al IV secolo a. C e appartiene tutt’ora al patrimonio dell’UNESCO. La simbolicità di questa antica divinità greca è tale da rappresentare ancora oggi le arti mediche e terapeutiche. 

La storia della medicina:dalla saggezza antica all’era della specializzazione
– N. 1
Questo è il primo numero della Rubrica di Area dal titolo La storia della medicina:dalla saggezza antica all’era della specializzazione, appartenente alla Macroarea di Scienze

Un excursus sulla medicina nell’antico Egitto

Dal momento che per gli Egizi la medicina e la guarigione erano inseparabili dal culto religioso, la figura più significativa per la medicina egizia fu Imhotep, sommo sacerdote dei preti-medici attivo durante l’Antico Regno nel 2600 a. C. Imhotep, oltre ad essere stato deificato in seguito alla sua morte, già in vita godeva di un grandissimo rispetto: oltre ad essere un guaritore attivo che distribuiva cure a base di erbe, si trovava a capo di un gruppo di medici.

Sotto l’influenza di Imhotep altri sacerdoti-medici svilupparono le più svariate teorie sull’origine delle malattie. Dal momento che lo studio del flusso sanguigno era paragonato allo scorrimento dell’acqua nei canali, i medici ritenevano che l’insorgenza della patologia fosse legato a un blocco di questo flusso spontaneo. Il blocco era additato per lo più alla presenza di spiriti maligni. Il rimedio indicato, però, non si limitava all’utilizzo di emetici e lassativi, bensì comprendeva anche delle offerte agli dei responsabili del “blocco”, con la speranza di rimuovere la causa della patologia.

I papiri medici

Quello che sappiamo della medicina egizia deriva inoltre dalla nostra conoscenza dei papiri conservati. Il più noto, Kahun, risale al 1800 a. C. circa. Il nome si riferisce alla persona che li ha scoperti o tradotti, mentre risulta pressoché impossibile risalire al medico che li ha redatti. Alcuni papiri elencano centinaia di canti magici e incantesimi, altri indicano cure a base di erbe, altri ancora descrivono vari tipi di malattie.  

Nonostante fosse fondata su basi metafisiche, alla medicina egizia va comunque riconosciuto il merito di aver provato a collegare la malattia ai processi corporei e di aver favorito lo sviluppo di cure focalizzate sul corpo, oltre che alla pacificazione degli interventi delle divinità.

L’abbandono della mitologia: l’era di Ippocrate

Nell’antica Grecia cambiò notevolmente l’approccio alla malattia: da intervento divino quale era sempre stato considerato, la malattia fu via via considerata un fenomeno sempre più terreno e naturale. L’analisi dei sintomi ed il trattamento si focalizzarono sempre più sull’uomo anziché sul mondo sovrannaturale, facendo acquisire al metodo una valenza più oggettiva e scientifica.

La malattia non è mandata dagli dei: trova la causa e noi troviamo la cura

Fu Ippocrate di Kos ad elevare la medicina ad una vera e propria professione, fondata su basi scientifiche e regolamentata da una propria deontologia. Egli pose l’attenzione sull’osservazione e la registrazione di vari casi clinici prima di regolamentare la professione medica. 

Sulla base della deontologia veniva per la prima volta effettuata una distinzione tra i veri dottori, le cui competenze erano verificate e basate su un metodo più scientifico, dagli altri “guaritori” che si affidavano al senso comune. Tutt’oggi il giuramento di Ippocrate, contenenti vari principi morali e di deontologia, è un rito simbolico che accompagna i laureandi in Medicina e Chirurgia durante la seduta di laurea. 

La teoria dei quattro umori di Ippocrate

Sono stati molti i filosofi che hanno contribuito all’evoluzione della medicina greca tra cui Socrate, Platone e Aristotele; ma già ben prima di loro fu Empedocle a formulare il concetto dei quattro elementi, che in seguito furono incorporati nella medicina greca come “teoria dei quattro umori”. I quattro fluidi corporei erano considerati i seguenti: 

  • Sangue
  • Bile gialla
  • Bile nera
  • Flegma

Uno squilibrio tra questi quattro umori era ritenuto una chiara manifestazione del sintomo e lo squilibrio era considerato il diretto responsabile dell’insorgere della patologia. La teoria dei quattro umori fu il sistema medico predominante in Europa per ben duemila anni, fino a quando nel XVIII secolo le scoperte scientifiche moderne non riuscirono a mettere in discussione questo sistema valoriale così radicato. 

Nonostante la teoria sia attribuita dai più ad Ippocrate, in realtà ne viene fatta menzione all’interno del Corpus hippocraticum, una collezione di circa sessanta testi attribuiti ad Ippocrate ma che con maggiori probabilità sono stati scritti e ampliati dai suoi discepoli.  Una testimonianza sicura e attribuibile a un allievo di Ippocrate, Polibo, ne La natura dell’uomo è la seguente:

Gli umori formano la costituzione del corpo e sono alla base dei dolori e della salute

Personalità e salute nel Corpus hippocraticum

All’interno del Corpus hippocraticum già citato, vengono collegati i quattro elementi empedoclei (aria, fuoco, terra e acqua), già associati con le stagioni, alle possibili quattro personalità  e temperamenti umani. La scelta del numero quattro è tutt’altro che casuale: questo numero si basava sul principio pitagorico della tetraktys, principio secondo cui alle quattro unità elementari corrispondono quattro stagioni e quattro corrispettive età della vita (infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia). 

L’elemento terra trova un suo corrispettivo nella bile nera, la quale ha la sua sede nella milza, mentre il fuoco corrisponde alla bile gialla, che ha la sua sede nel fegato. L’elemento dell’aria risulta essere il corrispettivo del sangue, situato all’interno del cuore, mentre per quanto riguarda l’acqua, essa sarebbe situata nella testa e ha come corrispettivo la flegma. 

Gli umori, secondo la teoria ippocratica, di conseguenza prevalgono o diminuiscono in base alla stagione: se il sangue prevale in primavera, la bile gialla è prevalente in estate; al contrario la bile nera è predomina in inverno e la flegma in autunno.

 Il buon funzionamento dell’individuo è definito “eucrasia”. Dipende dall’equilibrio di questi quattro elementi; al contrario, il prevalere dell’uno sull’altro è la diretta causa di uno squilibrio, condizione definita “discrasia”. Dunque la condizione patologica nell’età antica era strettamente associata ad un’alterazione dell’equilibrio, definita discrasia per contrapporla all’eucrasia che definisce il buon funzionamento dell’individuo. 

I quattro temperamenti nella medicina con Ippocrate

La teoria dei “quattro temperamenti” è un modello di personalità derivato strettamente dall’antica teoria dei quattro umori. Questa teoria raggruppa le persone in base alla loro natura ed effettua una distinzione in quattro personalità fondamentali:

  • La personalità collerica

La persona dal temperamento collerico (o bilioso) presenta un eccesso di bile gialla ed è descritta con alcune caratteristiche comuni. Esse sono: la magrezza, l’irascibilità, la furbizia e la superbia. 

  • La personalità flemmatica

Questo temperamento contraddistingue persone con un eccesso di flegma. Sono personalità caratterizzate da lentezza, pigrizia, serenità e talento. 

  • La personalità sanguigna

È il temperamento tipico di chi ha un eccesso dell’umore rosso (o sangue). Sono personalità descritte come gioviali, allegre ed incapaci di rinunciare ai piaceri della vita.

  • La personalità melanconica

Questo temperamento è tipico di colui che presenta un eccesso di bile nera. L’individuo che presenta tale temperamento viene descritto in genere come un tipo magro, debole, pallido e triste. 

Conclusioni relative alla medicina di Ippocrate nell’antichità

Dunque, nonostante siano stati molteplici gli approcci all’ars medica nell’età antica, va riconosciuto ai Greci e al contributo di Ippocrate un posto non indifferente nella storia della medicina.

Il contributo di Ippocrate, dei suoi discepoli e delle testimonianze del Corpus hippocraticum è stato preso come modello per tutti i secoli successivi fino alla vera rivoluzione scientifica copernicana. In quest’ultima i solidi principi scientifici dell’età moderna hanno messo in crisi i valori del mondo antico.  

Giulia Marianello per Questione Civile

Bibliografia

Medicina, La storia illustrata di S. Parker

www.storiadellamedicina.net/biografia-e-teorie-di-ippocrate

+ posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *