Il Chinotto e la nascita di una protesta anticapitalista

Il Chinotto

Il Chinotto: cos’è e dove nasce

Il Chinotto come gran parte degli agrumi ha probabilmente origine dall’Asia sud-orientale, forse più precisamente dalla Cina e dalla Cocincina, a cui di può facilmente associare il suo nome. Successivamente fu importato in Italia tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento da un navigatore, non ancora ben certo se livornese o savonese.

Secondo altri studi e ricerche a riguardo, questa pianta avrebbe origini mediterranee, sviluppatasi in seguito ad una mutazione gemmaria dell’arancio amaro.

Nonostante ancora ci siano questi dubbi sulla reale provenienza del chinotto in Italia, è sicuramente doveroso dire grazie al paziente lavoro di selezione fatto dagli agricoltori rivieraschi, dal quale si sarebbe ottenuta una pianta capace di dare frutti piccoli, quasi privi di semi, ma dalle caratteristiche organolettiche uniche, per profumo ed intensità di sapore.

Il suo utilizzo nell’antichità

Questo frutto così particolare mostrò molto interesse, soprattutto perché da esso si potevano ricavare importanti essenze per farne poi dei profumi. Ma non solo, la sua grandissima proprietà antiossidante lo rendeva impiegabile come conservante nei lunghissimi viaggi via mare di quei tempi.

Con la successiva importazione in tutta Europa fu di facile e immediato utilizzo per tutti gli scopi sopra menzionati.

Nelle zone della Turchia, Siria, e del Mar Nero la sua presenza è giustificata dal fatto che i turchi ne fecero delle coltivazioni solo a scopo di estrazione della sua essenza profumiera.

DA quegli anni in poi si iniziò anche a mangiarlo il Chinotto, condendolo con molto zucchero, oppure candito o anche spremuto e gustato come bevanda.

La sua diffusione

Ad oggi non ci sono fonti che ci diano notizie sulla presenza di coltivazioni di Chinotto nei paesi asiatici, ma al di fuori dell’Italia (Liguria, Toscana e Calabria), vi sono sporadiche coltivazioni sulla Costa Azzurra francese.

Un tempo le esportazioni di chinotti erano molto attive soprattutto verso la Francia ma anche verso l’Inghilterra e le Americhe, ma attualmente tale commercio si è del tutto estinto.

In Italia nel periodo successivo alla fine della Seconda guerra mondiale, il chinotto era presente solo nella regione della Liguria e della Sicilia.

Oggi giorno si coltiva solamente nella provincia di Savona, con un picco produttivo nell’area compresa tra Pietra Ligure e Finale Ligure.

Qui le coltivazioni di chinotto si estendono in una zona litoranea che va da due a trecento metri sopra il livello del mare. In Sicilia oggi, il chinotto lo si trova sporadico nella zona di Taormina.

Ma attualmente solo in Liguria e in Georgia la pianta del chinotto cresce spontaneamente.

La produzione annua di chinotti in Liguria si aggira intorno ai cinquecento quintali, con una tendenza futura ad aumentare grazie ad una politica specifica di tutela da parte della Provincia di Savona.

Il prodotto raccolto viene poi smistato quasi interamente alle industrie locali che lo lavora in diversi modi (candito, produzione del maraschino, come marmellata o estrazione delle sue essenze).

Il Chinotto come bevanda gassata

Fu solo nel 1927, con la creazione della bevanda al chinotto, che divenne più di largo consumo.

Il chinotto, inteso come bibita è sicuramente percepita come una bibita meno dolce rispetto alle sue rivali americane (Coca-Cola, SevenUp, Sprite ecc), pur avendo con alcune di queste caratteristiche comuni come: il colore scuro, dato dalla presenza di zucchero caramellato e la presenza di caffeina.

La bevanda al chinotto fu descritta da alcuni forum americani come una bibita dal tipico gusto mediterraneo e con una propensione per i sapori amari, seppur vi siano moltissimi apprezzamenti su essa.

Vi sono fonti che attribuiscono all’azienda San Pellegrino la prima messa in commercio di questa bibita gassata, circa nel 1932 per loro iniziativa, i quali da allora lo hanno denominato “Chinotto Sanpellegrino” e successivamente con il marchio “Chinò” divenendo leader di questo specifico comparto.

Dal 1949 invece, la ditta Neri di Capranica avvia una commercializzazione che diventa popolarissimo in poco tempo.

Chinotto o Coca cola? Una scelta anticapitalista

Da medicinale sui vascelli inglesi a prodotto per la cosmesi, passando per il tradizionale candito, questi gli innumerevoli usi del chinotto. E ancora con il passare dei decenni a bevanda della “Dolce vita” a bibita anticapitalismo americano.

Negli ultimi secoli, il chinotto, ha attraversato momenti di splendore e periodi di decadenza, rischiando di scomparire per sempre per l’abbandono dei campi, le gelate e la poca richiesta.

«Originariamente il chinotto veniva acquistato in grandi quantità dalle marinerie inglesi e francesi per scongiurare la piaga dello scorbuto e fino al 1800 fu quindi considerato un medicinale». Questo è quello che raccontò Marco Abaton, profumiere savonese.

Nel Dopoguerra diventò una bevanda nazional popolare, diventando la principale alternativa alle bibite provenienti da Oltreoceano.

«Era la bevanda della Dolce Vita, anche perché era una delle poche italiane in produzione all’epoca, almeno fino agli anni ’70, quando passò da destra a sinistra, diventando un simbolo politico. Bere un chinotto era una forma di protesta contro il capitalismo, simboleggiato allora dalla Coca Cola».

Quello che afferma anche scherzosamente Marco Abaton è qualcosa di apparentemente leggero, ma che allo stesso tempo fa riflettere su come anche delle semplici bevande possano determinare una scelta politica, in questo caso una vera e propria presa di posizione contro il capitalismo ritrovato nel simbolo della Coca-Cola. 

Questa scelta tutta italiana non fu però del tutto d’aiuto negli anni Ottanta per salvare le coltivazioni, e questo creò una discesa a picco degli esemplari di piante presenti.

Negli anni Duemila iniziò un periodo di ripresa, che portò ad una riscossa nella coltivazione di questa pianta, facendola arrivare oggi ad un migliaio di specie.

Nel 2004 il Chinotto è diventato Presidio slow Food.

Sara Rocchetti per Questione Civile

Sitografia

www.chinotto.cpenti.it

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