Cibi afrodisiaci tra curiosità e caratteristiche

cibi afrodisiaci

Alla scoperta dei principali cibi afrodisiaci per la festa di San Valentino

In occasione della festa di San Valentino si propone un approfondimento riguardo le usanze gastronomiche di questo giorno speciale dell’anno dedicato alla celebrazione dell’amore. Spesso al centro di falsi miti, i cibi afrodisiaci hanno proprietà specifiche che saranno spiegate di seguito.

Afrodisiaco: significato e origine della parola

Il termine afrodisiaco deriva dal nome della dea greca Afrodite, identificata dai romani come Venere, mitologicamente era protettrice dell’amore, della bellezza, sessualità e lussuria.

Afrodite, spesso identificata come vanitosa, stizzosa, permalosa, era moglie infedele di Efesto, dio del fuoco. In alcune città greche la bellissima dea aveva una festa a lei dedicata, e i rapporti sessuali con le sue sacerdotesse erano considerati un modo per adorarla.
Ritratta spesso in contesti marini circondata da delfini, colombe, cigni, melograni, mele, mirto, rose e limoni, nelle prime opere è illustrata alta, lussuosamente vestita, con uno specchio in mano, poi a partire dal IV secolo D.C. è rappresentata nuda o seminuda.
Nelle società greca, etrusca e romana si credeva fermamente per motivi magici, religiosi o terapeutici, all’intima connessione tra cibo e passioni amorose.

I popoli dell’antichità ricorrevano a molte sostanze ed alimenti più o meno efficaci, sia per gli uomini che per le donne, atte a stimolare e potenziare sessualità, eccitazione amorosa, nonché fertilità e gravidanza.

Cibi afrodisiaci: quali sono e perché?

Le liste di proscrizione degli ordini monastici, incrociate con le raccolte di rimedi e segreti per i debilitati come il ricettario di Caterina Sforza ci consentono di redigere la lista degli alimenti considerati afrodisiaci, perché rinvigorenti o perché eccitanti.

Nel Medioevo come anche in età rinascimentale e barocca, questi alimenti erano ritenuti risuscitatori della carne tutti i cibi caldi, ventosi e duri da digerire. Per esempio, tra i vegetali troviamo: i ceci, le fave, le cipolle i porri e i cavoli.

Poi ancora tutte le spezie in generale e soprattutto i tartufi come riferito dal medico bolognese Baldassarre Pisanelli, vissuto nel XVI secolo.

Con la scoperta dell’America: si scoprono nuovi piaceri

Dopo la scoperta dell’America, dal XVII secolo si iniziò ad attribuire una valenza afrodisiaca anche a prodotti nuovi importati da quest’ultima come: i pomodori, le patate, i peperoncini e soprattutto al cacao.
La medicina settecentesca giudicò stimolanti i tonici (alcol e assenzio), tutti i cibi piccanti e le spezie dall’odore intenso come noce moscata, cannella o vaniglia.
Nell’Ottocento s’iniziò a considerare afrodisiaci anche i cibi ricchi di fosforo quali uova, pesce e formaggi.
Infine, secondo la medicina contemporanea potrebbero svolgere funzione afrodisiaca alimenti e spezie contenenti: sedativi (vino ed alcolici), ormoni (ginseng), neuromodulatori (cacao e fave), vasodilatatori (aglio), irritanti e congestionanti (pepe). Per la categoria degli alimenti di origine animale abbiamo le ostriche e tutte le uova di pesce, e particolarmente efficace il cervello di qualsiasi animale o più in generale frattaglie contenenti alto livello testosterone.

Un cenno meritano anche il frumento e il mais, o meglio ancora la polenta, di cui solo recentemente sono state ipotizzate potenziali qualità afrodisiache. Il suo effetto afrodisiaco sarebbe dovuto alla mancanza del triptofano, una sostanza da cui viene sintetizzata la serotonina, che è un inibitore.

Proprietà stimolanti sono ancora riconnesse a molte spezie come precedentemente citate, tra cui il pepe e la noce moscata; così come all’uso gastronomico del cacao e del ginseng per i relativi effetti eccitanti.

Cibi afrodisiaci e i curiosi utilizzi di alcune celebrità storiche

Sono diversi i personaggi che direttamente o indirettamente si sono interessati o facevano uso specifico di questi cibi.
Si racconta che il grande Solimano I, sultano Ottomano, avrebbe fatto un curioso esperimento sul valore rinvigorente di carne e pesce. L’esame consisteva nel rinchiudere due guerrieri in una stanza, alimentarli con alcuni cibi, per poi offrirgli le attenzioni di due donne. Nel primo esame i nutrimenti erano carne ed acqua, ed il risultato fu un blando entusiasmo maschile. Nel secondo esperimento il nutrimento consisteva in pesce e vino, e la conseguenza fu il risveglio di una grande passione.

Anche celebri sovrane come Cleopatra e Caterina de’ Medici pare ricorressero a rinvigorenti alimentandosi spesso con cardo, scalogno, sedano, fave, cipolle.

La leggenda narra che Casanova e Paolina Bonaparte si nutrissero di ostriche prima dei loro appuntamenti amorosi,

Caterina Sforza elogiava l’estratto essiccato di una pianta chiamata “verga d’asino”, mentre Papa Leone X ricorreva ampiamente all’utilizzo di spezie.
La Marchesa de Pompadour, una delle più celebri amanti del re di Francia Luigi XV, accorgendosi dopo i trent’anni di provare una crescente debolezza di fronte alle esigenze di sua maestà, cominciò a nutrirsi di cioccolata, tartufi e champagne. La storia non ci conferma se questi rimedi ebbero l’effetto desiderato, ma di sicuro la Marchesa passò alla storia come il ministro in sottana più famoso dell’epoca.

Cibi afrodisiaci e Casanova


Tra i personaggi che hanno avuto uno stretto legame con i nutrimenti corroboranti non possiamo dimenticare Casanova. Per lui era dai sapori forti che si riceveva la giusta forza vitale, come racconto lui stesso nelle celebri Memorie:

“Ho molto amato anche la buona tavola ed insieme a tutte le cose che eccitano la curiosità… Ho amato i piatti dal sapore forte…”.

Concludiamo con una verità indiscussa da non dimenticare:

L’eccesso di qualunque nutrimento è assolutamente negativo, come pure l’eccesso di bevande. Una persona in preda all’indigestione e all’ubriachezza non potrà mai assomigliare a un Casanova.

Sara Rocchetti per Questione Civile

Sitografia

Gastrosofia storia cibi afrodisiaci (taccuinigastrosofici.it)

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