Le donne: la salute in gravidanza e la febbre da parto

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La salute delle donne: la febbre da parto e i progressi scientifici dal 1800

In molte culture la salute delle donne durante la gravidanza, la nascita e l’infanzia è rimasta per molto tempo separata dalla medicina ufficiale. Infatti il riconoscimento professionale del ruolo dell’ostetrica fu ottenuto solo cent’anni fa nei Paesi più sviluppati quali l’Inghilterra e i Paesi Bassi.

Le due specialità mediche che si occupano della salute della donna sono la ginecologia e l’ostetricia. La ginecologia si occupa della salute riproduttiva della donna e del suo benessere, mentre l’ostetricia riguarda l’assistenza della donna durante la gravidanza e il parto. Molto recente è anche la nascita della pediatria, altra branca del sapere medico che si occupa nello specifico della cura dei neonati e dei bambini fino alla pubertà. 

Pur ricoprendo un ruolo fondamentale a livello sociale e sanitario, è bene notare che queste specialità mediche non sono sempre esistite e che anzi, il percorso delle donne in gravidanza e al momento del parto, è stato molto a lungo dominato da figure femminili senza conoscenze mediche specialistiche.  

La storia della medicina: dalla saggezza antica all’era della specializzazione
– N. 4
Questo è il quarto numero della Rubrica di Area dal titolo “La storia della medicina: dalla saggezza antica all’era della specializzazione”, appartenente alla Macroarea di Scienze

L’antica saggezza: le donne di famiglia e le levatrici

Per millenni il periodo della gravidanza e del parto ha rappresentato una questione privata che coinvolgeva più frequentemente le donne di famiglia e le conoscenti strette rispetto ai medici e ai ginecologi.

Nell’antica Mesopotamia le assistenti aiutavano la madre a partorire e il ruolo di queste aiutanti viene accostato in alcune testimonianze scritte al ruolo delle tradizionali levatrici. Uno dei primi testi che ci è pervenuto dall’epoca antica relativamente alla salute femminile e alle modalità del parto è l’opera Gynecia. Questo testo risale al I secolo d.C. ed è stato attribuito successivamente al medico greco Sorano di Efeso.

Come testimoniano alcune descrizioni risalenti al 3000-2000 a.C., era già diffusa la pratica chirurgica del taglio cesareo. Questa pratica, consueta sia nella medicina tradizionale cinese che in quella indiana, prevede l’estrazione del bambino attraverso un’incisura nell’addome. Oltre ad essere una delle procedure chirurgiche più antiche, è notevole l’etimologia del suo nome. Il taglio è definito “cesareo” in onore della pratica chirurgica adottata per la nascita dell’imperatore Giulio Cesare intorno al 100 a.C. Per altri storici della lingua l’etimologia del termine “cesareo” è invece da attribuire al verbo latino caedere che significa “tagliare”, con esplicito riferimento alla procedura chirurgica.

L’età moderna: la medicina si avvicina alla salute delle donne

Solo nel 1500 alcuni dottori cominciarono a pensare che le nozioni della medicina generale potessero essere applicate anche all’ambito del parto e della gravidanza, che fino a quel momento era rimasto totalmente in mano alle donne di famiglia e alle conoscenti strette, prive di alcuna formazione medica.

Vista la crescente importanza della figura dei medici e delle ostetriche nel percorso della gravidanza e nel momento del parto, cominciarono ad essere più frequenti dal XIX secolo le nascite in ospedale piuttosto che i parti domestici, specialmente nei grandi centri urbani.

Questo cambiamento sanitario e sociale fu alla base di molteplici innovazioni. In primo luogo la medicalizzazione del parto e della gravidanza permise di conferire un riconoscimento professionale al lavoro delle ostetriche, al pari del riconoscimento ottenuto da Florence Nightingale per l’ordine degli infermieri in Inghilterra.

Infatti nel 1861 fu fondata nei Paesi Bassi la Professional Midwifery Education Foundation e nel 1902 in Inghilterra e nel Galles fu promulgato il Midwives Act, il quale conferì il riconoscimento della professione di ostetrica con relativa una formazione e certificazione.

La febbre puerperale

Dal punto di vista delle condizioni igienico-sanitarie però il parto e il momento della nascita cominciarono a mostrare in ospedale più problemi di quanto era finora accaduto con i parti in ambiente domestico. Le condizioni igieniche con cui i medici seguivano il parto mostrarono molte carenze e furono responsabili della diffusione di un’infezione detta febbre puerperale o febbre da parto.

Questa infezione fu diffusa e temuta a lungo nel XIX secolo in molti ospedali d’Europa. Una significativa riduzione del tasso di mortalità si ebbe solo nel 1840 grazie alle osservazioni del medico austriaco, il dottor Ignaz Semmelweis.

Le osservazioni del dottor Semmelweis provenivano dal diverso grado di contagio che caratterizzava le due cliniche principali di Vienna, la capitale austriaca in cui il dottore lavorava e produceva ricerche di livello scientifico. In una delle due cliniche di maternità di Vienna infatti il tasso di mortalità delle madri era molto alto, mentre nella seconda clinica il tasso era drasticamente minore. Cercando di individuarne il motivo, il dottor Semmelweis appuntò le differenze tra le due strutture sanitarie.

In primo luogo notò che la prima clinica era un centro di formazione dei medici apprendisti, mentre la seconda clinica era riservata alla formazione delle ostetriche. Dunque nella prima clinica erano più frequenti le infezioni per l’uso di strumenti chirurgici utilizzati dai medici senza un’adeguata sterilizzazione e senza un’adeguata igiene delle mani. La sua teoria prevedeva infatti che alcune particelle “cadaveriche”, derivate dalla sala operatoria, fossero trasportate in sala parto in un secondo momento e fossero responsabili delle malattie infettive che colpivano le partorienti.

L’ipotesi del dottor Semmelweis

La causa dell’infezione puerperale fu individuata dal dottor Semmelweis nella contaminazione “incrociata”: infatti, poiché i bisturi dei medici in formazione erano contaminati da altre procedure chirurgiche, questi strumenti potevano trasmettere alle madri gli agenti infettivi, poiché non venivano sterilizzati adeguatamente.

Al contrario nella seconda clinica non operavano i medici in formazione e la formazione delle ostetriche giustificava la mancata diffusione delle particelle cadaveriche: infatti le ostetriche non usavano né il bisturi né gli altri strumenti chirurgici capaci di trasmettere le infezioni alle donne partorienti.  

Il dottore Semmelweis oltre a suggerire il lavaggio frequente delle mani e una corretta igiene, si rese conto dell’importanza dell’uso della clorina liquida per disinfettarsi e sterilizzare gli strumenti per ridurre al minimo il contagio di febbre puerperale.

Le ostilità della classe medica viennese

Purtroppo le idee visionarie di Semmelweis si scontrarono con l’inerzia della classe medica viennese e con il suo estremo scetticismo. Infatti la teoria del contagio “incrociato” elaborata dal dottor Semmelweis si scontrava con la teoria dei quattro umori e con quella dei miasmi, teorie antiche della medicina ippocratica ancora incredibilmente radicate nel pensiero della classe medica di metà Ottocento.

Un altro grande problema che causò l’allontanamento del dottor Semmelweiss dalla scena pubblica e dal centro del dibattito medico furono le accuse che lui mosse ai chirurghi della prima clinica durante la sua indagine comparativa. Infatti questi chirurghi erano stati da lui ritenuti responsabili della diffusione della febbre puerperale per via della mancata igiene e per la contaminazione incrociata.

Oltre ad essersi reso ostile a gran parte della classe medica con le sue idee rivoluzionarie, il secondo ostacolo fu la sua appartenenza alla comunità ebraica. Entrarono in gioco quindi anche i fattori politici e religiosi che non permisero una diffusione significativa all’interno della classe medica viennese del suo lavoro pubblicato nel 1861. La sua morte avvenne qualche anno dopo, quando nel 1865 fu ricoverato in un manicomio per aver perso la lucidità mentale e lasciò un grande vuoto nella ricerca scientifica e medica di metà Ottocento.

Solo in un momento successivo alla luce delle scoperte di Pasteur sui microrganismi, all’uso del fenolo come antisettico e alla nascita della microbiologia, la sua opera e il suo lavoro di medico cominciarono ad essere realmente apprezzati sul piano scientifico e a fare scuola per le ricerche in tema di salute pubblica e igiene preventiva che hanno caratterizzato tutto il XX secolo fino ai nostri giorni.

Giulia Marianello per Questione Civile

Bibliografia

Medicina La storia Illustrata, Steve Parker, Gribaudo Editore.

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