La genitorialità e il suo valore evolutivo

La genitorialità

Un primo incontro con la genitorialità

La genitorialità e la relazione madre bambino, o più in generale il rapporto tra genitori e figli sin dalla loro più tenera età, rappresenta una tematica che ha sempre più rilievo nella letteratura scientifica. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta, infatti, si sono intensificate le ricerche sull’importanza del legame con le figure significative che getta le basi per lo sviluppo di adeguati livelli di autonomia, autostima e capacità di auto affermazione e realizzazione di sé. Del resto, la famiglia di origine è luogo delle prime identificazioni del bambino che permette l’interiorizzazione di valori, norme, schemi di comportamento e di pensiero, ma è anche luogo dal quale il bambino deve progressivamente differenziarsi nel processo di crescita e di sviluppo di un sé autentico.

” Alla scoperta della genitorialità”
– N.1
Questo è il primo numero della Rubrica di Area dal titolo Alla scoperta della genitorialità, appartenente alla Macroarea di Scienze Umane e Sociologia

La Teoria dell’attaccamento

Lo psicologo John Bowlby può essere considerato pioniere degli studi contemporanei sull’importanza del legame affettivo che si instaura tra il bambino e i suoi caregivers. Egli, infatti, ha elaborato la Teoria dell’attaccamento, un punto di snodo tra l’approccio etologico, evoluzionistico e psicoanalitico. Questa teoria offre sicuramente un modello articolato di comprensione della psicopatologia legata alle relazioni madre bambino che si configurano come fallimentari o lesive del benessere psicologico del bambino. Le prime relazioni di attaccamento, infatti, influenzano non poco la costruzione delle rappresentazioni che il bambino ha di sé nel rapporto con l’altro e del proprio valore e svolgono, inoltre, un ruolo importante nella costruzione della propria autonomia al cospetto del mondo esterno. 

La condotta di attaccamento può essere inteso come un sistema motivazionale che consiste nella spinta innata a ricercare prossimità e vicinanza fisica agli adulti significativi di riferimento affinché si possano ricevere le cure necessarie alla propria sopravvivenza. Non si tratta, tuttavia, del solo soddisfacimento dei bisogni di nutrizione e di sostentamento ma anche di quelli emotivi ed affettivi del piccolo. Secondo Bowlby, infatti, una relazione madre bambino soddisfacente e un attaccamento adeguato rivestono un’importanza fondamentale per lo sviluppo armonico ed equilibrato della persona. La condotta di attaccamento diviene evidente e visibile a partire di nove mesi, si struttura nel corso del tempo fino a stabilizzarsi nei due anni successivi. Lo stile di attaccamento che si cristallizza nel legame precoce con i propri genitori farà sentire la sua influenza anche nelle relazioni future dell’adulto.

La genitorialità come equilibrio tra attaccamento ed esplorazione: una base sicura

Secondo Bowlby, una buona relazione di attaccamento con l’adulto significativo costituisce una base sicura per l’esplorazione del mondo esterno. Quando il genitore è sentito come accogliente e responsivo, il bambino avverte un senso di sicurezza tale da permettergli di allontanarsi temporaneamente per esperire ciò che il mondo ha da offrirgli, perché sa che in caso di pericolo può tornare da un adulto capace di proteggerlo e confortarlo. Una genitorialità sufficientemente adeguata, quindi, favorisce l’attivazione del sistema di esplorazione utile alla crescita e allo sviluppo delle prime autonomie. Si potrebbe, dunque, pensare alla genitorialità come alla capacità di garantire e preservare l’equilibrio tra il sistema di attaccamento e il sistema di esplorazione, necessario per uno sviluppo armonico del bambino e dell’adulto futuro che sarà. Infatti, un’esplorazione adeguata dell’ambiente circostante permette l’acquisizione di capacità cognitive e sociali necessarie agli apprendimenti e alla costruzione delle relazioni future.

La genitorialità nell’adulto è profondamente influenzata dai legami precoci, dal tipo di attaccamento esperito e da schemi mentali e aspettative di relazione che tendono a riproporsi ed a influenzare i rapporti presenti e futuri (Modelli Operativi Interni). Infatti, queste rappresentazioni si ripresentano nel legame di accudimento instaurato con il piccolo. Di conseguenza, i modelli di attaccamento esperiti dall’adulto possono influenzare profondamente il tipo di attaccamento che si instaura con il proprio bambino all’arrivo della genitorialità. Tuttavia, le capacità di riflessione e di mentalizzazione, che permettono al genitore di riconoscere aspettative e desideri come propri e distinguerli dagli stati mentali del piccolo, favoriscono la sintonizzazione con la realtà emotiva presente. Questo permette di affrontare la genitorialità senza che essa sia eccessivamente colonizzata da quegli schemi passati che potrebbero configurarsi come poco funzionali ad una relazione sana e autentica col figlio.

La Strange Situation e i modelli di attaccamento

La Strange Situation è un modello osservativo sviluppato dalla psicologa Mary Ainsworth e consiste nell’osservazione di una situazione appositamente creata per analizzare le modalità relazionali del bambino. Nella Strange Situation si avvicendano una serie di separazioni e ricongiungimenti tra la mamma ed il bambino e si valuta il modo in cui il bambino reagisce ad esse. Inoltre, in alcune sessioni, viene osservata la reazione del bambino all’introduzione di un estraneo nella situazione sia in presenza sia in assenza della madre.


Dall’esplorazione delle modalità interattive è stato possibile ipotizzare la strutturazione di diversi tipi di attaccamento. I diversi stili di attaccamento che si strutturano e si cristallizzano a partire dalle prime interazioni, hanno indubbiamente un margine di cambiamento in seguito a relazioni significative future. Inoltre, la presenza di altri adulti accudenti, concomitante a quella di figure genitoriali non supportive, può agire come fattore protettivo dallo sviluppo di stili relazionali disfunzionali nel bambino.

Gli stili di attaccamento

Gli stili attaccamento che il bambino interiorizza e porta con sé sono il risultato delle prime relazioni significative coi propri caregivers. Sono stati dunque individuati tre principali stili di attaccamento: 

  • Stile di attaccamento sicuro: da questo stile di attaccamento si evince un senso di fiducia da parte del bambino nei confronti dei genitori, tale da permettergli l’esplorazione del mondo esterno forte del fatto che, in caso di pericolo, il caregiver è pronto ad accoglierlo e proteggerlo. Il bambino appare sicuro di sé e capace di tollerare il distacco temporaneo dalla figura di accudimento.
  • Stile di attaccamento insicuro evitante: da questo stile di attaccamento si evince la tendenza all’evitamento dell’altro e all’insicurezza nell’esplorazione. Il bambino finisce per ricercare l’autosufficienza emotiva perché percepisce il genitore come rifiutante o poco responsivo.
  • Stile di attaccamento ansioso ambivalente: da questo stile di attaccamento si evincono stati di ansia e angoscia nella relazione con il caregiver e nell’esplorazione del mondo esterno. Il bambino non sa se aspettarsi accoglienza o rifiuto da parte del genitore perché quest’ultimo si mostra ora disponibile e ora abbandonico. 

In seguito alle osservazioni col modello della Strange Situation, però, è stato rilevato uno stile di attaccamento che non rientrava in nessuno dei precedenti perché il bambino esibiva una serie di comportamenti molto particolari. Questa modalità di attaccamento è stata così definita come stile disorientato/disorganizzato. Questo stile di attaccamento si struttura spesso in relazioni abusanti dove la figura del caregiver da protettiva diviene terrifica per il bambino. Il bambino, quindi, appare disorientato perché l’adulto di riferimento, che dovrebbe preservare la sua incolumità, è al tempo stesso fonte di angoscia. Il bambino, quindi, assume posture ed atteggiamenti stereotipati e coartati ed esibisce comportamenti contraddittori. Ad esempio, il piccolo può cercare la vicinanza della madre e al tempo stesso, voltarle le spalle e fuggire.

Supporto alla genitorialità

La genitorialità si configura come un complesso insieme di saper fare e saper essere che si sviluppa progressivamente dal momento in cui si assume il ruolo di caregiver. Diventare genitore significa modificare gli equilibri raggiunti prima della nascita del bambino, adeguare le proprie esigenze a quelle del neonato, gestire il tempo e dare spazio ad una nuova esistenza che dipende dalle cure che i genitori sono in grado di garantire. Ecco perché la genitorialità coincide con un momento di transizione estremamente carico da un punto di vista emotivo e, talvolta, richiede una preparazione ed un supporto adeguato a fronteggiare il cambiamento nella maniera più efficace e funzionale per i genitori e per il bambino.

I possibili interventi

 Anche le risorse ambientali costituiscono una componente che impatta sul modo in cui viene vissuta ed affrontata la nascita di un bambino. Infatti, la precarietà economica e il background sociale e culturale di alcune famiglie in determinati contesti, talvolta, potrebbero essere fattori di rischio per l’insorgenza di psicopatologia, per lo sviluppo di condotte trascuranti o abusanti, inficiando quindi lo sviluppo sano ed armonico del bambino. Da qui l’importanza di progettare e realizzare politiche socio economiche volte a garantire una rete di servizi territoriali che siano di supporto durante e dopo la gravidanza per preparare i genitori ai ruoli futuri e favorire un accudimento adeguato dei bambini in contesti a rischio. 

Gli interventi possono essere volti a facilitare l’assolvimento di compiti evolutivi della famiglia nel suo ciclo di vita, a mediare eventuali conflitti in fasi di transizione importanti e compensare le mancanze del contesto familiare attraverso il supporto socio-assistenziale. Anche la percezione di supporto esterno da parte dei neo genitori è una dimensione che impatta profondamente sul modo in cui viene vissuta la genitorialità. Infatti, la possibilità di contare sul sostegno di una rete familiare ed amicale aiuta ad affrontare le nuove incombenze in maniera più efficace e funzionale favorendo anche lo sviluppo di un legame affettivo sereno col proprio bambino. 

Fabiana Navarro per Questione Civile 

Bibliografia

Cassottana, O. R. (2019). Permanenze e piccole-grandi” rivoluzioni” nella prima infanzia. Lo sguardo pedagogico e psicologico sulla genesi del primo senso di sé. Formazione, lavoro, persona29, 47-55. 

www.stateofmind.it/2017/07/john-bowlby-attaccamento/

Ongari, B. (2009). La Trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento nell’adozione: una questione aperta. International Journal of Developmental and Educational Psychology3(1), 349-355.

Testa, M. C. Progetto di sostegno alla genitorialità in un nido. Semestrale a cura degli studenti della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva e dell’Associazione di Psicologia Cognitiva, 39.La genitorialità e il suo valore evolutivo

+ posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *