Fundraising e la buona comunicazione per la politica

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Un nuovo orizzonte per la politica e il volontariato tra fundraising e people raising

Il fundraising è molto di più di una semplice raccolta fondi e la politica italiana non è ancora totalmente preparata

Che cos’è il Fundraising?

Il fundraising è sicuramente organizzare il sentimento della solidarietà. Deve essere inteso come mezzo, non come fine di una organizzazione e il suo significato non può essere circoscritto alla sola traduzione letterale di “raccolta fondi”, ma va esteso al concetto di “sostenibilità finanziaria di una causa sociale”. Si tratta di un processo evolutivo che va dalla trasformazione di idee progettuali in progetti concreti (management strategico), al coinvolgimento dell’ambiente esterno sul progetto (comunicazione); questo coinvolgimento può portare, infine, al trasferimento di risorse finanziarie.

Il fundraising è sia un metodo per creare relazioni sociali, coinvolgere le persone all’interno della organizzazione, adeguare l’organizzazione alla realtà sociale e politica e ai suoi bisogni sia una tecnica per analizzare l’ambiente esterno con un approccio di marketing, individuare i potenziali sostenitori, promuovere e diffondere una richiesta di finanziamenti, gestire efficacemente le risorse umane, tecniche ed economiche necessarie, mantenere un rapporto positivo con i sostenitori. In Italia il fundraising ha un mercato potenziale enorme.

Secondo l’Istat, già nel 2013, il fundraising rappresentava ormai un elemento cardine dell’innovazione sociale e politica italiana, con oltre 300mila organizzazioni non profit italiane che avevano avviato campagne di raccolta fondi. H. A. Rosso, uno dei principali sviluppatori del concetto di fundraising disse che “È l’insieme di principi, tecniche, strategie e azioni che un’azienda non profit deve mettere in atto, affinché si sviluppi, nel tempo, un continuo afflusso di risorse finanziarie e umane elargite gratuitamente per sostenerne l’attività” e che “il fundraising è l’arte di insegnare alle persone la gioia di donare”.

Gli elementi che risultano essere comuni a tutte le definizioni di fundraising costruite nel tempo sono la progettualità, il coinvolgimento attivo e una presenza valoriale consistente. Le persone, grazie a delle buone campagne di fundraising, si sentono coinvolte, parte della stessa vision e mission e decidono di donare.

Le fasi di una campagna di fundraising

La campagna di fundraising si articola in nove fasi e passa attraverso le persone, il tempo, il progetto, gli obiettivi e il dire grazie. La prima fase riguarda l’ambito della governance, cioè la costituzione del soggetto che svolgerà l’attività di fundraising. È importante considerare anche gli stakeholders e gli interlocutori che possono condividere ab origine le finalità del progetto. La seconda fase consiste nell’individuare il motore della campagna di raccolta fondi, ossia la “buona causa”. Occorre avere chiara: a) la vision, una visione di insieme che individui chiaramente la direzione in cui andare.

Rappresenta la linea da tracciare e seguire; b) una mission, è la ragione d’essere dell’organizzazione. Dev’essere precisa, chiara e sintetica; c) la buona causa è la ragione essenziale del perché un’organizzazione meriti donazioni e deve indirizzare il sostenitore verso uno specifico progetto. Nella terza si analizzano i punti di forza e di debolezza dell’organizzazione per poter elaborare una strategia efficace.

La quarta fase riguarda il capitale sociale e umano ossia la rete di relazioni professionali, istituzionali e personali propedeutica a creare fiducia. La quinta fase dipende dall’interazione con l’ambiente esterno e con i mercati di riferimento, che rientrano in quattro categorie principali: mercato degli individui (quote associative e lasciti testamentari); mercato dei privati (investimenti sociali e donazioni); mercato delle Fondazioni (partnership, finanziamento di progetti); mercato degli Enti pubblici e governativi (partnership e finanziamento di progetti).

La sesta fase prevede un’attività di pianificazione realistica e che rispetti il fabbisogno economico-finanziario. La settima consiste nella valutazione dell’efficacia del piano di fundraising, considerando il rapporto tra risultati delle singole attività e obiettivi generali. L’ottava fase consiste nella valutazione degli aspetti economici e non. L’ultima fase è la fidelizzazione di sostenitori e donatori. Per rendere più stabile e forte il legame con i sostenitori occorrono strumenti idonei a gestire tali relazioni.

Il fundraising per la politica

La politica italiana, oggi, si trova ad affrontare una grave crisi di fiducia e sicuramente questo non incentiva le persone a spendere il proprio tempo e denaro investendo in progetti politici. Vi è una forte necessità di ricostruire un legame di fiducia e credibilità con i cittadini. In questo senso il fundraising è uno strumento di trasparenza e coinvolgimento. La raccolta fondi in politica acquisisce grande rilevanza soprattutto dal referendum abrogativo del 18 aprile 1993, in cui in un clima di sfiducia, legato anche allo scandalo di Tangentopoli, furono soppresse le disposizioni relative al finanziamento statale dell’attività ordinaria dei partiti contenuti nella l. n.195 del 1974, artt. 3 e 9, rimanendo in vigore le disposizioni relative al contributo per le spese elettorali.

Poco dopo, nel dicembre 1993 venne approvata la legge 515 sul rimborso per spese elettorali. Vennero così fissati, per le elezioni politiche nazionali, limiti massimi alle spese elettorali dei singoli candidati e viene introdotta la figura del mandatario elettorale, ossia una persona delegata dal candidato a svolgere tutte le operazioni finanziarie legate alla campagna elettorale. Dopo una serie di riforme e modifiche con la legge 13/2014, “Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore” venne abolito il finanziamento pubblico diretto ai partiti.

Così si aprì la strada verso il fundraising e non la semplice raccolta fondi. Il Centro Studi sul Non Profit ha pubblicato nel dicembre del 2010 la prima ricerca comparativa sul fundraising, la seconda edizione ad ottobre 2013, tra Italia, USA e Regno Unito. Dalla ricerca emerge che, in quei tre anni, l’Italia ha avvicinato il proprio modello di fundraising e people raising al modello anglosassone. Nonostante ciò, sono ancora pochi i partiti che utilizzano campagne di fundraising.

Esperienze virtuose all’estero e in Italia

Tra i pochi partiti in Italia che utilizzano strategie di fundraising ci sono il PD e il Movimento 5 stelle. Il PD realizzò una raccolta fondi attraverso il sito web. Il PD ha un ufficio fundraising, infatti, è presente l’icona “Sostienici” in cui è possibile scegliere diverse modalità di sostegno e importo. Ulteriore elemento di strategia è la presenza della sezione “Trasparenza” in cui è possibile visionare bilanci, codice etico, statuto, e manifesto dei valori. Il Movimento 5 Stelle, nel 2014, ha basato la sua campagna elettorale sulla raccolta fondi, mettendo al centro dei 37 processi decisionali gli iscritti e i donatori, anche in questo caso erano presenti le sezioni “Sostienici” e “Trasparenza”.

Nel 2012, in occasione delle primarie del PD, l’allora Primo Ministro e Segretario del partito Matteo Renzi, realizzò un tour dell’Italia in camper costruendo una forma particolare di fundraising basata su donazioni per pagare il carburante. Questa campagna è simile a quella del Presidente Obama, dallo slogan “ADESSO” per Renzi e “Now” per Obama, ai colori utilizzati. Obama, nel 2008, realizzò una raccolta fondi innovativa per una campagna di fundraising politico: “Yes we can”. Riuscì a raccogliere circa 500 milioni di dollari e i due terzi della somma fu procurata online da oltre 3 milioni di persone.

Si trattò di una campagna “bottom up” con l’uso di strumenti come blog, video e sms. La campagna fu coordinata da David Axelrod, dal manager David Plouffe e Joe Rospars new media director e di Chris Hughes, uno dei fondatori di Facebook. L’elemento di pregio è la creazione di un social network, che consentiva ai sostenitori di sostenere in autonomia il candidato. Gli strumenti del sito suggerivano dei modi in cui i sostenitori potevano rendersi utili creando sinergia, collaborazione, attivismo e condivisione.

Valeria Cantarella per Questione Civile

Bibliografia

  • RAFFAELE PICILLI, L’incipit necessario, cenni di fundraising, Centro Anna Torrigiani, Firenze, 2005
  • RAFFAELE PICILLI, L’abc del fundraising: vademecum sulle tecniche di fundraising, Federazione Nazionale Società San Vincenzo de Paoli, 2013.
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