Lo sviluppo esponenziale dell’intelligenza artificiale e il suo ingresso nel mondo dell’economia e dei mercati
L’intelligenza artificiale (IA) è ormai onnipresente e ha rivoluzionato il mercato globale. Ci si chiede se questo impatto sarà un fattore di progresso o di regresso per l’economia.
IA e mercato del lavoro
L’intelligenza artificiale è uno dei fattori che ha trasformato in maniera più decisa la società, con una notevole capacità di essere applicata a molteplici settori della vita economica e del lavoro. È una determinante che non è stata riscontrata in nessuna delle precedenti rivoluzioni tecnologiche.
La coesistenza di enormi opportunità e rischi intrinseci legati al fenomeno dell’IA sta catalizzando una crescente attenzione in ambito politico e istituzionale. Di conseguenza, la regolamentazione e le policy sull’IA assumono una duplice importanza: strategica per la competitività e fondamentale per la dimensione sociale.
Prendendo in considerazione l’ambito dei contesti produttivi e del lavoro, si rileva come gli effetti dell’intelligenza artificiale si articolano, sia nella dimensione dei mercati del lavoro e delle relazioni industriali quanto in quella del rapporto individuale di lavoro.
Per quanto concerne gli effetti dell’intelligenza artificiale sui mercati del lavoro, la ricerca scientifica si concentra su tre dinamiche principali:
- L’impatto complessivo dell’IA sui livelli occupazionali e i potenziali rischi di disoccupazione tecnologica;
- Le conseguenze qualitative dell’IA sulla composizione del mercato del lavoro;
- L’utilizzo dell’IA per il funzionamento stesso del mercato del lavoro, inclusa la gestione dell’incontro tra domanda e offerta.
Analizzando la dimensione del rapporto di lavoro, l’adozione dell’intelligenza artificiale a supporto dei processi decisionali aziendali incide sulla posizione dei lavoratori, sia a livello individuale che collettivo.
L’adozione dell’AI nei processi decisionali aziendali, alimentata dai Big Data Analytics, sta effettivamente trasformando un numero crescente di aree. Questa tendenza è guidata dalla capacità dell’AI di elaborare enormi volumi di dati interni ed esterni, identificare schemi complessi e fornire insight che supportano, o in alcuni casi automatizzano, le decisioni del management.
L’evoluzione della produttività con l’IA
Quando vengono analizzati gli effetti che l’IA ha sul cambiamento della nostra società, vengono subito valutate due ipotesi:
la prima è quella che l’IA ha sicuramente un effetto prevalente sul tasso di crescita di produttività delle imprese e delle nazioni;
la seconda, strettamente collegata alla prima, è l’idea che l’intelligenza artificiale (IA) e l’automazione aumenteranno la produttività semplicemente rimpiazzando le persone e quindi eliminando posti di lavoro, e questa è una preoccupazione molto diffusa.
Queste supposizioni non hanno un fondamento certo, in quanto l’IA, potrebbe non produrre gli stessi effetti, generati precedentemente da altre grandi innovazioni tecnologiche negli ultimi decenni.
Non è certo che gli effetti realizzati dall’intelligenza artificiale siano rilevanti per le variabili che più interessano gli economisti, come: la produttività del lavoro,la produttività totale dei fattori, l’occupazione e il Pil.
Ma non è detto che queste modifiche porteranno ad una accelerazione della produzione e quindi del tasso di crescita dell’economia.
Le innovazioni recenti, per quanto utili e comode per la nostra vita quotidiana, non hanno avuto lo stesso impatto rivoluzionario sull’economia complessiva che ebbero quelle del dopoguerra.
Oggetti come automobili, frigoriferi e televisori, quando furono introdotti, non solo migliorarono la vita, ma scatenarono una crescita economica enorme e cambiarono il tessuto stesso della società.
Le tecnologie attuali, pur migliorando la qualità della vita individuale, sembrano mancare di quella capacità di generare una spinta macroeconomica comparabile.
Paris AI Summit
Il 10 e 11 febbraio 2025, Parigi ha ospitato numerosi eventi volti a rafforzare l’azione internazionale a favore dell’intelligenza artificiale al servizio dell’interesse generale.
Parigi, in quei giorni, ha ospitato figure di spicco del settore tecnologico, tra cui Sam Altman (OpenAI) e Demis Hassabis (Google DeepMind), nonché di importanti leader politici come il vicepresidente statunitense JD Vance, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il vice premier cinese Zhang Guoqin.
Questo evento è stato parte di una più ampia “AI Action Week” a Parigi, che si è svolta dal 6 all’11 febbraio 2025, e ha incluso anche conferenze scientifiche e eventi culturali legati all’intelligenza artificiale. Il summit vero e proprio ha visto la partecipazione di capi di stato, governi, aziende e accademici per discutere temi chiave sull’IA.
Il Summit di Parigi è il terzo di questo ciclo di conferenze, che prende l’impronta dell’AI Safety Summit organizzato dal Regno Unito nel 2023.
Le discussioni del vertice si concentreranno su cinque temi principali:
- IA del servizio pubblico;
- Futuro del lavoro;
- Innovazione e cultura;
- Fiducia nell’intelligenza artificiale;
- Governance globale dell’IA.
L’incontro di Parigi mira a promuovere impegni concreti e per questo vengono stanziati 2,5 miliardi per promuovere e accelerare l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale open source nei paesi in via di sviluppo.
L’iniziativa si articola attorno a trentacinque “sfide di convergenza”, direttamente collegate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, e include l’impegno a integrare le considerazioni sull’IA negli accordi ambientali esistenti.
Quasi cento nazioni, con il supporto di oltre un migliaio di stakeholder, hanno collaborato per definire un quadro globale sull’intelligenza artificiale.
Uno sguardo all’Italia
L’economia italiana sta subendo una profonda trasformazione digitale, che si sta rivelando cruciale per il suo futuro. L’integrazione di tecnologie come l’intelligenza artificiale (IA), il cloud computing e la fatturazione elettronica sta ridisegnando le basi del sistema produttivo del paese.
Questa tendenza è ampiamente documentata nel Rapporto Annuale 2025 dell’Istat, che dedica un’intera sezione all’impatto della digitalizzazione e alla diffusione della conoscenza sull’economia nazionale.
Il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia ha visto un aumento notevole nel 2024, raggiungendo la cifra record di 1,2 miliardi di euro. Si tratta di una crescita eccezionale, pari a un +58% rispetto all’anno precedente.
A guidare questa espansione sono soprattutto le nuove applicazioni basate sull‘IA Generativa, che da sole contribuiscono per il 43% del valore totale. Il restante 57% è invece generato principalmente da soluzioni di Intelligenza Artificiale più “tradizionali”.
Le grandi aziende italiane stanno dimostrando un’adozione leader a livello europeo degli strumenti di Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) pronti all’uso. Ben il 53% di queste imprese ha già acquistato licenze, superando nazioni come Francia, Germania e Regno Unito.
L’impiego di queste tecnologie sta già dando i suoi frutti: il 39% delle grandi aziende che le utilizzano ha registrato un aumento effettivo della produttività. È importante notare che un ulteriore 48% sta ancora valutando l’impatto quantitativo.
Le aziende italiane sono anche consapevoli dei rischi legati a un uso non controllato: oltre il 40% ha implementato linee guida e regole specifiche per l’utilizzo della GenAI.
Inoltre, nel 17% dei casi è stato vietato l’uso di strumenti non approvati, una misura per prevenire la cosiddetta “Shadow AI” e garantire un utilizzo sicuro e responsabile.
Questo è il risultato di una ricerca svolta dall’Osservatorio Artificial intelligence del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno dal titolo “Artificial Intelligence, e questo è solo l’inizio”.
Michela Budroni per Questione Civile
Sitografia
- “L’intelligenza artificiale e il mondo del lavoro” di Emanuele Dagnino. Casi e materiali di discussione: Mercato del lavoro e contrattazione collettiva
- osservatoriocpi.unicatt.it
- www.elysee.fr
- www.osservatori.net
- www.agendadigitale.eu
- www.istat.it