Back to: il ritorno… al presente!
Settembre è il mese del ritorno. Per molte persone settembre e l’autunno rappresentano l’inizio di un nuovo anno, di nuovi percorsi e di nuovi orizzonti. A volte sembra quasi che il vero inizio dell’anno sia a settembre, anziché a gennaio. Sarà perché ricomincia la scuola, il lavoro o forse perché torniamo da un periodo rigenerante: l’estate e le nostre vacanze.
L’impatto dell’estate
È proprio dall’estate che parte tutto. Dopo un anno di duro lavoro finalmente cosa c’è di meglio che mare, montagna, e tempo libero per rilassarsi? Questo è un periodo di rinascita: proprio come la natura, dopo l’inverno, anche noi ci rigeneriamo nella mente e nel corpo.
Tutte le condizioni dell’estate influiscono sul corpo e sulla psiche. Innanzitutto, il sole stimola la produzione di serotonina, di cui tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta. Si tratta un neurotrasmettitore (una sostanza che permette la comunicazione tra i neuroni) che favorisce il buon umore. Essa è la causa del buon umore in estate e dei blue mondays in inverno. Infatti, anche in estate assistiamo ad un fenomeno simile chiamato: Holiday Blues.
Al di là degli aspetti biologici, non si può negare che in estate ci sentiamo tutti più felici: le giornate sono più lunghe e soleggiate, possiamo mangiare gelati, bere bevande ghiacciate e goderci la vasta quantità di frutta e verdura di stagione. Anche per questo, tornare all’autunno non è semplice.
È anche vero che in estate tendiamo a disabituarci e diventiamo più pigri: anche questo può essere fonte di stress al ritorno.
I sintomi del ritorno
Può capitare dunque, che al ritorno ci sentiamo più stanchi, più pigri e a volte più ansiosi. Sì, perché i nuovi inizi di settembre non sempre sono fonte di certezza e tranquillità. Al contrario, spesso ci si trova a dover affrontare dei nuovi percorsi in cui le variabili incognite sono superiori a quelle che invece conosciamo.
Tutti questi sono i cosiddetti sintomi dell’Holiday Blues. Vivere questi stati è del tutto normale, proprio perché per loro natura sono transitori e ben presto le nostre capacità di adattamento si faranno strada.
Per fortuna però, c’è sempre qualcosa che possiamo fare per incentivare queste abilità e accelerare questo processo, come vedremo nel corso di questo articolo.
Settembre è anche il mese dei buoni propositi: ma come affrontiamo davvero queste promesse che facciamo a noi stessi? E come riuscire a portarle avanti? Prima di tutto, possiamo proporci di trovare dei piccoli obiettivi che vogliamo raggiungere. Il tema portante successivo, ma anche in parte parallelo, è quello della motivazione.
La motivazione
Nell’ambito della scienza la motivazione è definita come una spinta, un impulso che ci attiva e ci spinge verso un obiettivo. Come si può facilmente comprendere, dunque la motivazione è un concetto che nasce e si sviluppa a partire dalla biologia e si estende poi anche agli obiettivi psicologici.
Naturalmente, gli obiettivi biologici che dobbiamo soddisfare sono quelli come: fame, sete e sonno. In psicologia, invece il discorso si fa più complicato. Gli obiettivi vengono divisi in due categorie: intrinseci ed estrinseci. Gli obiettivi che vanno verso motivazioni estrinseche sono tutte quelle che ci permettono di ottenere dei benefici materiali: come soldi, cose o voti alti agli esami. Le motivazioni intrinseche, invece, ci permettono di raggiungere degli obiettivi volti al nostro benessere fisico e psicologico e alla nostra crescita personale: un esempio può essere leggere un libro perché ci fa piacere o perché sappiamo di apprendere qualcosa di nuovo.
Dunque, la prima cosa da fare sarebbe quella di identificare i nostri bisogni e capire bene a quali di queste due motivazioni si riferiscono. Il risultato dovrebbe essere quello di concentrarsi su quei bisogni intrinseci, che possono condurci ad una soddisfazione maggiore.
Le parole chiave del ritorno
Ma veniamo al punto cardine: come facciamo ad evitare l’Holiday Blues autunnale, riprenderci le nostre abitudini e, perché no, trovare delle nuove occasioni?
La prima parola chiave è consapevolezza. Come abbiamo già visto in altri articoli, essere consapevoli dei nostri stati d’animo è una capacità che può essere di grande aiuto. In questo senso, la consapevolezza è anche strettamente legata al momento presente. Sapere infatti cosa ci fa star bene in un certo momento può condurci ad uno stato di benessere il quale, a sua volta, fungerà da spinta per i passaggi successivi. Se ci va di rimanere sul divano, perché in estate abbiamo fatto festa tutte le sere, essere consapevoli di questo bisogno potrebbe davvero essere rigenerante!
La seconda parola chiave di oggi è gradualità: non è necessario riprendere tutte le attività in un momento. Anzi, concedersi un week-end fuori ogni tanto potrebbe aiutarci a respirare ancora aria di vacanza. Inoltre, questo favorisce l’attività fisica, un altro passatempo che aiuta il ritorno. Si potrebbe pensare di iniziare alcune di queste attività, per poi procedere gradualmente con le altre. Questo vale anche per il lavoro o gli studi: quando possibile, meglio iniziare con un impegno più breve, e con pause nei week-end, per poi tornare ai ritmi precedenti alle vacanze.
Come affrontare il ritorno
È necessario poi fare attenzione ad alcuni comportamenti. Ad esempio, dormire bene visto che anche l’insonnia è un sintomo comune dell’Holiday Blues. Ma anche curare l’alimentazione, senza la pressione di dover perdere quei kg di troppo che inevitabilmente ci si porta dietro dalle vacanze.
L’obiettivo finale è sempre quello di stare bene con noi stessi.
Come abbiamo visto, interrogarsi frequentemente e non essere troppo severi con sé stessi è la chiave per avere un ritorno meno traumatico possibile. Anzi, in questo modo potremmo renderlo anche un’occasione per migliorarci.
E voi come vi sentite dopo le vacanze?
Chiara Manna per Questione Civile