Caterina de’ Medici, la nuova regina di Francia

Caterina de' Medici

Caterina ed Enrico alla guida della corte francese

Dopo dieci anni di sterilità, il 19 gennaio 1544 Caterina fu finalmente in grado di dare alla luce il tanto desiderato erede maschio, Francesco. Si trattò di uno degli ultimi momenti sereni per il sovrano Francesco I, il quale, malato da tempo per un ascesso al perineo, si aggrava verso la fine del 1546. Pochi mesi dopo il sovrano muore, lasciando il trono al figlio Enrico II e alla moglie Caterina de’ Medici. Molti uomini di spicco del tempo guardarono con sfiducia la nuova regina, disprezzata per i suoi natali e per i negromanti di cui è circondata.

Fu proprio il più famoso tra questi negromanti, Nostradamus, a predire che tutti i maschi partoriti da Caterina avrebbero occupato un trono, senza però specificare che si sarebbe trattato sempre di quello di Francia.

Il 10 giugno 1549, dopo aver dato alla luce altri tre figli, Caterina ebbe la soddisfazione di essere incoronata regina a Saint-Denis. Gli storici affermano che la corte di Enrico II brillò di un tale splendore da superare per certi versi anche Versailles.

Caterina de’ Medici”
– N. 2
Questo è il secondo numero della Rubrica di Area dal titolo “Caterina de’ Medici”, appartenente all’Area di Storia Moderna e Contemporanea

Caterina resta sola

Dalla sua incoronazione avvennero numerosi eventi che sconvolsero l’Europa intera per un decennio, tra cui il consolidamento della religione protestante, la fine delle guerre tra Francia e Spagna per i domini in Italia e le alleanze matrimoniali strette da Enrico II senza consultare Caterina. Di questi matrimoni il più importante fu sicuramente quello festeggiato il 24 aprile 1558, che vide il delfino Francesco sposare la giovane Maria Stuart, regina di Scozia. Enrico fece aggiungere una clausola al contratto matrimoniale, secondo la quale la Scozia sarebbe potuta entrare a far parte dei domini francesi in base a come si sarebbero evoluti gli eventi successivi.

Tutto ciò angosciava molto Caterina, la quale, tuttavia, dava maggior peso alle parole di uno dei suoi negromanti, Lucas Gauric. Quest’ultimo aveva vaticinato che il sovrano intorno ai 45 anni avrebbe dovuto evitare qualsiasi tipo di battaglia, anche i semplici scontri nei tornei, poiché correva il rischio di restare gravemente ferito per poi morire. Le parole di Lucas Gauric la tormentavano perché supportate dallo stesso Nostradamus, il quale aveva confermato il fatto che Enrico II avrebbe perso la vita a causa di un torneo.

Tutte queste profezie si avverarono il 30 giugno 1559: Enrico partecipò alla giostra e la lancia del suo avversario si spezzò, penetrò sotto la visiera d’oro del re e gli trapassò l’occhio arrivando al cervello. I dottori si premurarono di estrarre i lunghi frammenti di legno dall’occhio del ferito, ma non ci fu nulla da fare. Il 10 luglio 1559 il re morì e il delfino salì al trono come Francesco II. Caterina divenne regina madre e diede inizio ai giochi.

La prima macchia del regno di Caterina

Gli ugonotti avevano intenzione di ordire una cospirazione di ampie proporzioni, che mirava ad impadronirsi del giovane re e ad assassinare i Guisa, gli zii della regina Maria Stuart. Secondo alcune versioni lo stesso Calvino sarebbe stato entusiasta della congiura, che avrebbe trasformato la Francia in un paese protestante. La cospirazione iniziò a prendere forma all’inizio del 1560 e secondo alcune fonti il nome «ugonotti» sarebbe venuto fuori proprio in questa circostanza, quando i protestanti ricevettero l’ordine di riunirsi presso la porta di Ugo.

La cospirazione, tuttavia, non venne tenuta troppo segreta perché la stessa regina Elisabetta d’Inghilterra pensò bene di finanziare l’impresa con il denaro. I Guisa decisero di trasferire l’intera corte presso Amboise, dove fecero murare le porte del castello. Alcuni cospiratori si trovavano con la corte francese, come ad esempio il principe di Condé, il quale, per evitare si allontanasse, venne nominato capitano delle guardie del re.

I Guisa non hanno intenzione di permettere ai congiurati – che pericolosamente si avvicinano ad Amboise – di scappare, così diedero il via ad una vera e propria «caccia all’uomo»: colui che venne identificato come il capo della rivolta venne catturato, ucciso e squartato, mentre i suoi sottoposti vennero inseguiti, trucidati e gettati nel fiume che scorreva vicino. Caterina non condivide quanto avviene poiché da sempre avversa agli spargimenti di sangue, ma in quel momento non ha potere di fronte ai Guisa, i quali sono intrattabili sull’argomento.

Le teste dei congiurati cadevano mentre il sangue arrossava il patibolo; Francesco II era pallido, mentre la moglie Maria Stuart sembrava stesse per svenire. Per Caterina, donna e regina razionale e attenta a non commettere gesti impulsivi, si tratta di un vero e proprio disastro.

«Il re è morto! Viva il re!»

Le condizioni di Francesco II si aggravarono improvvisamente: non aveva mai goduto di buona salute, ma un purulento ascesso che dall’orecchio si estende alla testa lo costrinse a letto. Uno dei medici vorrebbe effettuare una trapanazione, ma Caterina non aveva intenzione di prolungare le sofferenze del figlio. Era consapevole del fatto che sarebbe morto perché anni prima Nostradamus aveva predetto che il primogenito sarebbe morto prima dei diciotto anni senza eredi.

Il 5 dicembre 1560 Francesco II morì, lasciando la madre nella disperazione e la moglie Maria Stuart in balìa degli eventi. Pochi mesi dopo, infatti, la regina di Scozia dovette fare ritorno nella sua terra natale non perché Caterina non le volesse bene, ma perché troppe volte offese e tradì la suocera.

Il posto sul trono venne immediatamente occupato da Carlo di Valois, bambino di soli dieci anni e mezzo. Il suo regno venne inaugurato dalla celebre frase «Il re è morto! Viva il re!», con la quale la Francia evitava potessero verificarsi rischi legati al vuoto istituzionale tra la morte di un sovrano e la nomina del successore. Caterina convocò il Consiglio privato dichiarando innanzitutto che suo figlio Carlo duca di Orléans era il legittimo successore del fratello e che pertanto era suo diritto e dovere salire al trono con il nome di Carlo IX.

Dotata di una forte personalità, Caterina riuscì ad esercitare sulla prole un grande ascendente che le fece guadagnare il titolo di «governante di Francia»: se fosse stata nominata reggente, avrebbero infranto la legge capetingia.

Caterina governante di Francia

Caterina ottenne anche la presidenza del Consiglio del re e degli altri Consigli, il diritto di sovrintendere alle nomine di cariche e uffici, di ricevere gli ambasciatori e di controllare la corrispondenza del figlio: si trattò di un vero e proprio colpo da maestra, una presa di potere come mai nella storia della Francia. Nelle lettere inviate alla figlia, Caterina sottolineò più volte che questo era necessario non per se stessa, ma per assicurare il trono e un paese stabile da governare ai Valois. Poco importa che la chiamino «governante» o «reggente», perché il potere è comunque nelle sue mani.

La regina madre non trascurò nessun settore della vita politica della Francia, dedicandosi con costanza e attenzione al rafforzamento dell’esercito, alle strategie difensive e offensive e al progetto di pacificazione religiosa nazionale. Infatti, Caterina non voleva scoppiasse una guerra civile e cominciò a disporre alcune misure favorevoli ai protestanti, che culminarono nell’emanazione dell’editto di Saint-Germain, conosciuto anche come editto di Gennaio o di Tolleranza.

Sotto certi aspetti l’editto anticipò quello che fu il più famoso editto di Nantes emanato da Enrico IV nel 1598, poiché concesse la libertà di coscienza e di culto anche ai protestanti. Tuttavia, per quanto giusto e ragionevole l’editto, il Parlamento di Parigi lo reputò iniquo e decretò che fosse solo qualcosa di provvisorio fino a quando il sovrano non avesse raggiunto la maggiore età.

L’inizio delle guerre di religione

La situazione precipitò una domenica del 1562, quando il principe di Lorena si fermò presso Wassy per ascoltare la messa. Accanto alla chiesa un migliaio di ugonotti si erano riuniti violando l’editto che proibiva riunioni e predicazioni all’interno delle città. Di ciò che accadde dopo, esistono due versioni.

Secondo i cattolici, i protestanti avrebbero intonato canti provocatori costringendo il principe ad uscire. Successivamente, i protestanti lo avrebbero preso a sassate e i soldati del principe si sarebbero gettati contro gli assalitori.

Secondo i protestanti, i cattolici si sarebbero recati nel fienile a disturbarli e avrebbero sguainato le armi per interrompere la loro riunione.

Qualunque sia la verità, il risultato fu che alla fine degli scontri si contarono una sessantina di protestanti morti e oltre un centinaio di feriti. Cominciarono così i trentasei anni più lunghi dell’intera storia della Francia segnati dalle terribili guerre di religione.

Maria Rita Gigliottino per Questione Civile

Bibliografia:

A. Necci, Caterina de’ Medici. Un’italiana alla conquista della Francia, Marsilio, 2019, Venezia.

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