“Se una notte d’inverno un viaggiatore”– Italo calvino

Se una notte d'inverno

Se una notte d’inverno un viaggiatore”: il postmoderno nella narrativa calviniana

Se una notte d’inverno un viaggiatore è un romanzo di Italo Calvino pubblicato nel 1979.

Sin dall’inizio di questo romanzo, la narrativa calviniana evolve verso forme differenti. Il disorientamento del lettore sin dalle prime pagine evoca un sapore postmoderno che conferisce alla narrazione un’assoluta ricercatezza e artificiosità. Il lettore del romanzo calviniano si trova di fronte a un genere letterario del tutto inaspettato, dalle molteplici chiavi di lettura, così come il Postmoderno lascia aperte molte chiavi interpretative.

La non trama del romanzo

Dopo essersi approcciato alla lettura del nuovo libro intitolato Se una notte d’inverno un viaggiatore, il Lettore si accorge dopo poche pagine che la storia si interrompe per una cattiva impaginazione del volume. Recatosi in libreria per reclamare, il Lettore protagonista delle avventure bibliofile incontra la Lettrice, Ludmilla, che ha riscontrato il suo stesso problema.

Entrambi i lettori vengono forniti dalla libreria dello stesso volume sostitutivo e così iniziano insieme la lettura del libro. Purtroppo, molto presto si rendono conto che quello non è il libro che avevano cominciato e che anche quest’ultimo libro presenta alcuni capitoli incompleti. In particolare, il problema principale consiste nell’assenza di un finale, così i due Lettori finiscono per imbattersi in un terzo libro ancora differente. La ricerca della conclusione li porta sempre, per i più svariati collegamenti, alla scoperta di libri nuovi ma sempre incompleti.

Durante l’evoluzione della vicenda letteraria, Ludmilla rivela di essere collegata ad un’organizzazione segreta che falsifica i libri d’autore e che assume una parte importante nella ricerca del vero testo dei romanzi, cercato dai personaggi.

Infine, superati gli ostacoli, giunti al termine della loro avventura letteraria, i due lettori convolano a nozze. Il Lettore non riesce tuttavia a completare la lettura dei romanzi ma, a letto con la sposa, prima di spegnere la luce, comunica di avere finito di leggere il romanzo intitolato Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. È così che il romanzo diviene metaromanzo, narrazione di sé.

Se una notte d’inverno un viaggiatore: una lettura critica

Gran parte della critica considera Se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino il primo esempio di romanzo italiano perfettamente calato nell’atmosfera culturale postmoderna. A partire dalla sua pubblicazione qualcosa nel modo stesso di intendere la letteratura è cambiato e un lungo processo è giunto alla sua piena maturazione.

Esso è il superamento definitivo di ciò che costituiva l’essenza del romanzo moderno; oggetto del romanzo non è più la narrazione in sé, ma ciò che sta dietro all’atto del narrare e permette che esso si esplichi.

Le principali tematiche letterarie del postmoderno sono in primo luogo il labirinto, comune al celeberrimo capolavoro di Umberto Eco, Il nome della rosa. Il labirinto, tradito dalla tradizione ariostesca e cavalleresca, diviene nel XX secolo l’immagine della complessità del mondo contemporaneo e dell’impossibilità dell’uomo di acquisire tutte le conoscenze per comprenderlo a pieno.

Altro simbolo del postmoderno comune alla narrativa di Calvino ed Eco diviene la biblioteca. Essa è l’ immagine del sapere in un mondo ridotto al linguaggio, come traspare nella critica letteraria e dall’affermazione della semiotica.

Terzo elemento postmoderno è quello del complotto, considerato come una trama oscura del potere e simbolo della sua indecifrabilità ed estraneità all’uomo. Come il linguaggio, diventa tema letterario   anche la riflessione sull’opera stessa, cioè l’elemento metanarrativo.

Ultimo elemento è quello del già visto, del già detto, del già letto: tutto quanto si narra o si poetizza è stato già narrato e poetizzato; si ottiene così un senso di saturazione e di ripetizione che espande in modo significativo il modus operandi tipico degli autori del Novecento: l’intertestualità.

Il significato del Postmoderno

Con il Postmoderno si ha il trionfo definitivo del virtuale e dell’artificiale sull’esperienza concreta. Il labirinto non fa che incarnare la rappresentazione della fine delle esperienze e del trionfo del virtuale e dell’artificiale.

Italo Calvino individua nel labirinto la figura principe della contemporaneità, che si presenta come magma informe e privo di significato. Per lui si tratta di entrare nel labirinto, cioè di essere all’altezza della problematicità e della complessità dell’oggi, ma nello stesso tempo di non restare prigionieri del suo fascino.

La sua idea iniziale del labirinto è quella sopra riportata, mentre successivamente, in un saggio dei suoi ultimi anni, Calvino scriveva:

“Non posso più nascondermi la sproporzione tra la complessità del mondo e i miei mezzi di interpretazione: per cui abbandono ogni tono di sfida baldanzosa e non tento più sintesi che si pretendano esaurienti”.

Non è una rinuncia. È la realistica constatazione della necessità di restare alieni da facili ottimismi e da improvvise accensioni di fronte alla spersonalizzante società industriale.

Conclusioni

Dunque, la narrativa calviniana evolve verso forme differenti negli ultimi anni della sua produzione. La carriera letteraria di Calvino, memore degli spostamenti subiti sin dagli anni dell’infanzia e dai mutamenti culturali che accompagnano il XX secolo, determina un sostanziale ripensamento delle forme narrative.

Se si pensa agli inizi della carriera e al suo esordio artistico con Il sentiero dei nidi di ragno, è possibile notare un significativo movimento verso differenti forme artistiche.

Soffermandosi anche sulla narrativa degli anni centrali della sua produzione, l’evoluzione dalla critica al secolo dell’Illuminismo ne Il barone rampante acquisisce forme inedite nel romanzo postmoderno in questione.

Giulia Marianello per Questione Civile

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