Herculine Barbin: la prima storia di intersessualità

Herculine Barbin

Intersessualità e potere medico accostati da Michel Foucault con il caso dell’ermafrodita Herculine Barbin

Quale periodo migliore se non il mese del Pride per parlare di Herculine Barbin: intersessuale vissuta nell’800, le cui memorie sono state rese pubbliche per la prima volta da Michel Foucault.

Ad oggi, grazie al filosofo francese, il caso di Barbin rappresenta il primo di pseudoermafroditismo conosciuto.

Chi è stata Herculine Barbin

Nata con lo pseudonimo di Alexina, la ragazza riceve un’educazione strettamente cattolica e, nonostante le umili origini della famiglia, frequenta un collegio. Durante il periodo di studi si rende conto di provare attrazione per le ragazze ed ha una relazione con una compagna di classe aristocratica.

Nonostante avesse superato ormai la pubertà, non sviluppa forme femminili e non ha le mestruazioni. Al contrario, ha una folta peluria su braccia e volto che con vergogna si rade.

A ventuno anni ottiene un posto di lavoro come aiuto insegnante in una scuola per ragazze. Lì si innamora di una sua collega, Sara. La notizia della storia d’amore tra le due comincia subito a circolare e diviene ben presto molto chiacchierata.

La vita di Barbin cambia nel 1860 quando, in seguito ad una visita medica dovuta a forti dolori accusati nella zona genitale, si scopre che all’interno della sua vulva la ragazza nascondeva organi sessuali maschili. La folta peluria che radeva in ogni modo da quando aveva quattordici anni quindi mostrava la vera sessualità di Alexina.

All’epoca la condizione di Herculine è alquanto singolare, tanto che il dottore che la visita porta il suo caso in tribunale, che decreta con una sentenza che fosse un uomo. La sua vita viene completamente scossa, l’autorità la espropria del suo corpo di cui non era più padrona da quel momento in poi.

Per tentare di superare il trauma cambia nome in Abel ma ciò non basta per salvarla da quell’emarginazione sociale che la porta a suicidarsi poco dopo; nel suo appartamento di Parigi, dove viveva in condizioni di estrema povertà, sono state trovate le sue memorie accanto al suo corpo.

La rivendicazione di una vita infame

Un secolo più tardi, Michel Foucault trova il diario nel Dipartimento di Igiene Pubblica di Parigi e lo rese di dominio pubblico. La storia di Herculine rappresentò per il filosofo di Poitiers un punto di svolta per i suoi studi sulla sessualità e sulle vite “infami” che rivendicano la propria esistenza.

Con il caso Barbin, Foucault mostra come le istituzioni pubbliche esercitino un ruolo normativo e performativo sull’esistenza delle persone. La sfida del potere è di cucire sul soggetto una precisa identità. In tal modo l’individuo può entrare in una griglia categoriale predeterminata e binaria (normale e anormale) così da classificarlo, controllarlo e disciplinarlo.

In questo senso, l’anormale diventa oggetto di un recupero attento attraverso la costruzione di specifiche pratiche e strutture come ospedali, prigioni e manicomi. Il fine ultimo è quello di normalizzare e reintegrare il soggetto nella società.

L’autrice parla di sé stessa alternando in modo ambivalente il genere maschile e femminile nel giro di poche righe, a dimostrazione del mondo grigio in cui vive. “Il mio posto non era segnato in questo mondo che mi sfuggiva, che mi aveva maledetto” scrive Barbin nelle sue memorie, descrivendo la sua condizione come “un istintivo distacco dal mondo, come se avessi già dovuto comprendere che dovevo viverci da estraneo”.

Nel momento in cui prende consapevolezza del proprio corpo, Barbin inizia a costruire un modo nuovo di convivenza con sé stesso e con gli altri. Coniuga la mascolinità e la femminilità come sono coniugati nel suo corpo, non sentendosi mai costretto ad una definizione ma definendosi “nata per amare”.

Con il suo diario, riesce a scardinarsi dalle tecnologie di potere che vorrebbero disciplinare e assoggettare il suo percorso esistenziale. La scrittura rappresenta per lei un atto di resistenza di fronte alle tecniche di potere che la raffigurano come un’eccezione dalla norma e che in quanto tale va riplasmata.

L’eredità di Herculine Barbin

È trascorso un secolo e mezzo da quando il potere sociale delle istituzioni ha portato Barbin a suicidarsi nella solitudine della sua mansarda. Tuttavia il fenomeno dell’intersessualità e in generale le questioni di genere sono divenute argomento di comune interesse negli ultimi vent’anni.

Dal 2005, l’8 Novembre rappresenta l’Intersexual Day of Remembrance. Joëlle-Circé Laramée, allora portavoce canadese dell’Organizzazione Intersex International, ha dato impulso a questa giornata scegliendo la data del compleanno di Herculine Barbin come punto di riferimento. Lo scopo è di sensibilizzare la comunità sulle problematiche, sanitarie e sociali, affrontate dalle persone intersessuali.

Ad oggi solo Austria, Portogallo, Malta e Uruguay proibiscono qualunque intervento medico non consensuale sulla pelle delle persone intersessuali. Nella grande maggiornaza dei casi queste persone, inclusi i neonati, sono sottoposte a trattamenti medici non necessari che possono portare traumi psicologici e menomazioni fisiche per tutta la vita. Nel caso dei minori e dei soggetti con disabilità, gli interventi vengono realizzati senza il previo consenso degli interessati per “normalizzare” la sessualità dell’individuo nell’ambito del binarismo di genere.

Accade così che alcune persone intersessuali possano non identificarsi col genere che viene loro assegnato clinicamente alla nascita. In molti Stati ancora si richiede la sterilizzazione in tali casi per il riconoscimento giuridico anagrafico.

A livello giuridico

Dal 2019 il Parlamento Europeo ha condannato fermamente i trattamenti e la chirurgia di normalizzazione sessuale e ha accolto favorevolmente le leggi che vietano tali interventi.

Gli attivisti dei diritti intersex chiedono oggi il rispetto dei loro diritti civili e umani, costantemente lesi sia in ambito medico che sociale. A questo proposito nel 2016 è nato IntersexEsiste: portale di informazione finanziato dal CESD (Centro Europeo studi sulla discriminazione) e ASTRAEA Lesbian Foundation for Justice.

Ci sono ancora grandi passi da fare da parte della politica internazionale per il riconoscimento dei diritti della comunità LGBTQIA+ e quest’ultima deve lavorare affinché anche chi ancora oggi non riesce, possa far sentire la propria voce.

Ginevra Tinarelli per Questione Civile

Sitografia e bibliografia

www.blmagazine.it

S. Ferrari, Herculine Barbin e l’ermafroditismo. Una critica foucaultiana all’identità di genere.

M. Foucault, Herculine Barbin dite Alexina B., Gallimard, Paris, 2021.

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