Il Secondo Sesso: la rivendicazione di Simone de Beauvoir

Secondo Sesso

La rivoluzione femminista che portò Il Secondo Sesso di Simone de Beauvoir

Aristocratica, filosofa esistenzialista e donna ribelle, Simone de Beauvoir è stata capace di catalizzare i diffusi movimenti di emancipazione femminile che l’hanno preceduta e che la circondavano. Con la sua vita e le sue opere ha incarnato una fondamentale rivoluzione antropologica, imprimendo un’accelerazione all’emancipazione del “Secondo Sesso” dopo millenni di dominazione patriarcale e maschile.

Biografia di una donna rivoluzionaria

Simone de Beauvoir nasce a Parigi il 9 Gennaio 1908 da una famiglia benestante. Quelli dell’infanzia e della prima adolescenza sono anni di collegio femminile e di grandi letture. Ma sono anche gli anni delle prime prove di carattere attraverso episodi di rabbia furibonda. Si mostrano così i primi segni di ribellione verso quel conformismo religioso impostole dalla madre, contrastato dal desiderio di libertà che aveva dentro.

È intorno ai 10 anni che comincia la passione per la scrittura, dovuta anche all’intensa amicizia con Elizabeth Lacoin, soprannominata Zaza. La morte prematura della giovane a causa di una polmonite segnerà profondamente e in modo tragico l’esistenza dell’intellettuale. Il rapporto con Zaza viene raccontato nel romanzo “Le inseparabili“, scritto nel 1954 e pubblicato postumo dalla figlia adottiva di Simone.

Dal 1926 comincia a frequentare La Sorbonne di Parigi, dove conoscerà alcuni dei futuri principali esponenti dell’esistenzialismo e compagni di vita. Tra questi vi è Jean- Paul Sartre, con cui instaurerà un’intensa relazione amorosa ed intellettuale ma a cui tuttavia non si unirà mai in matrimonio; è il 1929 quando si incontrano, lui ventiquattrenne e lei ventunenne.

Dall’incontro nasce una coppia granitica, fondata su un rapporto libero assai precoce per l’epoca, un modello alternativo per più di una generazione.

Sartre è un uomo incapace di amore costante, di monogamia. Il loro, dice lui, era un “amore necessario”, è bene che avessero conosciuto anche “amori contingenti”. Sono proprio questi amori contingenti che rendono fragile l’immagine che costruisce di sé stessa l’autrice come donna forte e indipendente.

Gli anni ‘60 vedranno Simone de Beauvoir molto attiva politicamente. Parteciperà attivamente alla lotta studentesca parigina ed è una forte sostenitrice del movimento femminista, partecipando a numerose manifestazioni.

Muore il 14 Aprile 1986 all’età di settantotto anni; le sue spoglie riposano accanto a quelle del suo compagno di vita Jean-Paul Sartre.

Il Secondo Sesso

Il Secondo Sesso di Simone de Beauvoir rappresenta una svolta nella riflessione sul femminismo contemporaneo. Per la prima volta si affronta in modo diretto la domanda: “che cos’è una donna?”. L’autrice smonta miti e tabù che hanno alimentato l’idea dell’eterno femminino, affrontando la questione da prospettive biologiche, storiche e simboliche.

Secondo Beauvoir, l’identità femminile non si definisce autonomamente ma sempre in rapporto all’uomo. Egli rappresenta il polo positivo, universale, mentre la donna è ridotta a polo negativo, a Altro. L’umanità, così, è intesa come maschile e la donna trova posto solo attraverso ruoli imposti dall’uomo: madre, moglie o prostituta. Questo determina una condizione di alienazione originaria, in cui la donna esiste non come soggetto indipendente ma come funzione accessoria.

Si interroga allora sul perché le donne non abbiano mai rovesciato questa condizione. Diversamente da minoranze etniche o sociali, esse non possiedono una storia o una tradizione comune capace di unirle in un’identità collettiva. Ogni donna ha esperienze e obiettivi differenti, il che ostacola la nascita di un movimento unitario.

La filosofa individua però tre pilastri imprescindibili per una vera emancipazione: indipendenza economica, garantita dall’accesso al lavoro; libertà di amare al di fuori dei vincoli imposti dal modello familista ed infine la maternità consapevole, frutto di una scelta libera e non di un obbligo sociale.

Nonostante ciò, molte donne non contestano la dominazione maschile, subendola come fosse un destino naturale. Beauvoir attribuisce questo stato a tre spiegazioni principali: biologica, psicanalitica e materialista, che però risultano insufficienti a giustificare l’asservimento femminile.

Il suo percorso di analisi parte da una prospettiva storico-scientifica per poi concentrarsi sull’esperienza vissuta. L’obiettivo è quello di mostrare come la donna possa passare dall’immanenza, condizione di passività, alla trascendenza, cioè a una piena espressione di libertà e progettualità umana.

L’eredità

Il saggio di Simone de Beauvoir ha avuto una portata rivoluzionaria in Europa e nel mondo negli anni successivi. All’uscita, suscita scandalo e dibattiti, sia tra gli ambienti intellettuali che nella società di massa. In Francia il libro è percepito come una provocazione contro l’ordine patriarcale, generando polemiche ma anche nuove riflessioni sul ruolo femminile.

In Italia, l’accoglienza è inizialmente prudente, ma negli anni ’60 e ’70 il testo diventa una base teorica fondamentale per il neofemminismo, che lo utilizza per denunciare discriminazioni sociali e familiari.

Negli Stati Uniti, invece, la lettura del saggio negli anni ’50 avviene in un contesto di forte conservatorismo: molte casalinghe vi trovano un’eco delle proprie frustrazioni, sebbene l’opera fosse anche duramente criticata.

Particolare attenzione viene riservata alla critica di Hannah Arendt, che contesta ad alcune posizioni di Beauvoir un eccesso di radicalità, pur riconoscendo l’importanza dell’analisi sulla condizione femminile.

Successivamente, Il Secondo Sesso si lega al movimento della liberazione sessuale, ispirando nuove generazioni di donne a reclamare indipendenza economica, autodeterminazione riproduttiva e libertà sessuale. L’opera rimane così un punto di riferimento imprescindibile anche nei decenni successivi, fino al conferimento del Premio internazionale Simone de Beauvoir, istituito per celebrare figure che si distinguono nella difesa dei diritti delle donne.

Il Secondo Sesso oggi

A più di settant’anni dalla sua pubblicazione, l’opera di Simone de Beauvoir continua a parlare con la stessa urgenza di allora. Il suo grido di libertà: “Donna non si nasce, lo si diventa”, resta un monito contro ogni forma di subordinazione e un invito a scegliere la strada dell’autodeterminazione.

La forza del saggio non risiede solo nell’aver dato voce alle donne del Novecento, ma nell’aver indicato un percorso valido ancora oggi: quello di una società capace di riconoscere la parità non come concessione, ma come diritto naturale.

Se molto è stato conquistato, altrettanto resta da fare. Disparità salariali, violenze di genere, stereotipi culturali continuano a ricordarci che l’uguaglianza formale non basta senza un reale cambiamento delle mentalità. Per questo la lezione di Beauvoir rimane attuale: la liberazione femminile non è una battaglia conclusa, ma un processo in continuo divenire che riguarda l’intera collettività.

Rileggere oggi Il Secondo Sesso significa non solo rendere omaggio a una pioniera del pensiero contemporaneo, ma soprattutto raccogliere la sua sfida: costruire un futuro in cui la libertà non abbia genere e la differenza smetta di essere disuguaglianza.

Ginevra Tinarelli per Questione Civile

Bibliografia

S. de Beauvoir, Il Secondo Sesso, Il Saggiatore, Milano, 2016

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